Il Ricetto di Candelo: un borgo Medioevale a due passi da casa

Il Ricetto di Candelo: un borgo Medioevale a due passi da casa

Oggi ho ri-visitato con il fido Aramis, il Ricetto di Candelo in provincia di Biella. A due passi dalla mia casa ad Andorno Micca, ma anche a meno di 100km da Legnano e/o Milano e/o Novara…la sua bellezza resta intatta nel tempo e con il bel tempo…è…straordinario…Lo conoscete? Seguitemi…

Il Ricetto di Candelo a due passi da casa

Da casa mia di Andorno Micca dista circa 10 km, da Legnano 85km e circa 105 da Milano. Oggi non voglio fare il “geografo”, ma ci tengo a rilevare come abbiamo sotto casa delle eccellenze raggiungibili in men che non si dica. In tutti i casi, con Aramis e Donatella, approfittando del bel tempo e della permanenza in montagna, abbiamo fatto un salto al Ricetto di Candelo. A dire il vero, ci torno spesso, specialmente d’estate. Oggi con il sole era straordinario. E’ una struttura fortificata sorta per volontà della popolazione candelese intorno al XIII-XIV secolo, allo scopo di conservare e difendere i beni più preziosi della comunità a seguito delle numerose guerre tra spagnoli e francesi. Gli abitanti non vi abitavano in pianta stabile, ma solo per conservare i beni e per “rifugiarsi” durante le calamità e le guerre. Grazie a cio’, ha mantenuto nel tempo questa sua matrice rurale di custode della comunità contadina e fa parte dei Borghi d’Italia…(Vedi link )

Il Ricetto di Candelo Borgo d’Italia
La conoscete la trasmissione “Il Kilimangiaro”  con il concorso “I borghi più belli d’Italia” in onda su Rai3 con Philippe Daverio? . Ebbene nel 2018, proprio quella trasmissione ha fatto conoscere il Borgo a Tutta l’Italia ( la classifica finale vide il Ricetto in 18 ^ Posizione) . In varie occasioni il Ricetto, è stato oggetto di “dirette”, registrazioni anche da parte di televisioni straniere. Di tutto cio’ sono orgogliosi i Candelesi ed ancor di più lo sono io. Ho provato un Orgoglio “indiretto” stamani a passeggiare tra le viuzze del borgo, a scoprire i negozietti, le cantine (alcune chiuse per le festività Natalizie).
in compenso oggi era l’ultimo giorno della mostra-mercato del “Mercato della Terra” di Slow Food. Emozione amplificata a passeggiare sulle mura “interne”, ma ancor di più su quelle “esterne”. Infatti stamani con Aramis, abbiamo fatto il perimetro “esterno” e con lo splendore della giornata è stato magnifico…(vedi le foto…). Tappa per un aperipranzo in piazza Castello al Bar “La Torre”…Ve lo consiglio per la simpatia e la bontà. A proposito della Torre di ingresso, la mente è volata al “mio” Castello Visconteo Lampugnani di Legnano…(ultima foto giù)

La Storia del Ricetto

Nel 988 è la prima volta che compare il nome di Candelo in un documento ufficiale; Canderium viene confermata possesso feudale di Manfredo da Ottone III.
Verso la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo gli abitanti di Candelo costruiscono il Ricetto su un terreno di signori locali, per il quale all’inizio pagano un censo annuo e che poi riscattano.
Nel 1360 si contano nel Borgo 157 casupole (oggi sono circa 200).
Dal 1374 al 1517 il paese passa sotto il controllo di varie famiglie tra cui i Savoia, i Fontana, ed infine i Ferrero – Fieschi, all’epoca conti di Masserano.
Tra il 1554 ed il 1632 Candelo è coinvolto in una serie di spiacevoli eventi tra cui le lotte tra Francesi e Spagnoli e la decimazione della popolazione a causa della peste; l’elevazione del feudo a contea rimane uno dei pochi lati positivi di questo periodo.
Dal 1644 al ‘49 nuove occupazioni spagnole provocano incendi e distruzioni. 
1785: Carlo Sebastiano Ferrero Fieschi è l’ultimo feudatario di Candelo; con l’occupazione napoleonica si modifica la struttura politico-amministrativa del borgo.
1819: inizia la costruzione dell’attuale Palazzo comunale sulle antiche mura del Ricetto; sempre nello stesso anno viene realizzata piazza Castello.

