Il Sacromonte di Oropa: uno dei più alti Siti Unesco

Il Sacromonte di Oropa: uno dei più alti Siti Unesco

Ho la fortuna di avere una casa di villeggiatura ad Adorno Micca in Valle Cervo, sopra Biella e spesso mi sono recato al Sacromonte di Oropa (molto sentito in Valle). Sono 12 le cappelle e sono dedicate alla vita di Maria e …non solo. Stamani era bello, ma nel pome il tempo è cambiato, ma non ha mutato la bellezza del sito Patrimonio Unesco. Seguimi, te lo racconto.

A due passi dalla casa in montagna ad Andorno Micca esiste il Sacromonte di Oropa, Patrimonio Unesco ed il Santuario annesso che i vallegiani, hanno soprannominato della Madonna Nera.

Oggi, sebbene nel pomeriggio fosse arrivato un temporale, ho visitato il sito Patrimonio Unesco con mio suocero Luciano (anni 89). Anche lui aveva voglia di rivedere questa bellezza immersa nel verde delle prealpi Biellesi.

A circa 1200 metri di altitudine, in una conca ai piedi di una scenografica quinta di monti è situato il grande complesso del Santuario, con le due basiliche, quella Antica e quella Superiore, precedute da ampie corti fiancheggiate da edifici e portici.

Salendo da Biella, poco prima di raggiungere il complesso, sulla sinistra si diparte il percorso devozionale del Sacro Monte che corre a zig zag su di un declivio erboso ancora oggi adibito a pascolo.

Le dodici cappelle, costruite a partire dal 1620, raccontano all’interno la vita di Maria con  statue in terracotta policroma e affreschi di Giovanni d’Enrico e della sua bottega, di Bartolomeo Termine e Agostino Silva e nel Settecento di Carlo Francesco, Giuseppe Auregio Termine e Giovanni Galliari. Altre cinque cappelle site lungo la parte terminale della salita che giunge a Oropa da Biella, a est del Sacro Monte sono dedicate ai santi e alla tradizione del santuario.

Il progetto

Il progetto del Sacro Monte fu messo a punto da un frate cappuccino, padre Fedele da San Germano, tra il 1617 e il 1620, e prevedeva venticinque cappelle. Si pensava a un percorso narrativo complementare e preparatorio alla visita e all’adorazione della Madonna di Oropa, con statue colorate a grandezza naturale di grande efficacia visiva, come quelle del Sacro Monte di Varallo  e del Sacro Monte di Varese. Il progetto, iniziato nel 1617 per concludersi intorno al 1720 circa, prese corpo grazie al sostegno delle comunità rionali di Biella e dintorni e delle famiglie della nobiltà locale.

Per l’allestimento interno furono coinvolti i plasticatori valsesiani d’Enrico, attivi anche ai Sacri Monti di Varallo e di Orta. I personaggi plasmati da Giovanni d’Enrico si riconoscono per il grande realismo e gli atteggiamenti naturali e spontanei che lasciano trasparire le emozioni. La mano dei D’Enrico plasmava visi dai lineamenti profondi, fronti corrugate, occhi accesi, mani nervose mentre per le barbe ed i capelli utilizzava elementi naturali per  accentuarne il realismo, come si vede nelle cappelle dello Sposalizio, delle Nozze di Cana e del Paradiso. 

Un consiglio dopo la visita al Sacromonte: visitare i dintorni ed in particolare Il Piazzo di Biella. é il salotto buono della città. Si raggiunge in auto oppure attraverso la Funiculare (gratuita) .

Cenni storici

All’origine del Santuario vi era un piccolo sacello eremitico. Fu il vescovo di Vercelli Aimone di Challant, alla fine del XIII secolo, a consacrare una nuova chiesa e a lasciare in dono la statua della Madonna Nera. Una nuova più grande chiesa, successiva alla peste del 1599, che conservò all’interno, sotto la cupola, l’edificio precedente, venne pressoché conclusa nel 1620 quando fu celebrata, con grandissimo concorso di popolo, la prima solenne Incoronazione della Vergine. In quella stessa occasione si pensò alla costruzione di un  Sacro Monte per alimentare la devozione alla Madonna arricchendola con il racconto in immagini della storia della sua vita. 

