Testimonianza e denuncia alla Mostra : “Steve MC Curry. Uplands&Icons” a Biella

Testimonianza e denuncia alla Mostra : “Steve MC Curry. Uplands&Icons” a Biella

Biella oltre per la sua natura, per le sue eccellenze, sta tornando alla ribalta nazionale, per chi non lo sapesse, per la sua attenzione alla cultura . E’ il caso della mostra “Steve MC Curry. Uplands&Icons”  allestita nei suoi due “attrattori-poli” ovvero Palazzo Ferrero e Palazzo Gromo al “Piazzo”. Denuncia, Testimonianza, contraddizioni negli scatti del grande Maestro ti “portano” dentro le foto e ti senti coinvolto. E Biella dista solo 101 km da Milano (75 circa da Legnano!)…
#biella #stevemccurry #uplands&icons #palazzoferrero #palazzogromo @palazzoferrero #iviaggidienzo #biella #legnano

La Mostra “Steve MC Curry. Uplands&Icons”

La mostra che avevo perso a #milano, ho avuto il piacere di “rincorrerla” e vederla nella “mia” #biella, al Piazzo, il centro storico-medioevale dell’ex-città del tessile (a parte, ora, x la lana dei Zegna).
E’ suddivisa su due Spazi ideali e fisici: a Palazzo Gromo circa 100 foto sulle “Terre Alte”, ovvero gli altipiani del Tibet, dell’Afganistan, della Mongolia, del Giappone ecc, dove Steve Mc Curry ha catturato luoghi e personaggi in simbiosi con gli spazi enormi che li circondano, con “compostezza”, senza alzare mai la voce.
Si evince in modo chiaro, qui, la sua testimonianza che si trasforma in me ed in noi occidentali in denuncia. Denuncia verso quell’ambiente che ormai è lontano da noi. Poi ci si sposta a Palazzo Ferrero, qui pochi scatti, circa una ventina, concentrata sull’uomo, sulla sua condizione umana e sociale. Qui le foto che il National Geographic ha fatto girare per il mondo. Come la “ragazza” dagli occhi verdi. Mai esasperazione, ma dignità!. Forse questo è il valore che più mi ha colpito. Bello ed economico il catalogo(25€)

Le Uplands – Terre Alte per Steve MC Curry
La prima tappa del percorso è a Palazzo Gromo. Questo spazio espositivo non è nuovo ad accogliere grandi mostre. Lo scorso anno ha ospitato “Bansky &Co”, quest’anno continua, secondo me, il tema della denuncia attraverso le foto delle “Terre Alte” (del resto Biella con le sue prealpi, è il luogo adatto a questo evento).
È allo spirito della Montagna, alla sua sacralità, ai suoi paesaggi oltre che a quello dei suoi abitanti, che è dedicata Steve McCurry. Uplands, curata da Biba Giacchetti, che ripercorre i viaggi di McCurry nelle alte terre, dall’Afghanistan al Tibet, dalla Mongolia al Giappone, dal Brasile alla Birmania e poi Filippine, Marocco, Yemen; oltre 100 immagini che spaziano dalle sue prime missioni afgane alle più recenti tappe della sua instancabile esplorazione del mondo, come la Mongolia e l’Antartide. Un racconto che è fatto di paesaggi sconfinati, di volti segnati animati da sguardi intensi, di coltivazioni estorte alla terra, di simbiosi tra popoli e animali che assumono talvolta ruoli determinanti per garantire l’umana sopravvivenza. E si fa fatica a passare da una “scena”(scatto)  ad un’altra, perché nel passaggio siamo ancora avvolti, emotivamente, dalla scena precedente. “il rispetto per quanto ci circonda, per la natura ancora incontaminata, e per i popoli della montagna”, uno dei “valori” trasmesso da Steve, nei bei video ad inizio e fine percorso. Mi associo.