Il “Principe” Sebastiano Ferrero

Sebastiano Ferrero fu uno degli uomini più importanti del suo tempo in questo territorio, consigliere e tesoriere delle finanze prima per il Ducato di Savoia e poi per quello di Milano. A lui si collegano tantissime testimonianze nel Biellese, come la bellissima Chiesa di San Sebastiano a Biella.
Nel 1489, gran parte di Candelo era in possesso di Sebastiano Ferrero ma il rapporto con i Candelesi non fu semplice. Il nuovo Signore aveva molte pretese:  versamento annuo ed in perpetuo di un ducato per famiglia, il mulino di Candelo; diritti sul Ricetto ed anche un censo annuale di 21 ducati; Riunione del Consiglio solo in sua presenza, la chiave del Ricetto, la riscossione delle multe e dei bandi campestri 
La popolazione ritenne assurde le pretese del Signore: la comunità aveva acquistato il terreno e costruito col proprio denaro il Ricetto e lo riteneva una proprietà collettiva del paese. La causa fu quindi portata davanti ad un arbitrato e il cosiddetto “lodo” si concluse a favore della Comunità di Candelo, Sebastiano Ferrero edificò, comunque, una casa all’interno del borgo del Ricetto, la cosiddetta “torre del principe” e realizzò anche interventi di ampliamento dei canali d’acqua esistenti e ne creò di nuovi per irrigare i fondi agricoli.

La mostra “IL MONDO DI TIM BURTON”; vale il viaggio a Torino

La mostra “IL MONDO DI TIM BURTON”; vale il viaggio a Torino

Ho visitato la Mostra al Museo Nazionale del Cinema di Torino, all’indomani del lutto che mi/ci ha colpito. Ed è stato un toccasana, perché Donatella ed anche io, ci siamo immersi nella creatività di un genio, che conoscevo marginalmente. Mentre Donatella è una grande appassionata. Resta aperta fino al 6 aprile 2024. La consiglio perché qui scopri veramente la creatività” ed il pensiero “divergente” tipico dei geni…

La mostra “Il mondo di Tim Burton”: disegni e bozzetti

La mostra “The World of Tim Burton”  allestita al Museo del Cinema di Torino all’Interno della Mole Antonelliana è un viaggio nell’universo visionario e nella creatività di Tim Burton. Resta aperta fino al 6 aprile 2024 ed il sabato fino alle 22 .

Il nucleo principale dell’esposizione si concentra sull’archivio personale del regista, mostrando un’incredibile varietà della sua produzione creativa.

Non solo quindi preziosi documenti ma anche disegni e bozzetti con i temi e i motivi visivi ricorrenti da cui hanno preso vita i suoi personaggi che caratterizzano i suoi mondi cinematografici distintivi.

Tim Burton è stato premiato anche dal Museo del Cinema di Torino con il premio Stella della Mole come riconoscimento del suo contributo visionario e innovativo con il suo stile inimitabile alla storia del cinema.

La mia esperienza

Sono stato invitato a visitare la Mostra da Donatella. Lei è una fan, un’appassionata di Horror e Tim Burton, tra gli altri, è un suo mito.

Premesso che a Torino ci torno sempre volentieri, perchè abbiamo casa nella vicina Andorno Micca – Biella e mi ha fatto piacere visitare la mostra. Ho apprezzato il genio, il pensiero “divergente”. Questi due elementi sono già sufficienti per compensare il costo del biglietto (contenuto a 15 euro…ci siamo andati di mercoledi, giorno infrasettimanale).