Il successo della Prima Incoronazione rafforzò i legami con la dinastia sabauda che impegnò gli architetti di corte nell’ampliamento del Santuario tra Seicento e Settecento, fino a trasformarlo in un grande complesso residenziale extraurbano simile alle ville regie di Rivoli, Racconigi o della Venaria Reale. Nel 1725 Filippo Juvarra costruì la nuova scenografica porta di ingresso al santuario. I legami con la Casa Savoia sono testimoniati dai numerosi ritratti conservati presso l’Appartamento Reale nel  Museo del Tesoro. 

Info Utili

Santuario di Oropa
Via Santuario di Oropa, 480 , 13900 Biella
Tel: +39.015 25551203
E-mail: info@santuariodioropa.it
Sito web: http://www.santuariodioropa.it

Cave di Candoglia: le origini del Duomo di Milano

Cave di Candoglia: le origini del Duomo di Milano

Lo sapevi che il Duomo di Milano è stato costruito con il marmo proveniente dalle Cave di Candoglia? E lo splendore della pietra emerge con il bagnato? Ho visitato la cava con il collega fotografo Sergio Banfi e con Nicoletta, una guida straordinaria, che ci ha narrato questa eccellenza e vorrei trasmetterla anche a voi….Seguitemi!

Una bella esperienza vissuta sabato 29 luglio alle Cave di Candoglia. Con il Collega Sergio Banfi e la preparata guida Nicoletta, ho scoperto aneddoti e curiosità per apprezzare ancor di più questo “monumento” alla bellezza. Te lo racconto…

A monte della frazione di Candoglia, nel comune di Mergozzo, sulla sinistra del fiume Toce e proprio all’imboccatura della Val d’Ossola, in Piemonte, si trovano le sorgenti vive del Duomo di Milano, da cui proviene il marmo che compone la Cattedrale.

La sua bellezza cristallina screziata di rosa, unita alla grande resistenza dovuta alle eccezionali caratteristiche fisico-chimiche, ha portato un contributo di straordinario valore alla realizzazione del Monumento e ne ha condizionato l’architettura, la statica e la parte ornamentale.

Fu Gian Galeazzo Visconti a decidere di sostituire il mattone, originariamente pensato per la costruzione del Duomo nel progetto iniziale, con il marmo. A questo scopo, il 24 ottobre 1387, cedette in uso alla Veneranda Fabbrica la Cava di Candoglia e concesse il trasporto gratuito dei marmi fino a Milano attraverso le strade d’acqua.

Il trasporto del materiale fino a Milano avveniva dal Toce al Lago Maggiore, lungo il Ticino e il Naviglio Grande e poi dentro alla città fino alla darsena di Sant’Eustorgio.

Attraverso il sistema di chiuse, realizzato dalla Fabbrica, arrivava fino al Laghetto (oggi Via Laghetto), a poche centinaia di metri dal cantiere della Cattedrale, nel cuore della città.

Anche dopo la chiusura del Laghetto, il trasporto dei blocchi fino a Milano rimase via acqua fino al 1920, per poi passare su strada. A partire dal XV secolo il marmo di Candoglia fu utilizzato anche per altri monumenti oltre al Duomo di Milano.

