Lo sapevate che sul Lago di Varese esiste un’Isola che è Patrimonio Unesco? E che esiste un Museo, il Museo Ponti, che contiene reperti risalenti all’Età del Bronzo? Peccato che è Tutto chiuso e purtroppo lasciato andare. Vi racconto la mia esperienza!…
Una bella ed amara esperienza
Dopo che ho scoperto che i traghetti (barche Turistiche navigazione ) da Schiranna, Gavirate e Biandronno non erano in funzione, faccio la traversata in SUP in una vegetazione stupenda e man mano che mi avvicinavo all’Isolino, la meraviglia delle ninfee di colore rosso e giallo sbocciate.
Ma giunto all’Isolino Virginia, dove lo stupore del silenzio, la convivenza con 8 papere ed una family di Cigni(coppia con 6 pulli), scopro che è tutto andato a male: Museo Ponti chiuso(vedi foto a sx) , Ristorante abbandonato, aula didattica insediamenti palafittici rovinati.
L’isola è sempre stata rinomata quale oasi di tranquillità, legata strettamente alla bellezza ambientale del Lago, alla vegetazione e alla fauna che qui vivono ma arrivare in questo paradiso è ritrovarsi da solo a luglio, per un sito che dovrebbe essere popolato da turisti provenienti almeno dalla U.E. fa proprio male!
Sito UNESCO
Situata in comune di Biandronno ma proprietà del Comune di Varese l’isola dal 1863 è uno dei siti più rilevanti della preistoria europea, poiché conserva i resti del più antico insediamento palafitticolo dell’arco alpino e nel 2011 è stata inserita nel sito seriale UNESCO “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”.
Il sito, che rientra tra i siti Palafittici della Lombardia e Italia del Nord ( ne abbiamo altri solo nell’area del bresciano) ha avuto un suo momento di …Gloria!
Per anni ho partecipato alla BIT (Borsa internazionale del Turismo) e la Provincia di Varese, molto attiva aveva fatto un progetto valido di comunicazione, insieme, per capirci, al Sacromonte di Varese (anche esso patrimonio Unesco), oppure L’Eremo di Santa Caterina al Sasso.
Inoltre durante il periodo di Expo Milan 2015 , attraverso l’Associazione Turismo Sempione avevamo portato ed “imbarcato” ospiti italiani, cinesi e della UE… Oltre che scolaresche quando ancora ero docente.
L’amarezza raddoppia nel vedere questo Patrimonio Unesco, questo sito, presidio della memoria con gli insediamenti palafittici unico, lasciato andare cosi!
Una delusione.
Il mio appello : riprendere l’Isolino Virginia, valorizzarlo e portarci “turisti” ed “innamorati” della cultura e della natura!
Per fortuna in Provincia di Varese, non tutte le location sono in questo stato. Segnaliamo un sito dove prendere info per godersi appieno la “Città Giardino”: http://www.vareselandoftourism.com/
Orta San Giulio è riconosciuta per le sue bellezze naturalistiche e culturali ma ho scoperto con stupore e piacere, che anche l’arte moderna viene valorizzata in modo “diffuso”. Un esempio, la mostra d’arte moderna SOS HUMANITY.
Mi sono immerso nell’arte moderna attraverso le installazioni di SOS HUMANITY dove cinque artisti si sono attivati per denunciare la criticità dei cambiamenti ambientali.
Ho visitato la MOSTRA DIFFUSA SOS HUMANITY a luglio del 2023 (ad un anno della inaugurazione…mi dicono)
E allora seguimi in questa nuova esperienza.
Entrando nel merito l’esposizione ideata e realizzata dalla Fondazione Giacomini, intende essere un grido provocatorio di denuncia e nel contempo di speranza, una profonda presa di coscienza del difficile momento storico e sociale che l’intera umanità sta vivendo, in bilico tra epidemie globali, guerre, emergenze climatiche, degrado sociale, morale e antropologico, inquinamento ambientale e delle menti. La mostra diffusa intende anche essere uno spiraglio di speranza verso il futuro se l’uomo riuscisse a prendere coscienza della sua totale responsabilità verso i danni che ha creato a sé stesso e al Pianeta Terra.
