Testimonianza e denuncia alla Mostra : “Steve MC Curry. Uplands&Icons” a Biella

9 Jan 2025

Biella oltre per la sua natura, per le sue eccellenze, sta tornando alla ribalta nazionale, per chi non lo sapesse, per la sua attenzione alla cultura . E’ il caso della mostra “Steve MC Curry. Uplands&Icons”  allestita nei suoi due “attrattori-poli” ovvero Palazzo Ferrero e Palazzo Gromo al “Piazzo”. Denuncia, Testimonianza, contraddizioni negli scatti del grande Maestro ti “portano” dentro le foto e ti senti coinvolto. E Biella dista solo 101 km da Milano (75 circa da Legnano!)…
#biella #stevemccurry #uplands&icons #palazzoferrero #palazzogromo @palazzoferrero #iviaggidienzo #biella #legnano

La Mostra “Steve MC Curry. Uplands&Icons”

La mostra che avevo perso a #milano, ho avuto il piacere di “rincorrerla” e vederla nella “mia” #biella, al Piazzo, il centro storico-medioevale dell’ex-città del tessile (a parte, ora, x la lana dei Zegna).
E’ suddivisa su due Spazi ideali e fisici: a Palazzo Gromo circa 100 foto sulle “Terre Alte”, ovvero gli altipiani del Tibet, dell’Afganistan, della Mongolia, del Giappone ecc, dove Steve Mc Curry ha catturato luoghi e personaggi in simbiosi con gli spazi enormi che li circondano, con “compostezza”, senza alzare mai la voce.
Si evince in modo chiaro, qui, la sua testimonianza che si trasforma in me ed in noi occidentali in denuncia. Denuncia verso quell’ambiente che ormai è lontano da noi. Poi ci si sposta a Palazzo Ferrero, qui pochi scatti, circa una ventina, concentrata sull’uomo, sulla sua condizione umana e sociale. Qui le foto che il National Geographic ha fatto girare per il mondo. Come la “ragazza” dagli occhi verdi. Mai esasperazione, ma dignità!. Forse questo è il valore che più mi ha colpito. Bello ed economico il catalogo(25€)

Le Uplands – Terre Alte per Steve MC Curry
La prima tappa del percorso è a Palazzo Gromo. Questo spazio espositivo non è nuovo ad accogliere grandi mostre. Lo scorso anno ha ospitato “Bansky &Co”, quest’anno continua, secondo me, il tema della denuncia attraverso le foto delle “Terre Alte” (del resto Biella con le sue prealpi, è il luogo adatto a questo evento).
È allo spirito della Montagna, alla sua sacralità, ai suoi paesaggi oltre che a quello dei suoi abitanti, che è dedicata Steve McCurry. Uplands, curata da Biba Giacchetti, che ripercorre i viaggi di McCurry nelle alte terre, dall’Afghanistan al Tibet, dalla Mongolia al Giappone, dal Brasile alla Birmania e poi Filippine, Marocco, Yemen; oltre 100 immagini che spaziano dalle sue prime missioni afgane alle più recenti tappe della sua instancabile esplorazione del mondo, come la Mongolia e l’Antartide. Un racconto che è fatto di paesaggi sconfinati, di volti segnati animati da sguardi intensi, di coltivazioni estorte alla terra, di simbiosi tra popoli e animali che assumono talvolta ruoli determinanti per garantire l’umana sopravvivenza. E si fa fatica a passare da una “scena”(scatto)  ad un’altra, perché nel passaggio siamo ancora avvolti, emotivamente, dalla scena precedente. “il rispetto per quanto ci circonda, per la natura ancora incontaminata, e per i popoli della montagna”, uno dei “valori” trasmesso da Steve, nei bei video ad inizio e fine percorso. Mi associo.

Le icons

Nel mondo Steve Mc Curry, è conosciuto per le sue “Icone” veicolate attraverso il National Geographic nel tempo(dagli anni ottanta ad oggi). Sono quelle che ci hanno avvicinato. Alle sue foto più conosciute e rappresentative, alle sue Icons, è poi dedicata la parte di mostra allestita a Palazzo Ferrero, con immagini straordinarie, tra cui il famoso ritratto della ragazza afgana dagli occhi verdi, scattato del 1984 in un campo profughi di Peshawar, che ritrae Sharbat Gula. La foto diventata simbolo globale della condizione dei rifugiati colpisce per lo sguardo intenso e penetrante della giovane, alla quale poi McCurry non ha mai fatto mancare il sostegno, aiutando lei e la sua famiglia nel 2021 a scappare dall’Afghanistan. Percorrendo la mostra, altri scatti denunciano la condizione umana attraverso visi, ma anche “il lavoro” duro nel quale è “costretto” l’uomo. Si evince, sempre in MC Curry, un fascino estremo, il tempo dilatato, il silenzio, uno stile di vita che oscilla tra pericolo e risorsa in luoghi distanti per geografia, accomunati da una struggente bellezza. E’ il caso del Minatore che fuma dopo aver “scavato” per giorni, oppure i Mongoli avvolti nei loro cappelli, moppure il relax di un bimbo addormentato su una mucca in un reciproco “piacere”. E…ancora tanto altro. Da non perdere!

INFO:

Orari di apertura

Mercoledì e giovedì 15.00-19.00
Venerdì, sabato e domenica 10.00-19.00

8 e 26 dicembre, 1° e 6 gennaio, 20, 21 e 25 aprile, 1° maggio 10.00-19.00

Ultimo ingresso ore 18.00Chiusura giardino ore 17.00

Biglietteria a Palazzo Gromo Losa
Biglietto unico d’ingresso per le due sedi espositive

Intero: 13,00 € / Ridotto: 10,00 €
PS: un ringraziamento a Francesca e Stefania

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