Mi ha appassionato il grande lavoro di ricerca e studio che Tim, fa dei suoi personaggi che poi, diventano personaggi cinematografici.

La dovizia , la cura dei particolari: niente è fuoriposto. E magari ad una lettura superficiale vedendo i suoi film, non pensi che dietro ci sia tutto qs lavoro. Infine, mi è piaciuto il senso di “squadra”. Tim lavora, produce ed elabora, insieme agli altri. E questo è un plus… Da non perdere l’installazione della sua “incasinatissima” scrivania…
Inutile dire che a fine mostra, un salto per i portici e piazza San Carlo è obbligatorio con il classico “bicerin” e magari tirar su un po di Gianduiotti...

Chi è Tim Burton?

Timothy Walter Burton, noto come Tim Burton, è un regista, produttore, sceneggiatore e artista statunitense nato il 25 agosto 1958 a Burbank, in California. È celebre per il suo stile distintivo e unico, caratterizzato da atmosfere dark, gotiche e fiabesche, spesso popolate da personaggi eccentrici e bizzarri. Burton ha iniziato la sua carriera come animatore presso la Disney, ma ha guadagnato notorietà per la sua visione creativa e il suo talento nel dirigere film che sfidano le convenzioni. Alcuni dei suoi lavori più noti includono “Beetlejuice – Spiritello porcello”, “Batman”, “Edward mani di forbice”, “Nightmare Before Christmas” e “Il giovane Handsome – Frankenstein junior”.
La sua capacità di mescolare il fantastico con l’umorismo nero e la sensibilità emotiva gli ha garantito un posto di rilievo nell’industria cinematografica, rendendolo uno degli autori più iconici e influenti nel panorama del cinema contemporaneo.

Info:
Info visite: +39 011 813 8560 0118138563
Info sito web: Modulo di contatto
Indirizzo: Via Montebello, 20 . 10124 Torino (TO),
Posizione 45.06926401639549, 7.692963538199398

Legnano: un grave lutto mi ha colpito. Mio suocero Luciano non c’è più

Legnano: un grave lutto mi ha colpito. Mio suocero Luciano non c’è più

Un grave lutto mi ha colpito. Mio suocero Luciano Bernardi non c’è più…Purtroppo la malattia è peggiorata nell’arco di un mese e mezzo e si è portato via Luciano. Sono rientrato a “volo” da Tenerife, per stare vicino alla famiglia ovvero alle figlie Donatella e mia cognata Mariangela…Un doveroso omaggio all’uomo, padre e suocero…

L’evento…
La malattia brutta diagnosticata quattro anni fa…ma poi “ripresa” …fino ad ottobre scorso…

E dopo un mese e mezzo di lotte, trasferimenti tra pronto soccorso, casa, ospedale di Legnano e poi Cuggiono, mio suocero Luciano Bernardi, per tutti il “Sig. Luciano”, non c’è l’ha fatta.


L’impegno di Donatella e poi della sorella Mariangela, non sono stati sufficienti.

Ora riposa in pace.

Per chi volesse dare l’ultimo saluto, i funerali si terranno martedi 28 novembre alle ore 15
Santuario Madonna delle Grazie
Corso Magenta- Legnano (Mi)

Chi era: l’uomo
Luciano, classe 1934, avrebbe compiuto 90 anni tra poco. Un uomo semplice ma di grandi visioni.
Orfano del padre, partito da Roma per Milano, dopo aver frequentato le scuole tecniche di saldatore, si è trasferito  a Milano per inserirsi con successo , nel settore edile. Dapprima saldatore delle fondazioni nei cantieri edili, poi  gruista.
Ha lavorato per circa 36 anni alla CMB. Ha seguito e collaborato per molti insediamenti edili  a Milano e poi in provincia. Divenendo ben presto un riferimento per la cooperativa C.M. B. ora CMB Building di Carpi. Luciano ha dato un contributo alla realizzazione della prima metropolitana milanese, la linea Rossa MM1, il primo centro commerciale a Milano, il “Bonola”. E poi grandi residence e condomini in tutta la provincia di Milano, ed il destino, lo ha fatto operare anche a Legnano.