Le icons

Nel mondo Steve Mc Curry, è conosciuto per le sue “Icone” veicolate attraverso il National Geographic nel tempo(dagli anni ottanta ad oggi). Sono quelle che ci hanno avvicinato. Alle sue foto più conosciute e rappresentative, alle sue Icons, è poi dedicata la parte di mostra allestita a Palazzo Ferrero, con immagini straordinarie, tra cui il famoso ritratto della ragazza afgana dagli occhi verdi, scattato del 1984 in un campo profughi di Peshawar, che ritrae Sharbat Gula. La foto diventata simbolo globale della condizione dei rifugiati colpisce per lo sguardo intenso e penetrante della giovane, alla quale poi McCurry non ha mai fatto mancare il sostegno, aiutando lei e la sua famiglia nel 2021 a scappare dall’Afghanistan. Percorrendo la mostra, altri scatti denunciano la condizione umana attraverso visi, ma anche “il lavoro” duro nel quale è “costretto” l’uomo. Si evince, sempre in MC Curry, un fascino estremo, il tempo dilatato, il silenzio, uno stile di vita che oscilla tra pericolo e risorsa in luoghi distanti per geografia, accomunati da una struggente bellezza. E’ il caso del Minatore che fuma dopo aver “scavato” per giorni, oppure i Mongoli avvolti nei loro cappelli, moppure il relax di un bimbo addormentato su una mucca in un reciproco “piacere”. E…ancora tanto altro. Da non perdere!

INFO:

Orari di apertura

Mercoledì e giovedì 15.00-19.00
Venerdì, sabato e domenica 10.00-19.00

8 e 26 dicembre, 1° e 6 gennaio, 20, 21 e 25 aprile, 1° maggio 10.00-19.00

Ultimo ingresso ore 18.00Chiusura giardino ore 17.00

Biglietteria a Palazzo Gromo Losa
Biglietto unico d’ingresso per le due sedi espositive

Intero: 13,00 € / Ridotto: 10,00 €
PS: un ringraziamento a Francesca e Stefania

Una passeggiata tra “Foliage” e “Balcun” alla Madonna delle Nevi

Una passeggiata tra “Foliage” e “Balcun” alla Madonna delle Nevi

Prima che arrivi la neve o il freddo, una bella passeggiata-escursione al Rifugio Madonna delle nevi a Piedicavallo, Biella x tutti (circa 60km da Milano). Io l’ho fatto con la famiglia e mio nipote Riccardo, di un anno, in Spalle(zaino x bimbi). Lungo il sentiero ben segnato E40, “Foliage” ma anche una vista estasiante sul “balcun” della valle Cervo . La consiglio…

Passeggiata Piedicavallo-Rifugio Madonna della Neve .Qualche giorno fa ho provato una bella esperienza ovvero l’escursione alla Madonna Delle Nevi alle Selle di Rosazza – 1480 metri. E prima che arrivi il brutto tempo, la consiglio anche per ammirare il Foliage scoppiato nelle aree montane, ed in Piemonte in particolare. Da qui si puo’ godere del “Balcun” ovvero un luogo magico dove si osservano le Selle, la valle Cervo che degrada verso la “bomboniera” Biella, il suo torrente Cervo e Piedicavallo.
Breve e facile l’escursione su bel sentiero che ho/abbiamo fatto con la famiglia e con un bambino di 12 mesi, mio nipote Riccardo. Quindi “facile” anche se impegnativo per chi è “sedentario” . Lungo il percorso castagneti danno il benvenuto con faggeti man mano che si sale fino a raggiungere in cima, sul pianoro, prati dove rilassarsi e sostare in tranquillità. Per il pranzo si può approfittare del rifugio Madonna delle Nevi a conduzione familiare oppure gustare il pranzo a sacco. Al rifugio è possibile pranzare o cenare con prodotti locali, come salciccia e polenta, formaggi tipici, a partire dalla Toma. Poiché non c’è corrente, i prodotti sono inevitabilmente “Freschi”. Si può, infine, pernottare e ci sono a disposizione 15 posti (consigliabile la prenotazione al n. .015/6097000 – http://www.rifugiomadonnadellaneve.it/.

Percorso
Per “salire” al Rifugio Madonna delle Nevi ci sono due percorsi: il Piedicavallo-Rifugio e l’altro da Rosazza al Rifugio. Io con la famiglia ho/abbiamo fatto il primo.

Dal posteggio al parco Ravere si attraversa il torrente Cervo sull’antico ponte in pietra a due arcate conosciuto come “punt ‘dla cua” e si svolta a sinistra per il sentiero segnalato con il segnavia E40, che è pure percorso della GTA. Dapprima in lieve discesa, poi in piano per un breve tratto, si raggiungono e si oltrepassano i casolari della Coda (900 m).

