Ho/abbiamo visitato Buda e Pest, ovvero Budapest, divise dal Danubio, ma unite nella bellezza. La Basilica di Santo Stefano è imponente, come ll Palazzo del Governo-Parlamento per finire al National Museum per la parte di Pest. Attraversando il primo ponte d’Europa, ovvero il “Ponte delle catene”, si arriva a Buda. Meno costruita, collinare “presidiata” dal distretto dei castelli, patrimonio Unesco, e dalle tante chiese erette sull’altra sponda. Non puoi non fare a meno di una crociera sul Danubio e non assaggiare i piatti tipici o non fermarTi sui “lidi”…Ti racconto…
LA BASILICA DI SANTO STEFANO
La Prima tappa della visita nella città magiara è senza dubbio l’imponente Basilica di Santo Stefano. A me/noi, ha colpito per l’imponenza delle Torri, l’imponenza del sagrato e piazza adiacente, l’imponenza delle colonne in stile neoclassico, l’imponenza-fasti del roccoco’ più sfrenato. Ed infine, la bella statua del tabernacolo dedicata a Re Stefano che diventa poi Santo e che mori nel 1038. La Costruzione della Basilica a lui dedicata avvenne nel 1851 in stile neoclassica secondo il progetto di Jozsef Hild che mori nel 1857. L’anno dopo crollò la cupola. La costruzione e la correzione dei difetti fu affidata a Micklos Ybll che ridefì l’intera chiesa apportando modifiche rinascimentali. Morto Jbl nel 1891, si progetta l’interno secondo il programma dell’architetto Jozef kauser, e dal parrocco Lenard Lolok. Una curiosità le maestranze , scultori e pittori dovevano essere rigorosamente ungherisi. (nazionalismo artistico, diremmo oggi). I lavori durarono tanto e l’ultima pietra fu posata da Francesco Giuseppe. (imperatore impero austro-ungarico).
LA MOVIDA e INTRATTENIMANTO IN CITTA’
Abbiamo proseguito il giro, portandoci, su suggerimento di amici e delle receptionist del @campingarena, nella zona della “movida”. Come scoperto a Vienna, il Danubio è un grande attrattore. Dopo aver attraversato Jozef Attila per “sbucare” sulla riva “droite” dove sono spuntate beach e localini di tendenza. Noi ci siamo fermati al @poloon dove l’ebbrezza del vento sul Danubio ci ha catturati allungando la pusa pranzo e aggiungendo un paio di Spitz e birre. Qui si puo’ prendere il sole e i più temerari fanno un tuffo. (io non ero attrezzato e “predisposto”). Attraversando ponte delle catene, il più antico della città e d’Europa fino a qualche decennio fa (ora superato da quello di Malmoo, che comunque conosciamo nel nostro recente viaggio in Danimarca), si raggiunge il Distretto dei Castelli, ma soprattutto, per noi, l’imbarcadero della nostra crociera sulla “Purpleline”, dolce nave-crociera giornaliera che ci ha dondolato, facendoci fare un racconto “visivo-fotografico” tra le bellezze di Buda e Pest con vista privilegiata. Al ritorno sosta al @budapest per assaggiare piatti della cucina ungherese ed ascoltare della musica tradizionale eseguita da un ruppo “appassionato” di live-gipsy music every night. (via kigyo utca,6 ). Da tornarci…
DISTRICT CASTLE – PATRIMONIO UNESCO
A Buda, invece, non puoi non visitare l’area definita “District Castle”. Il Distretto del Castello rappresenta uno dei più significativi centri storici e culturali della capitale. Eretto a 70 metri sopra il Danubio sulla Collina del Castello, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1987. Quelli che mi conoscono sanno quanto io/noi ci tanga/niamo ai patrimoni perché garanzia della validità del luogo-monumento-manufatto. Le mura medievali, vicoli di ciottoli, edifici stupendi e viste mozzafiato ci hanno catturato, avvolgendoci in un’atmosfera romantica e unica appena varcano le porte del Castello.
Noi abbiamo utilizzato per “salire” al Distretto del Castello il Budavári Sikló, una funicolare inaugurata nel 1870 come la seconda funicolare urbana in Europa. I suoi due vagoni si muovono con un movimento a pendolo: mentre uno sale, l’altro scende, offrendo ai passeggeri una vista mozzafiato dell’intera capitale ungherese. Da lassu abbiamo potuto osservare, ai nostri “piedi”, Il Parlamento , La basilica di Santo Stefano, le chiese di S.Anna, S. Mattia, L’Isola Margherita, l’Opera e tanta altra bellezza