I percorsi


In C.M.B. si è formato ed è cresciuto. Ha imparato attraverso l’osservazione ed il “buttarsi” anche a fare l’idraulico, l’elettricista che ha poi utilizzato nell’attività autonoma.

Il lungo lavoro per C.M.B. gli è valso l’attestazione di “lavoratore fedele” con una cerimonia di consegna con festeggiamenti, prima della agognata pensione.
Pensione che godrà con Carla, sua moglie nella loro casa a Milano.

Poi subito dopo la pensione si trasferisce/ono a Biella. Qui sarà apprezzato anche dai “piemontesi”. Perché Luciano è di compagnia e non nega il saluto a nessuno!

Purtroppo a Biella, Carla viene a mancare. E dopo qualche riflessione, decidiamo, insieme a tutta la famiglia il trasferimento a Legnano in via Guerciotti, nella casa che fu dei miei genitori (Alfredo e Cecilia legatissimi a mio suocero, e viceversa).

La socialità e il papà

Uomo affabile, e anche a Legnano, Luciano diventa amico di tutti. Soprannominato “il Sig. Luciano” era stimato e amato, in primis dai miei collaboratori di allora, i colleghi di Assesempione e poi di Sempione News.(la casa era adiacente all’ufficio di via Guerciotti) .
E poi da tutto il condominio de “I Bardi” nonché dai negozianti delle vie adiacenti a partire da Guzzetti , l’alimentare che lo aveva preso nelle sue grazie, poi dal Bar Bianchi, dove era sovente soffermarsi la mattina per fare colazione ed assaggiare le buone focacce!  

E’ diventato il nonno di tutti in pochissimo tempo.
E la gioia più grande arriva da mio figlio Federico, che con Ilenia, a luglio gli/ci hanno donato Ricky diventando “Nonno bis”.

E facendo un passo indietro, dal racconto di Donatella e Mariangela, emerge che era un papà “instancabile” ed era disposto a giocare anche al ritorno dal pesante lavoro(a cavalluccio con le bimbe in groppa…)

Il mio rapporto con Luciano

Con lui ho avuto in rapporto sempre diretto. Ho sempre apprezzato il suo “ingegno” che ha messo a disposizione aiutandomi nel lavori per la casa in montagna a Biella e poi qui a Legnano. Ma anche nei lavori legati agli impianti elettrici nei precedenti uffici di Via Guerciotti e poi in quello di Corso Italia.

Mi mancherà.

Come manca a tutti noi. Ma sono sereno perché grazie alla mia famiglia, sebbene fossi a 3500 di distanza nell’ultimo periodo, l’ho sentito sempre vicino. Grazie a Donatella, a Federico e Ilenia, a Rebecca e Giulia e poi Mariangela ed Essam che mi hanno permesso di vivere con serenità questa esperienza, interessandosi loro di Luciano.

Io l’ho amato in vita coinvolgendolo in ogni evento, in ogni momento della “mia” famiglia, ferie comprese.
La mia serenità cresce ancor di più con l’arrivo di Ricky, al quale, inevitabilmente si è legato in vita. Ora lo porterà con se, in qualche luogo lassù e lo presenterà a Nonna Carla e sarà anche lei, Nonna bis!

Ciao Luciano 

Un pezzo di Oasi Zegna in piazza Duomo a Milano

Un pezzo di Oasi Zegna in piazza Duomo a Milano

Le aiuole di piazza Duomo sotto la tutela del Gruppo Zegna. Scompariranno dalla piazza Bananeti e Palme. Avendo casa a Andorno Micca, comune alle falde dell’Oasi, sono orgoglioso di questa scelta…

La mia soddisfazione

Da Milano, Piazza Duomo, parte il progetto che prevede la creazione di nuove Oasi Zegna nel mondo.