Successivamente, a pendenza moderata, ci si inoltra in un bosco di alti faggi, fino a uscirne nei pressi delle baite dell’Alpe Fornello (1060 m). Il percorso prosegue in zona aperta e attraversa il rio Coda . Con un lungo traversone nel bosco, ricco di diverse specie di alberi dove ammirare in autunno il “Foliage” , si giunge ad attraversare un secondo torrentello, il rio Jervas, per poi proseguire con alcuni lunghi tornanti sino a uscire dal bosco dove si raggiungono così le prime baite – quasi del tutto diroccate – delle Selle, dette “il Balcun” il promontorio a circa (1440 m circa). Lasciate le baite alle spalle e proseguendo a mezza costa nella zona prativa a ridosso di una elevazione erbosa, si raggiunge il secondo gruppo di baite: una è stata ampliata e ristrutturata a uso rifugio-ristoro, appunto il rifugio Madonna della Neve (ore 1,30). Si sale successivamente alla sovrastante chiesetta della Madonna della Neve (1480 m);

Indicazioni in auto/treno

Per arrivare in valle Cervo uscita Carisio o Santhia sulla A4 Torino-Milano a seconda della direzione da cui si proviene. Seguire direzione Biella, in città seguire le indicazioni per Andorno (s.p. 100) e successivamente Piedicavallo. Per chi arriva a Biella in treno è possibile utilizzare l’autobus di linea dell’ATAP n° 340, dalla stazione ferroviaria e arriva a Piedicavallo in un’ora

Itinerario 1 partenza da: Piedicavallo, parco Ravere (1037 metri) al Rifugio
dislivello Piedicavallo: 443 m – 136 m
tempo di percorrenza: ore 1.30
segnavia: sentiero E40-GTA, sentiero e tracce
Accesso e parcheggio: Da Biella con la strada provinciale SP100 si giunge a Piedicavallo, in 18 chilometri. Prima di entrare in paese, si imbocca a sinistra la circonvallazione, arrivando al capiente parcheggio posto in prossimità del parco Ravere (1037 m).

Itinerario 2 Partenze da Rosazza
Rosazza (882m-1480m):
Segnavia: mulattiera e sentiero E30, E32, GTA Da Rosazza seguendo il torrente Pragnetta fino a Desate. Dai pressi della chiesetta seguendo le indicazioni si esce dalle case e si prende una ripida mulattiera inizialmente delimitata da due muretti. Arrivati all’alpe Vernetto dopo un’ultima breve salita si arriva alla sella di Rosazza e quindi al rifugio

“ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti” alla Fondazione Casa Zegna

“ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti” alla Fondazione Casa Zegna

Sono “sceso” da Andorno Micca in provincia di Biella, ieri (8 settembre)  e quando Mauro Bianchini mi ha proposto di pubblicare un articolo sulla Fondazione Casa Zegna di Trivero, gli ho espresso subito la mia gioia. Si. Perché ho una casa a Andorno Micca e l’Oasi Zegna, (che include la Casa) è anche la “mia” casa. E poi a Casa Zegna ho avuto modo di vedere in passato diverse installazioni, visite guidate. Ora con gli occhi di Mauro, godo di questa nuova iniziativa realizzata da Rebecca Moccia. Grazie Mauro, grazie Rebecca

“ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti”

Trivero Valdilana (Biella) – “ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti” a cura di Ilaria Bonacossa, segna un nuovo capitolo di ricerca tra natura, arte e scienza attraverso un intervento site-specific, eseguito per l’occasione, dall’artista Rebecca Moccia (Napoli 1992).

Percezione e emotività sono le condizioni base su cui si fonda il progetto teso a creare un transfert tra l’essere umano con l’ambiente che lo circonda.

A rendere pulsante l’esposizione è l’unicità della location sita nell’ex giardino d’inverno della Fondazione Casa Zegna dove l’intensità della luce varia con il trascorrere delle ore.

I due diversi momenti creati da Rebecca Moccia  appaiono caratterizzati da situazioni naturistiche derivanti dall’uso di tessuti che tendono a disperdere o ad alimentare differenti cadenze di luminosità in armonia con forme scultoree la cui collocazione delinea ambienti entro cui soffermarsi in meditazione.

Il passaggio delle temperature e delle stagioni

Ad affiancare l’intero impianto concorrono arazzi tessuti a mano realizzati in collaborazione con il laboratorio di Manifattura Tessile della Comunità di San Patrignano.

Ho lavorato sul cambiamento” Afferma Rebecca Moccia “e il susseguirsi delle stagioni e quindi delle temperature-che sono incorporate nelle opere stesse in mostra-e sulle atmosfere che questi cambiamenti portano con sé: il loro valore pratico/simbolico nell’era della crisi climatica, soprattutto in ambiente montano; i sentimenti di perdita e nostalgia legati al loro graduale scomparire; i gesti/azioni di resistenza per invertire questa tendenza che valorizzano l’interconnessione tra esseri umani e non umani”.

