Sacro Monte Calvario di Domodossola by night: emozione alle stelle

11 Nov 2024

Ho visitato il Sacro Monte Calvario dopo il mio “peregrinare” tra i “Foliage” del Piemonte. A latere del “Trenino del Foliage” ho apprezzato il Sacro Monte di notte. Vi assicuro l’emozione, anche per un ateo come me, sale alle stelle!. Lo consiglio, anche perché è in autonomia!…

La “mia” visita al sacro Monte Calvario

Il mese di ottobre-novembre si caratterizza in Piemonte e Lombardia per la visita e scoperte dei luoghi del Foliage, dei colori dell’autunno che in queste due regioni esplodono più che in altre.

Dopo aver fatto il “trenino del Foliage” (vedi articolo), ho/abbiamo avuto modo di soffermarmi, in notturna, al Sacro Monte Calvario di Domodossola.

Ho avuto il piacere di visitarlo anche di giorno, ma di notte è più emozionante, suggestivo e toccante.

E lo consiglio a cattolici e non, perché al di la’ della fede, c’è della spiritualità e con le tenebre è ancora più profonda.

Il Sito Patrimonio Unesco, fa parte dei patrimoni dei Sacromonti del Piemonte e della Lombardia e si visita in autonomia ed è gratuito (offerta).

Il sacro monte è dedicato alla passione di Cristo, al Calvario e le 12 stazioni – cappelle, danno bene l’idea della sofferenza. Del sacrificio!

STORIA

Circondato dalle Alpi ossolane e da tipici villaggi con pendii ancora coltivati con antichi vitigni, a breve distanza dalla Svizzera, il Sacro Monte si snoda dal borgo di Domodossola fino al colle di Mattarella, luogo dalle origini molto antiche la cui storia è testimoniata da rinvenimenti romani e longobardi di materiale edilizio, ceramica e utensili e da una lapide di marmo del 539 d.C., riutilizzata nella cortina del castello medioevale, distrutto nel 1415 dagli Svizzeri.  

Il Sacro Monte fu intrapreso nel 1656 dai padri cappuccini Gioacchino da Cassano e Andrea da Rho per riprodurre la passione e morte di Cristo in immagini a grandezza naturale in una sorta di Biblia pauperum. Con le soppressioni napoleoniche degli ordini monastici nel 1810 i frati cappuccini furono cacciati e il convento destinato a caserma. Una rinnovata vitalità animò il complesso dal 1828 quando vi si insediò il nuovo ordine religioso fondato dal sacerdote e filosofo trentino  Antonio Rosmini. Ripresero allora i lavori con la costruzione di altre cappelle fino al primo Novecento.

Il Sacro Monte è anche Riserva naturale

Il sacro monte Calvario è anche riserva naturale con 26 ettari ed è inserito nelle riserve alpine.
Il paesaggio è segnato inizialmente da una zona quasi pianeggiante, dove si possono vedere le rovine dell’antico convento e le tracce di prati e terrazzamenti un tempo adibiti a coltivazioni agricole. Il bosco, che ricopre circa il 50% dell’area, è composto da castagni, querce, farnie e roveri. La sommità è caratterizzata da una vegetazione mista costituita, oltre che da frassini, ontani neri, pioppi e betulle, da numerose specie esotiche introdotte nel secolo scorso. Con il progressivo abbandono delle colture, l’estensione dei boschi ha favorito la diffusione della fauna, soprattutto uccelli, insetti e piccoli mammiferi. Chiaramente lo consiglio in questo periodo per apprezzare ancora i colori del “Foliage”, ma soprattutto in primavera con i colori della primavera e per chi vuole rinfrancarsi dalla “calura”, in estate. E poi da qui partono tante escursioni dalla val Vigezzo fino alla Svizzera.

I giardini dei padri Rosminiani – Come arrivare

Aperti alle visite, costituiscono una vera oasi di pace e tranquillità. Già nel 1658 il Vescovo di Novara aveva provveduto ad ampliare i giardini disponendo la vegetazione in modo “evocativo dell’ordine naturale”, in contrasto con l’impostazione rigidamente simmetrica dei giardini rinascimentali. Sono oggi presenti molte essenze di pregio, anche esotiche, quali sequoia, canfora, tasso, conifere d’oltreoceano, oltre a numerose specie arbustive ornamentali.
Il Sacro Monte Calvario dista circa 70 km circa sia da Milano, sia da Torino.
In auto: si utilizza la A4 – MITO deviazione Gravellona Toce. Da qui direzione Domodossola: Giunti in città le indicazioni sono evidenti.
Io ho cenato nel suggestivo Circolo adiacente al sito dove ho apprezzato la cucina semplice Ossolana con tanti affettati come la mordadella di fegato, la pancetta, Il salame di testa, Il lardo la bresaola di manzo ed il prosciutto tipico della Valle Vigezzo. Poi immancabile la polenta con il Bettelmatt.
Dovunque la cucina merita
info:
www.sacromonti.org – https://www.visitossola.it/
 

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