Vi allego i links: quali l’arca di Sant’Agostino, la Certosa di Pavia e, in misura minore, la Cappella Colleoni a Bergamo, la Chiesa di San Francesco a Piacenza e la Basilica di San Petronio a Bologna

Aneddoti

Nicoletta ci ha raccontato tanti altri aneddoti. Ad esempio: sai da cosa deriva mangiare ad ufo? Il termine  ufo è legato alla consuetudine (non documentata) delle chiatte che scendevano dal Toce fino ai Navigli via Ticino, di offrire gratuitamente passaggi gratis alla popolazione: secondo questa versione, andare fino a Milano ad ufo era andarci senza spendere un soldo. C’è anche un’altra interpretazione ovvero le imbarcazioni che trasportavano i materiali (esenti da pedaggi) per la fabbrica erano contraddistinte dalla scritta ad Usum Fabricae Operis, da cui deriva l’espressione ad ufo come sinonimo di gratis.

Le dimensioni della Cava madre: La caratteristica escavazione del marmo è stata raffinata nel tempo ma la tecnica è sostanzialmente rimasta invariata con il taglio dei blocchi col metodo del filo in metallo sostituito dal filo in diamante; stupisce e impressiona la profondità della caverna-galleria della Cava Madre che raggiunge al banco superiore di estrazione 120 metri mentre 45 metri l’altezza per una larghezza di 22 metri. Dimensioni imponenti che hanno imposto opere di sicurezza in cemento armato e reti di consolidamento di tutte le pareti laterali anche se tali opere appagano l’occhio ma non la montagna per le casuali ed impressionanti forze pressorie che ne possono scaturire.

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Uomini impiegati: almeno 400 prima del novecento. Attualmente lavorano fissi circa 15 tecnici specializzati e tra questi Alessandro, ornatista, che ci ha raccontato nel “suo” laboratorio all’interno della area della Veneranda Fabbrica del Duomo la tecnica che usa con l’evoluzione verso le tecnologie. Non pensate che gli scultori usino ancora il martello e scarpellino? Oggi si utilizzano strumenti di Cad, macchine a controllo numerico che, in caso di riproduzione di una guglia o statua, ripropongono fedelmente, grazie al professionista, l’opera. Tendenza confermata anche dal nostro Nicola Gagliardi, di San Vittore Olona, che ha collaborato con la Veneranda Fabbrica al ripristino di statue affermando che oggi la tecnologia diventa un alleato insostituibile dell’uomo e quindi dell’artista.

Santa Marta e Nicoletta

Perchè visitare il Museo Archeologico di Mergozzo?

Innanzitutto c’è un collegamento stretto tra le cave di Candoglia e il Museo, inoltre, perchè in questi territorio il marmo ha rappresentato la crescita, l’identità e lo sviluppo del territorio a partire dai Romani.
Nicoletta ci ha fatto immergere in questo periodo storico facendoci “attraversare” nelle diverse epoche, dove l’occupazione e lo sviluppo si doveva alle cave della veneranda fabbrica del Duomo…Ma val la pena una visita…

Entrando a narrare il Museo esso contiene una piccola mostra di materiale archeologico del territorio di Mergozzo, allestita nell’estate del 1969, fu motivo di incontro per un gruppo di appassionati delle più antiche testimonianze storiche del paese.
Si costituì così, sotto forma di comitato, il Gruppo Archeologico di Mergozzo (G.A.M.) che, nell’antica Casa del Predicatore concessa dalla Parrocchia, cominciò a raccogliere in custodia conservativa il materiale archeologico che fu possibile reperire presso vari privati che ne erano in possesso o emerso dagli scavi condotti negli anni a Mergozzo ed in altre località provinciali.
Divenuta inadeguata la sede originaria, grazie all’intervento del Comune di Mergozzo e della Regione Piemonte, con il coordinamento della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, a partire dal 2003 i materiali sono stati trasferiti in una nuova e più moderna sede, rispondente agli attuali criteri di sicurezza ed accessibilità, inaugurata nel settembre 2004.

Un grazie alla guida Nicoletta, ad Alessandro ed alla Veneranda che da secoli partecipa alla bellezza del nostro territorio ed in particolare al Duomo di Milano, esempio culturale tra i più apprezzati in Italia…e non solo!

Note:

Perchè “I viaggi di Enzo”?

Perchè “I viaggi di Enzo”?