La mostra affida questo SOS a cinque artisti: Simone Benedetto, Silvia Della Rocca, Sergio Floriani, Omar Hassan e Helidon Xhixha che con la loro personale sensibilità e visione del mondo hanno interpretato, a modo loro, un aspetto di questa “emergenza”, attraverso installazioni artistiche che possono essere ammirate tra gli scenari più suggestivi del lago d’Orta e che alludono ai diversi temi di inquinamento, degrado sociale e ambientale prodotti dall’Uomo.
Perchè mi è piaciuta?
E’ un esempio concreto di denuncia e di sensibilizzazione verso i cambiamenti climatici, ma non solo (interessante anche un cenno alla violenza sulle identità di genere. ..) il secondo motivo è che la mostra, moderna sia negli utilizzi di materiali, sia nei contenuti ben si presta all’integrazione tra forme artistiche tradizionali afferenti al 500 piemontese. Un esempio l’installazione sull’Isola San Giulio dove ha lavorato l’artista (ed i suoi seguaci) Gaudenzio Ferrari.
Un altro motivo è che ben cinque artisti di diversa estrazione, cultura e luoghi diversi si sono messi in gioco su queste tematiche: valori umani a livello internazionali. Il risultato è eccellente.
Entrando nel merito l’esposizione ideata e realizzata dalla Fondazione Giacomini, intende essere un grido provocatorio di denuncia e nel contempo di speranza, una profonda presa di coscienza del difficile momento storico e sociale che l’intera umanità sta vivendo, in bilico tra epidemie globali, guerre, emergenze climatiche, degrado sociale, morale e antropologico, inquinamento ambientale e delle menti. La mostra diffusa intende anche essere uno spiraglio di speranza verso il futuro se l’uomo riuscisse a prendere coscienza della sua totale responsabilità verso i danni che ha creato a sé stesso e al Pianeta Terra.
Elenco installazioni
ORTA SAN GIULIO Iceberg di Helidon Xhixha (opera galleggiante visibile dal lago)
ORTA SAN GIULIO – Giardini Palazzo Comunale / Villa Bossi Comignoli di Omar Hassan (opera visibile via terra. Ingresso da Via Bossi 11, Orta San Giulio)
ISOLA SAN GIULIO Gong Moon di Silvia Della Rocca (opera visibile dal lago e dal Piazzale dell’isola)
PELLA – Hydrogen Lake beach – Spiaggia Hotel San Rocco Sexy Teddy di Simone Benedetto (opera visibile dal lago e accesso alla spiaggia privata solo per i Clienti dell’Hotel San Rocco)
PELLA – Casa Fantini Animal Soul di Simone Benedetto (opera visibile dal lago)
SAN MAURIZIO D’OPAGLIO – Spiaggia di Prarolo A Confronto di Sergio Floriani (opera visibile dal lago e dalla spiaggia)
LIDO DI GOZZANO La Porta della Legge di Sergio Floriani (opera visibile dal lago e dalla spiaggia)
OMEGNA – presso CANOTTIERI Lungo Lago Buozzi, 37 Teddy Bear di Simone Benedetto (Opera galleggiante visibile dal lago e da terra)
PETTENASCO – presso LAQUA by the Lake Holistic Moon di Silvia Della Rocca (opera visibile da lago e da terra solo per gli Ospiti del Resort)
Da centro della vita commerciale della Milano storica ad area semi abbandonata fino a diventare il nuovo centro della “Milano da bere”. Grazie ai lavori di riqualificazione portati dall’Expo nel 2015, che ho vissuto direttamente avendo seguito l’evento in modo “Total” (per sei mesi ho seguito l’evento dal punto di vista editoriale e Turistico), la darsena di Milano , con i Navigli è tornata protagonista in città, tanto per i turisti che per i milanesi! Consigli per i locali della Movida
La Darsena
Il quartiere della “Darsena” è il simbolo della movida milanese, e quindi della vita notturna del capoluogo lombardo. I cittadini milanesi, ma anche tanti turisti, infatti, amano passeggiare lungo i Navigli, e la Darsena, a partire dall’ora dell’aperitivo sino a tarda notte.