Mauro Bianchini

Rebecca Moccia – “ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti” – 
Trivero Valdilana (Biella) -Fondazione Casa Zegna Via Marconi 23.
Prima attivazione fino al 15 settembre 2024.
Seconda attivazione dal 22 settembre al 17 novembre 2024.
Orari : tutti i giorni dalle 11 alle 17. Ingresso: intero 7 Euro, ridotto 5 Euro.

Biella è la seconda miglior città d’Italia per “qualità climatica”. La mia soddisfazione

Biella è la seconda miglior città d’Italia per “qualità climatica”. La mia soddisfazione

Come ho già scritto ho una seconda casa a Andorno Micca(San Giuseppe di Casto), in provincia di Biella. Amo la città.  D’estate, ma anche d’inverno, è una soluzione alla “calura” a due passi da Legnano. Inoltre amo la sua semplicità, la “sua” identità anche perché circondata da “bellezza”(Naturale e culturale). Sapere ora che è la seconda città italiana per qualità “climatica”, dopo Imperia, da parte della ricerca “Corriere-Meteo.it”, mi da’ molte soddisfazione e mi rende felice.
Non tanto per me quanto per i “biellesi”, che a volte non credono nelle potenzialità della città…

sacromonte-di-Oropa-Nascita-di-Maria-

La mia soddisfazione
Biella che supera città blasonate per la “qualità climatica”, mi riempie di gioia. “Bazzico” a Biella da circa 40 anni, mentre Donatella da 52, e la scopro sempre di più. Mi piace la sua posizione a cavallo della Serra Morenica che degrada verso il Lago di Viverone ed a Nord, sulle Prealpi biellesi che hanno come riferimento due eccellenze: Oropa, luogo mistico-spirituale con il “suo” Sacromonte , patrimonio Unesco con 12 cappelle dedicate a Maria e dall’altro l’Oasi Zegna che per “vision” della Famiglia Ermenelgildo ha creato un’oasi di pace sia d’estate sia d’inverno con la sua aspirazione massima per sport invernali Bielmonte (lo scorso anno c’era anche la Nazionale femminile svizzera, oltre a quella francese ed italiana1).  Purtroppo i biellesi non credono molto nel turismo, nell’attrattività e complice la posizione (incastonata senza via di ritorno tra il fiume Elvo ed il Cervo) non si è aperta al “Turismo di massa”, alla valorizzazione del proprio territorio anche dal punto di vista climatico. Meno male che studiosi danno una mano.

Il Progetto “Qualità climatica”. I numeri

Da un’analisi effettuata su oltre 380 milioni di dati, dopo Imperia, Biella risulta la migliore città d’Italia come qualità climatica. Il progetto è stato realizzato per il terzo anno dal Corriere della Sera e iLMeteo.it ed ha permesso di verificare come, quest’ultimo anno, stiano peggiorando i valori delle grandi città mentre, proprio nei centri minori, si riscontrino i climi migliori del Paese sotto differenti punti di vista.
Riferiti a 17 parametri, Imperia sfiora i mille punti complessivi (si ferma a 999) staccando di soli 8 punti la seconda piazza occupata da Biella.
Gli stessi relatori del progetto del Corriere e di iLMeteo.it definiscono Biella “la sorpresa del 2023“.
Ricordo, infine, che un po’ di Biella, ed in particolare di Bielmonte-Oasi, era già arrivata a Milano con il progetto della Piantumazione di Piazza Duomo con la Flora dell’Oasi a partire dai Rododendri. Già li il mio orgoglio è salito alle stelle!

oasi zegna a milano

I precedenti

Nei report degli anni scorsi infatti, la città era stata penalizzata dalla forte siccità ma, lo scorso anno, ha sfruttato la sua posizione collinare per mitigare sia le notti tropicali (cioè quelle in cui la temperatura minima non scende mai sotto i 20 gradi), sia l’indice di calore (il combinato tra temperatura, umidità, vento e radiazione solare): due parametri negativi che invece affliggono le località della pianura padana.
Rispetto alle precedenti edizioni sono stati ampliati i dati: oltre ai parametri che sono stati aggiunti come il caldo estremo e i giorni di gelo, prima il confronto si fermava al 2010, ora è stato esteso fino al 2000. Per ognuno dei 108 capoluoghi di provincia sono stati confrontati i 17 valori ora dopo ora, giorno per giorno per 24 anni per un totale di oltre 380 milioni di dati. I giorni di gelo sono quelli in cui la temperatura minima scende sotto zero gradi mentre, per eventi estremi, si intendono i giorni con precipitazioni sopra i 40 millimetri e raffiche di vento maggiori di 40 chilometri all’ora.