Zegna sarà partner ufficiale del Comune di Milano per la riprogettazione e la cura delle aiuole di Piazza Duomo per i prossimi tre anni. 

Il Gruppo ha lavorato con un gruppo di esperti botanici e paesaggisti per portare a Milano alcuni degli elementi caratteristici della vegetazione di Oasi Zegna nel rispetto della biodiversità e dell’ecosistema.

La mia soddisfazione è grande perché ho la mia casa “relax” ad Andorno Micca in provincia di Biella a ridosso dell’Oasi.

All’Oasi hanno imparato a sciare i miei figli, all’oasi facciamo trekking, qui passiamo il Ponte di Capodanno.

Insomma è uno dei miei luoghi del cuore e di relax…

La scelta

Cambia l’aiuola di piazza del Duomo: dopo palme e banani, arrivano canfore, rododendri e fiori bianchi di filelfo dalle alpi biellesi. La nuova sponsorizzazione dello spazio verde nella piazza centrale di Milano sarà firmata da Zegna, che si è aggiudicato il progetto..
La nuova piantumazione, verrà ufficialmente presentata al Salone del Mobile del 2024
Le specie verranno ripiantumate presso Oasi Zegna a fine ciclo e garantiranno la creazione di un habitat favorevole alle farfalle e agli insetti impollinatori.

Il Progetto
Il progetto vincitore prevede di portare alcuni elementi caratteristici della vegetazione di Oasi Zegna, il territorio di circa 100 km quadrati, situato nelle alpi biellesi, voluto da Ermenegildo Zegna negli anni ’30 del Novecento.

Le aiuole saranno ridisegnate per promuovere il rapporto tra persone e natura, ispirandosi al dipinto di Dino Buzzati del 1957: la piazza, nell’illustrazione del grande scrittore e giornalista, era trasformata in un paesaggio alpino, le guglie della cattedrale in cime di montagna e la pavimentazione in prateria.

Addio alle Palme di Beppe Sala

“Palme addio”, ha scritto il sindaco di Milano Beppe Sala su Instagram: “Oasi Zegna gestirà quello spazio verde per i prossimi tre anni.

Le nuove aiuole saranno caratterizzate da una struttura di base permanente composta da quattro boschetti sempreverdi e frondosi di canfore a cespuglio di diverse età.

Tra questi troveranno posto, a rotazione, rododendri dall’autunno alla tarda primavera e successivamente piante di filadelfo. Le specie si alterneranno nel rispetto delle diverse stagionalità e con una ripiantumazione in Oasi Zegna (nel Biellese) a fine ciclo.

Il Sacromonte di Oropa: uno dei più alti Siti Unesco

Il Sacromonte di Oropa: uno dei più alti Siti Unesco

Ho la fortuna di avere una casa di villeggiatura ad Adorno Micca in Valle Cervo, sopra Biella e spesso mi sono recato al Sacromonte di Oropa (molto sentito in Valle). Sono 12 le cappelle e sono dedicate alla vita di Maria e …non solo. Stamani era bello, ma nel pome il tempo è cambiato, ma non ha mutato la bellezza del sito Patrimonio Unesco. Seguimi, te lo racconto.

A due passi dalla casa in montagna ad Andorno Micca esiste il Sacromonte di Oropa, Patrimonio Unesco ed il Santuario annesso che i vallegiani, hanno soprannominato della Madonna Nera.

Oggi, sebbene nel pomeriggio fosse arrivato un temporale, ho visitato il sito Patrimonio Unesco con mio suocero Luciano (anni 89). Anche lui aveva voglia di rivedere questa bellezza immersa nel verde delle prealpi Biellesi.

