Ho visitato il Museo Gianni Rodari in occasione del mio viaggio/soggiorno/vacanza sul Lago d’Orta e complice il brutto tempo di questa estate, ho approfittato per “scoprire”, la “fantastica storia” dello scrittore di Omegna. Ebbene si: questo museo racconta le storie del territorio, storie per adulti e piccini, scritte con passione dal giornalista e per me uno dei pedagogisti più illuminati del secolo scorso…
La mia esperienza
Come accennato ho visitato il Museo Gianni Rodari in occasione del mio viaggio/soggiorno/vacanza sul Lago d’Orta e complice il brutto tempo di questa estate del 2024, ho approfittato per “scoprire”,la “fantastica storia” dello scrittore di Omegna. La scoperta è stata al di sopra delle aspettative. Qui in uno spazio contenuto, mi sono addentrato nelle opere dello scrittore-giornalista, nelle sue intuizioni ,a anche nelle sue teorie che stanno dietro la moderna pedagogia. Ho scoperto la temporalità, la cadenza, la creatività anche attraverso il collegamento a questi luoghi, alle sue ispirazioni “fantastiche” conseguenti.
Straordinarie poi le “macchine intelligenti” poste al primo piano. Qui in un moderno data base, ovvero magazzini delle storie, magazzini delle conoscenze, si possono creare storie seguendo percosri differenziati, scambiando i protagonisti (ora il lupo, ora il gatto, ora personaggi da inventare, per avere il fine che più ci piace…E scusate se è poco! (per un uomo vissuto il secolo scorso!)
L’Edificio
Il Museo Rodari sorge nel cuore del centro storico di Omegna e si raggiunge percorrendo una piccola via in salita; in salita come la Nigoglia, il torrente che attraversa il paese e costituisce uno dei simboli identitari del Cusio. Non a caso, la prima sala del Museo è concepita per accogliere il pubblico e contestualizzare il territorio: il visitatore si trova davanti ad un portale ad archi che richiama i portici omegnesi e ad una proiezione della Nigoglia che si sviluppa in altezza e ci ricorda il famoso motto rodariano:
“La Nigoia la va in su
e la legg la fouma nu.”
L’ edificio di proprietà comunale, è a pochi passi dal Municipio e dalla casa natale dello scrittore per favorire un percorso che dal Museo conduca il visitatore alla scoperta di Omegna.
Il fabbricato , originariamente dei primi anni del sec XXIX°, è stato interamente ristrutturato nel 2022 utilizzando in modo massiciio la Multimedialità e per favorire la creazione di ambienti senza ostacoli adatti alla destinazione museale. Lo consiglio a grandi e piccini.
Il Museo – le stanze
Il Museo è piccolo ed è incastonato nelle viuzze della città. Mutuando il detto: botte piccola, vino buono…Si sviluppa su due piani ed in ogni piano ci sono due sale. All’ingresso accoglienza perfetta di…che ci introduce. Ma il bello del Museo è l’interattività. Fin da subito, nella prima sala spazio ai “luoghi” rodariani, ovvero una mappa interattiva dove si presentano in modalità multimediale, le eccellenze del lago d’Orta, con Isola San Giulio, Pettenasco, Omegna, luoghi a me cari. E parlando di Omegna sempre giu, cè un’attenzione a questa città-località tra l’industriale e turismo. Ci sono, sempre in modo interattivo, le industrie dei “casalinghi”. Lo sapevate che la prima Moka è stata “inventata qui? E’ la Bialetti che la produce, oppure le rubinetterie, oppure casalinghi…
Al secondo piano spazio alle opere di “Gianni”, mi viene da chiamarlo cosi per i miei past ruoli di docente e ora di giornalista. Qui , sfogliando una libreria elettro-multimediale, è possibile “sfogliare” i suoi racconti. Infine la stanza del “fare”. Qui ho visto attive tre/quattro “macchine” intelligenti. Altro che A.I.? Qui i ragazzi, ma anche gli adulti possono “creare” storie utilizzando data base manuali. Ne ho provate tre. E cosa dire del “telefono” racconta storie in diverse lingue con codice? Altro che Podcast!
In giro per Omegna
Il monumento più rappresentativo, oltre il Museo Rodari è la Collegiata di Sant’Ambrogio. La costruzione della chiesa risale al Medioevo e presenta una sovrapposizione di più stili all’originario impianto romanico. Bello il campanile. L’interno è a tre navate, con diverse cappelle, la più importante delle quali contiene il Polittico di Fermo Stella da Caravaggio. Da segnalare anche la Cappella del Carmine, con la statua della Madonna ed ai suoi lati le statue di Sant’Ambrogio e Sant’Antonio. Nella chiesa sono conservate anche le reliquie di San Vito Martire, trasportate da Roma ad Omegna nel 1611 dal Vescovo Bescapè.. Di epoca medievale, fu costruita intorno all’XI secolo ed è quanto resta delle cinque porte che si aprivano sulle mura di Omegna in età medioevale: la porta Maggiore, la Salera, la Segnara, la Castello e la Valle, oggi detta “Romana”. Chiaramente il Museo Rodari e poi il centro storico tutto da “assaporare a piedi. Fuori città segnalo, a due passi il Centro Sportivo a Bagnera con una bella Oasi e a due passi Il paese dei gatti a Brolo (vedi link). Noi abbiamo pranzato al Matisse e sia l’accoglienza, sia la vista mozzafiato sul lago, insieme all’ accoglianza del personale, ci hanno ripagati!