La zona dei Navigli dista solo 15 minuti a piedi dal Duomo di Milano e ci si può arrivare in metropolitana scendendo alla fermata “Porta Genova” lungo la linea verde M2. L’area dei locali si sviluppa a partire dalla Darsena lungo l’Alzaia e la Ripa del Naviglio Grande fino all’incrocio con via Valenza. Dal lato del Naviglio Pavese arriva invece fino all’incrocio con via Carlo Darwin.
La costruzione della Darsena: un po’ di storia
La Darsena fu fortemente voluta e realizzata dal governatore Pedro Enriquez de Acevedo conte di Fuentes.
La darsena fu fondamentale per lo sviluppo della città poiché permetteva ai vari canali di confluire e percorrere le vie dell’acqua di Milano ma anche di collegare la città alle regioni del nord Europa, a Venezia e all’Adriatico. Inoltre essa permise di rafforzare l’import-export con l’hinterland milanese che grazie ai Navigli iniziava a formarsi creando centri urbani sempre più ricchi.
A sua volta, per la darsena fu fondamentale il fiume Olona, che bagna il territorio dell’Altomilanese, che vi confluiva fin dal 1603 per mantenere costante il suo livello idrico.
Gli antichi romani furono i primi a deviare il corso dell’Olona, sia per aumentare la portata della Vettabbia che per avere un corso d’acqua che costeggiasse la via Severiana Augusta, l’antica strada romana che univa Milano al Lago Maggiore (al tempo “Lago Verbano o Verbannus Lacus).
Come immaginabile, questa via idrica era utilizzata per gli scambi commerciali perché permetteva di trasportare molte più merci con minori tempi e sforzi rispetto al trasporto via terra. Vedi anche via per il trasporto del marmo dalla Cave di Candoglia)
I Navigli: Grande, Martesana e Pavese
Esistono tre navigli, ognuno con un nome ed una storia differente: il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e il Naviglio Martesana. Ad avere il primato di essere il più antico tra i tre è il Naviglio Grande, di cui si ebbe la prima testimonianza scritta nel 1209, anche se i lavori è molto probabile che risalgano a molti anni prima ovvero al 1177.
Durante i lavori di riqualifica della darsena per Milan Expo 2015, sono stati rinvenuti i resti del ponte medievale che attraversava il Cavo Ticinello, con la darsena. In realtà Milano all’epoca aveva altre due darsene, quella del laghetto di San Marco e quella del laghetto di Santo Stefano, realizzate per consentire il traffico fluviale da e per gli altri navigli già esistenti. Il Navigio Grande è stato utilizzato per “trasportare” il Marmo che dallaCave di Candogliaarrivava a Milano per la costruzione del Duomo!
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I nostri consigli: Scoprili subito!
Movida
Locale alla moda con ottimi cocktail e vini serviti da personale gentile e competente. Insieme alla qualità del buffet ne fanno sicuramente un “must” Indirizzo: Via Ascanio Sforza, 41 – 20136 Milano Info: Sito Internet
Manhattan Navigli
Locale carino e suggestivo con personale molto gentile e simpatico. Molto frequentato in orario dell’aperitivo, offre un buffet particolarmente abbondante e ricco di scelta. Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 13 – 20143 Milano Info: Pagina Facebook
La Prosciutteria
L’aperitivo preferito dagli amanti di formaggi, prosciutti esalami. L’ambiente è assolutamente informale e accogliente sotto tutti i punti di vista. Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 53 – 20143 Milano Info: Sito Internet
Cape Town
Storico cocktail bar con vista Darsena che propone ottimi cocktail di qualità con un servizio semplice e accogliente. Buona musica e serate di gruppo Indirizzo: Via Vigevano, 3 – 20144 Milano Info: Sito Internet
Spritz Navigli Milano
Come si può capire dal nome lo Spritz è la specialità della casa, ma la scelta dei cocktail è comunque variegata. Sfiziosità… Indirizzo: Via Angelo Fumagalli, 1 – 20143 Milano Info: Sito Internet
Vista Darsena
Questo locale offre una vista molto suggestiva e si fa notare proprio grazie alla bellezza della location. Si preparano anche cocktail analcolici. Indirizzo: Viale Gabriele D’Annunzio, 20 – 20123 Milano Info: Sito Internet
Ho visitato il Sacro Monte di Varese più volte ed ogni volta sono attratto da un’aspetto. Oggi mi soffermo sugli artisti e sul borgo di Santa Maria del Monte. Te lo racconto…
Patrimonio Unesco dal 2003
Mi ha sempre interessato per questo riconoscimento ma anche per la spiritualità che si respira. E poi ho anche un’attenzione particolare verso i Sacromonti patrimonio Unesco (per essere riconosciuto c’è un iter ed una selezione molto ma molto impegnativo. Dopo San Francesco di Orta, Sacro Calvario di Domodossola che ho visitato, ora la mia attenzione è qui!). Se consideriamo che è situato a circa un’ora dalle principali città, Milano oppure Como, diventa veramente accessibile e raggiungibile. L’ultima volta l’ho visitato in moto, partendo da Legnano, per “sfuggire” alla “calura della città. Chiaramente un salto al Borgo di Santa Maria è d’obbligo!