A circa 1200 metri di altitudine, in una conca ai piedi di una scenografica quinta di monti è situato il grande complesso del Santuario, con le due basiliche, quella Antica e quella Superiore, precedute da ampie corti fiancheggiate da edifici e portici.

Salendo da Biella, poco prima di raggiungere il complesso, sulla sinistra si diparte il percorso devozionale del Sacro Monte che corre a zig zag su di un declivio erboso ancora oggi adibito a pascolo.

Le dodici cappelle, costruite a partire dal 1620, raccontano all’interno la vita di Maria con  statue in terracotta policroma e affreschi di Giovanni d’Enrico e della sua bottega, di Bartolomeo Termine e Agostino Silva e nel Settecento di Carlo Francesco, Giuseppe Auregio Termine e Giovanni Galliari. Altre cinque cappelle site lungo la parte terminale della salita che giunge a Oropa da Biella, a est del Sacro Monte sono dedicate ai santi e alla tradizione del santuario.

Il progetto

Il progetto del Sacro Monte fu messo a punto da un frate cappuccino, padre Fedele da San Germano, tra il 1617 e il 1620, e prevedeva venticinque cappelle. Si pensava a un percorso narrativo complementare e preparatorio alla visita e all’adorazione della Madonna di Oropa, con statue colorate a grandezza naturale di grande efficacia visiva, come quelle del Sacro Monte di Varallo  e del Sacro Monte di Varese. Il progetto, iniziato nel 1617 per concludersi intorno al 1720 circa, prese corpo grazie al sostegno delle comunità rionali di Biella e dintorni e delle famiglie della nobiltà locale.

Per l’allestimento interno furono coinvolti i plasticatori valsesiani d’Enrico, attivi anche ai Sacri Monti di Varallo e di Orta. I personaggi plasmati da Giovanni d’Enrico si riconoscono per il grande realismo e gli atteggiamenti naturali e spontanei che lasciano trasparire le emozioni. La mano dei D’Enrico plasmava visi dai lineamenti profondi, fronti corrugate, occhi accesi, mani nervose mentre per le barbe ed i capelli utilizzava elementi naturali per  accentuarne il realismo, come si vede nelle cappelle dello Sposalizio, delle Nozze di Cana e del Paradiso. 

Un consiglio dopo la visita al Sacromonte: visitare i dintorni ed in particolare Il Piazzo di Biella. é il salotto buono della città. Si raggiunge in auto oppure attraverso la Funiculare (gratuita) .

Cenni storici

All’origine del Santuario vi era un piccolo sacello eremitico. Fu il vescovo di Vercelli Aimone di Challant, alla fine del XIII secolo, a consacrare una nuova chiesa e a lasciare in dono la statua della Madonna Nera. Una nuova più grande chiesa, successiva alla peste del 1599, che conservò all’interno, sotto la cupola, l’edificio precedente, venne pressoché conclusa nel 1620 quando fu celebrata, con grandissimo concorso di popolo, la prima solenne Incoronazione della Vergine. In quella stessa occasione si pensò alla costruzione di un  Sacro Monte per alimentare la devozione alla Madonna arricchendola con il racconto in immagini della storia della sua vita. 

Il successo della Prima Incoronazione rafforzò i legami con la dinastia sabauda che impegnò gli architetti di corte nell’ampliamento del Santuario tra Seicento e Settecento, fino a trasformarlo in un grande complesso residenziale extraurbano simile alle ville regie di Rivoli, Racconigi o della Venaria Reale. Nel 1725 Filippo Juvarra costruì la nuova scenografica porta di ingresso al santuario. I legami con la Casa Savoia sono testimoniati dai numerosi ritratti conservati presso l’Appartamento Reale nel  Museo del Tesoro. 

Info Utili

Santuario di Oropa
Via Santuario di Oropa, 480 , 13900 Biella
Tel: +39.015 25551203
E-mail: info@santuariodioropa.it
Sito web: http://www.santuariodioropa.it

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