Biella più vicina a Milano con l’Oasi Zegna ed il Giro d’Italia

Biella più vicina a Milano con l’Oasi Zegna ed il Giro d’Italia

Uno dei “miei” luoghi del cuore è Biella. Ho casa ad Andorno ed ogni volta che succede qualcosa li, ho voglia di condividere. Ebbene, ieri, la tappa del Giro d’Italia, mi ha fatto emozionare: la carovana è passata a San Giuseppe di Casto(Frazione di Andorno Micca – Biella), dove ho la casa nella tappa Torino-Oropa. E poi mi fa piacere ricordare che le piante di Piazza Duomo, provengono dall’Oasi Zegna. Lo sapevate?…(foto e video estratte da Rai 2 – Giro d’Italia 2024)

Il mio legame con Oropa – Biella
Uno dei miei “luoghi del cuore” è il Biellese: ho casa a San Giuseppe di Casto(frazione di Andorno Micca). E’ la “mia” montagna preferita da circa 40 anni, è il luogo dove vado in vacanza, dove Federico e Rebecca hanno imparato a sciare (Bielmonte all’interno dell’Oasi Zegna), è il luogo dove sovente faccio collegamenti con il tessile, l’archeologia industriale. Ma ieri mi è venuta una grande emozione nel vedere in tele, il passaggio del giro d’Italia, Torino-Oropa, “quasi” davanti casa. Di questi luoghi si parla poco. Ieri per due ore si è parlato certo di corsa, ma anche dell’Oasi Zegna, una delle grandi opere naturalistiche e di protezione create da un imprenditore-mecenate: Ermenelgildo Zegna. E sono felice che grazie all’evento i telespettatori hanno scoperto il biellese, la “mia” San Giuseppe di Casto-Locato. Anche perché qui c’è uno dei gruppi fan di Pantani che ha posizionato a circa 6 km dal traguardo striscioni con le imprese di Marco Pantani. E poi Oropa è Patrimonio Unesco. Per la cronaca ha vinto Pogacar : è un giovane che merita. L’ho intervistato alla Coppa Bernocchi….Magari lo rivedremo ad ottobre a Legnano…Auguri!

L’Oasi Zegna a Milano
Ne avevo già parlato quando era stato approvato il progetto a dicembre 2023(vedi articolo). Ora Zegna ha consegnato ufficialmente alla città le aiuole della piazza, che sponsorizzerà nell’ambito di un progetto di durata triennale, con l’obiettivo di creare uno spazio verde ispirato all’Oasi Zegna, uno dei miei luoghi del cuore. Un territorio naturale che si estende per 100 chilometri quadrati nella cornice delle Alpi Biellesi, in Piemonte. Agli inizi del secolo scorso, Ermenegildo Zegna intraprese un vasto programma di riforestazione nell’area montuosa attorno al suo Lanificio e collego’ per la prima volta i due versanti della montagna attraverso la costruzione della Strada 232. II progetto di rimboschimento e di sviluppo della comunità locale che ha dato vita all’Oasi Zegna oggi conta più di 500.000 alberi e promuove la coesione e l’armonia tra uomo, impresa e natura. La visione del fondatore è stata coltivata dalle generazioni successive, che continuano a preservare l’Oasi Zegna come modello unico di responsabilità sociale e ambientale

Oropa Patrimonio Unesco
Un altro motivo di orgoglio è che questi eventi, rappresentano una ricaduta anche sul territorio. Ed il Biellese ne ha bisogno. Oggi, dopo i momenti d’oro del tessile del dopoguerra del secolo scorso, Biella è in difficoltà. Allora ben vengano questi grandi eventi, come il Giro d’Italia, ma non solo, perché cosi si ha una ricaduta economica. Gli alberghi di Biella e del circondario di Oropa erano sold out per il Giro. E questo mi fa immenso piacere. E se riuscissimo ad elevare il Turismo culturale, oltre a quello sportivo, perché no. Anche perché Biella centro offre tanto, con il Duomo, il Battistero, ma Oropa è Monumento patrimonio Unesco. Il Sacro Monte è composto da dodici cappelle dedicate alla vita della Vergine. Il progetto originario prevedeva un ciclo di venti cappelle, che dovevano costituire una narrazione di ampio respiro per includere episodi significativi della vita di Maria, noti attraverso le Sacre Scritture e i Vangeli Apocrifi. Da visitare senza il Giro d’Italia!

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