In moto, ma vale anche per l’auto (o eventualmente in Funiculare) si puo’ percorrere dal basso verso l’alto partendo dalla prima Cappella oppure viceversa dal Piazzale Pogliaghi, posto alle spalle del Santuario, in cima. Le quattordici le cappelle che ti accompagneranno durante la salita sono tutte dedicate ai misteri del Rosario e sono delle opere artistiche eccezionali
Le cappelle sono progettate dal valente architetto varesino Giuseppe Bernascone secondo modelli autonomi che conferiscono unicità a ogni cappella, in studiato rapporto con la natura intorno, sono animate da gruppi scultorei in terracotta policroma, realizzati da Francesco Silva, cui sono attribuite le sculture di ben dieci cappelle, Dionigi Bussola, Cristoforo e Marco Antonio Prestinari, Martino Retti, Carlo Antonio Buono.
Gli affreschi, che hanno la funzione di ambientare le scene, ora descrivendo un ampio paesaggio o l’interno di un tempio, rappresentando diversi momenti narrativi.
Superata l’ultima cappella, ti trovi dinnanzi alla salita che porta al Santuario e al borgo di Santa Maria del Monte.
Qui sarai accolto da un’enorme statua di Mosè e salendo la scalinata entrerai nel Santuario, dopo aver fatto tappa alla terrazza panoramica: non è molto grande ma ricco di affreschi da ammirare. Non perderti la cripta adiacente, restaurata e aperta al pubblico. Qui potrai ammirare i resti della chiesa altomedioevale ornata da stupendi affreschi trecenteschi.
Non pensare che sia tutto qui. Nel borgo di Santa Maria del Monte ci sono due bei musei che meritano senza dubbio una visita. Il Museo Baroffio si trova a fianco dell’ingresso del Santuario e ospita sculture romaniche, codici miniati e dipinti donati al Santuario dal barone Giuseppe Baroffio.
Qui ti invito a fare una Tappa: merita!
Parlando del Sacro Monte non ci si può dimenticare dello scenario naturalistico nel quale è immerso. Collocato su una collina alle spalle di Varese, nelle belle giornate potrai ammirare da qui buona parte della Pianura Padana e le montagne lombarde fino a quelle della bergamasca e della Valtellina.
Dove si trova il Sacro Monte
Circa a 5 km dal centro di Varese (m. 383 slm). Il percorso pedonale del Sacro Monte (lungo circa 2000 metri) va dalla località Prima Cappella (m. 550 slm) a S.Maria del Monte (m.820 slm)
In auto
Milano: autostrada A8 “Milano-laghi” uscita Varese centro, Gazzada o Azzate. Novara: autostrada A26 sino a Gallarate poi autostrada A8 uscita Varese centro, Gazzada o Azzate Como: SS342 Indirizzi da inserire sul navigatore: Varese, Piazzale Pogliaghi (parte alta di Sacro Monte), oppure Varese via prima Cappella (inizio viale delle Cappelle)
Lo sapevi che a Milano esiste un segreto “prospettico” realizzato dall’architetto e pittore Donato Bramante? L’opera è stata ideata dal noto artista rinascimentale e che ha realizzato tante opere sul nostro territorio.
