YAIZA di Lanzarote: un’eccellenza tutta da scoprire
Sono arrivato a Lanzarote con l’idea che l’isola fosse piccola, e magari lo è, ma che offriva meno delle altre isole . Mi sono ri-creduto perché ho capito che Lanzarote fa parte del comune di Yaiza, che comunque resta piccino. Quindi essendo piccolo, tutti i siti di interesse e sono tanti, sono raggiungibili in un baleno. Partendo dalla Playa Papagajo, ho scoperto il Monumento dei Los Ajaches, in poco meno di 30 minuti sono stato al Rubicon nel paesino di Femes dove ho scoperto Mararia e la Chiesetta di San Marcial del Rubicon e scendendo a destra Le saline del Janubio…E poi a 40 km, la Fondazione Cesar Manrique. Il tutto in meno di 50 km…scusate se è poco…
La scoperta di Yaiza
Come accennavo, Yaiza è stata la scoperta principale della mia visita a Lanzarote. Perché essendo un comune piccolo, è facile raggiungere le bellezze in pochi minuti.
Parto con la Playa Blanca di Lanzarote. E’ il primo impatto scendendo dal traghetto. Una playa-baja di pescatori che si sono adeguati al turismo ed all’accoglienza. Le case piccole, alcune di origine colonica-canaria, ti fatto sentire di essere in un posto a dimensione uomo.
Qui il paesino ha diverse perpendicolari: quella centrale, con negozi dove è possibile trovare ancora manufatti artigianali. Ma per chi vuole le grandi marche, c’è solo il dubbio della scelta (alcuni negozi di qualità, sono di origine italiana). Poi si scende sulla perpendicolare del “Pasejo”, ovvero la promenade che lambisce il mare limpido. Qui la spiaggetta invita a togliersi di dosso, il freddo, che alcuni turisti si portano addosso. Compreso me ed alcuni amici che ho intervistato . da vedere..
Pico del Rubicon, Femes e San Macial
Di questo ho già scritto. In meno di 20 minuti si arriva sul pico del Rubicon, a circa 600 metri di altezza del comprensorio delle Ajaches. Questa realtà montuosa di origine vulcanica, ha creato diversi insediamenti, uno di questi Femes. Conosciuto per essere rifugio in passato dalle incursioni pirate, oggi è un luogo di relax ma anche ricco di storia. Dopo quella di Mararia, ecco la bella chiesetta di San Macial. Si tratta di una costruzione del XVII secolo (anno 1630) che sostituì il primitivo eremo-cattedrale delle isole che si trovava nella zona costiera conosciuta come Rubicón e che fu demolito dai corsari inglesi nel 1593. Chiesa ad unica navata con arco trionfale che dà accesso al presbiterio, dove sono ospitate le due pale d’altare e una nicchia centrale dove è collocata l’immagine del Santo Patrono. All’esterno sono visibili i vari corpi che si sono aggiunti nel corso dei secoli: il corpo principale dell’eremo, presbiterio e sagrestia, oltre alle due porte con arco semicircolare, ricavate nel tufo rosso del luogo, che risaltano sulla candore delle pareti.
Sulla facciata è presente una targa scolpita in pietra che ricorda il passaggio e il soggiorno del vescovo Don Pedro Manuel Dávila y Cárdenas (febbraio 1733).
Monumento naturale di Los Ajaches
Si tratta di un massiccio montuoso fiancheggiato a sud da una pianura pietrosa, dove l’erosione ha modellato, nel corso di diversi milioni di anni di azione continua, un paesaggio di morbidi rilievi. Gli Ajaches sono costituiti da alcuni dei materiali basaltici più antichi dell’isola, con alcuni affioramenti trachitici a sud e manifestazioni eruttive più recenti nella Montaña Bermeja. La sua storia geologica è direttamente collegata a quella di Lanzarote, poiché alla base del massiccio di Los Ajaches si trovano le lave della sottozona più antiche dell’isola, con 15,5 milioni di anni.
L’area protetta comprende spiagge fossili, che emergono sul fianco orientale del massiccio, e spiagge attive sulla costa meridionale.
Ed io ho avuto la fortuna di insediarmi in questa oasi naturale. Da qui ho già mandato video e foto e vi assicuro che la mattina essere svegliato da sterne o falchi pescatori o da gabbiani, ti cambia la vita.
A poco da qui, altre eccellenze, come
Il Parco Nazionale di Timanfaya, Le saline del Janubio che purtroppo non riuscirò a visitare…