In via Torino a Milano, a due passi dal Duomo all’interno della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, esiste un’opera “ultramoderna”, se ci riferiamo al 1500, realizzata da Donato Bramante: l’Abside Prospettico.
E’ in realtà un’illusione ottica, una prospettiva illusoria perché l’abside non esiste. Questo inganno è opera di Donato Bramante, uno dei più grandi architetti italiani, che ha fatto fronte allo spazio ridotto della chiesa per creare la finta abside che misura 97 centimetri invece di 9 metri e 70 previsti in quello che era il progetto originale. Quello che nacque come un impedimento alla diocesi che non aveva i permessi per costruire una chiesa di più ampie dimensioni si è evoluto poi in un risultato inaspettato, vero e proprio capolavoro artistico.
Il Bramante, sfidando le limitazioni, ha infatti creato l’illusione perfetta e la finta fuga prospettica di San Satiro è considerata l’antesignana di tutti gli esempi di trompe l’oeil che vennero successivamente: nella sua perfezione l’opera evidenzia anche l’influenza delle ricerche di Piero della Francesca e Donatello nel campo della rappresentazione illusionistica. Se si pensa che in origine tutto l’edificio era decorato in bianco, azzurro ed oro, ci si rende conto che l’impressione ottica, all’epoca, era davvero ricchissima.
Le altre opere a Milano di Donato Bramante, della scuola milanese
Presbiterio. Chiesa di Santa Maria presso San Satiro.
Battistero. Chiesa di Santa Maria presso San Satiro.
Tiburio. Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Chiostro. Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Cristo alla colonna che risiede presso l’Accademia di Brera.
E poi tante opere sul territorio della provincia milanese come la realizzazione della pianta della Basilica di San Magno a Legnano (attribuita) oppure la stessa al santuario di Saronno.
Note su Donato Bramate (architetto e pittore)
Donato Bramante fu architetto e pittore italiano fra i maggiori del periodo Rinascimentale famoso, fra l’altro, perchégli fu affidata da Papa Giulio II la progettazione della Basilica San Pietro a Roma.
Nacque ad Urbino dove, con molta probabilità, si formò venendo a contatto con grandi artisti dell’epoca come Piero della Francesca, Melozzo da Forlì, il Perugino ed il Pinturicchio.
Su Bramante le fonti storiche sono piuttosto scarse e controverse come controverse sono le opinioni sulla attribuzione della paternità dell’artista di molte opere.
Più concordi, invece, le opinioni secondo le quali l’opera ed il genio di Bramante influenzarono buona parte della produzione artistica ed architettonica in Italia e a Milano.
Fu, insieme a Leonardo da Vinci, suo contemporaneo, un grande innovatore, stimato architetto e punto di riferimento in un periodo di grande ascesa e fermento culturale ed artistico.
Bramante giunse a Milano nel 1476 (secondo il Geymüller) o il 1480 (secondo il Malaguzzi-Valeri) per trovare fortuna e dove, presto, venne accolto nella corte di Ludovico il Moro per cui svolse diversi lavori.
Chiesa di Santa Maria in San Satiro
La Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, che ingloba il sacello di San Satiro di epoca medievale, costituisce una delle attrazioni milanesi tutta da scoprire. Oltre all’Abside prospettica del Bramante, contiene la facciata in stile neorinascimentale, con la sezione centrale suddivisa in due fasce orizzontali sovrapposte da un cornicione a loro volta separate in tre settori da lesene corinzie, il rosone, le due nicchie, la torre campanaria del IX secolo in stile romanico o la cupola con rosoni circolari ciechi a destare particolare stupore.
Bisogna varcare la soglia per poter ammirare, dietro l’altare, il grande spazio formato da un’abside regolare e ben completata da colonne e decorazioni: procedendo infatti verso l’altare, quasi a toccare con mano, ci si accorge che non si può passare, poiché c’è poco meno di un metro di spazio.