La passione per il viaggio, per il turismo, l’amore per il territorio sono stati i miei compagni di vita (viaggio). Ecco perchè nasce il blog I viaggi di Enzo.


Nelle mie esperienze lavorative ho prediletto la passione per il territorio nelle sue diverse declinazioni dove raccontare cio’ che vivevo per avvicinarmi anche agli altri. Nel “mestiere” di Docente, prima, di consulente dopo, di giornalista e direttore della testata Sempione News ho inserito la bellezza, l’ambiente, le eccellenze del territorio trasferendole in opportunità.

Questa è l’idea del viaggio e il progetto “I Viaggi di Enzo” rappresentano l’applicazione di tutto cio’ e di tutta una vita.

Il viaggio è la metafora della libertà mentale: si puo’ anche viaggiare stando nella propria stanza. Ma è anche la vicinanza con gli altri Ovunque tu vada, vacci con tutto il tuo cuore” Confucio

Il progetto prevede la narrazione della mie esperienze sia a due passi da casa, sia in luoghi piu’ lontani con un unico denominatore: la valorizzazione di questo o quel territorio.

Abbiamo, ahimè realtà molto vicine a noi, come monumenti, chiese non sempre disponibili alla comunità!. Un esempio la Chiesetta di Santo Stefano a San Vittore Olona. Un gioiello del rinascimento monumento nazionale. In ben pochi la conoscono!

Allora “I viaggi di Enzo” vuole raccontare questa ed altre storie. ma vuole raccontare anche la vivibilità del territorio per fare comunità. Ad esempio i tanti eventi culturali, spettacoli musicali, teatrali che rendono il territorio attrattivo e vivibile e ci fanno affermare: “sono felice di vivere qui”.

Ci sarà sempre un momento di conoscenza, analisi basato sull’esperienza.

Il blog utilizza altri strumenti social come Facebook e Instagram per “arrivare” a Tutti e vivere insieme questa nuova e stimolante esperienza.

Seguitemi!

Oggi è nato il nuovo blog. “I Viaggi di Enzo”

Oggi è nato il nuovo blog. “I Viaggi di Enzo”

Oggi, 1 agosto 2023, due gioie per la mia vita e per il mio futuro: la nascita di Riccardo, mio nipote, e la pubblicazione di “I Viaggi di Enzo” , il mio “nuovo” progetto.

riccardo e mani di enzo

Mutuando Eleanor Roosevelt:  Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.

E proprio a questi due sogni, collegati tra loro, mi riferisco .
In primis la nascita di Riccardo(nato domenica 30 luglio 2023) , e di un bambino in generale, rappresentano la “continuità” della specie, continuità di valori che riguardano la famiglia, in questo caso il neo papà Federico e la neo mamma Ilenia. ma non solo. La nascita di una nuova vita riguarda Tutti noi. Una nuova vita coinvolge la famiglia ristretta ma anche l’intera comunità. Basti pensare al processo di crescita, al processo formativo, al processo produttivo ed alle interrelazioni che vengono a crearsi in un contesto di “intrecci affettivi”. Il tutto con una buona dose di coraggio.

E devo osservare che in questo periodo di “ragazzi” trentenni coraggiosi ne ho visto molti, compresi Fede ed Ilenia ai quali faccio i migliori auguri
(vedi articolo dedicato!).

Tornando al progetto del mio blog, in questo spazio voglio guardare al futuro. Fare e raccontare nuove esperienze che partendo dal passato, possano dare un valore in più per chi mi segue già e chi mi seguirà. (vedi art Perchè i viaggi di Enzo)

il progetto racconta dei miei viaggi, delle mie esperienze vicine e remote. Voglio soffermarmi anche sui “viaggi” “domestici”, ovvero narrare delle eccellenze e bellezze che ci sono a due passi da noi. Tanti sono i castelli, i musei, gli aneddoti , le peculiarità di questo stupendo territorio, l’Altomilanese crocevia di raccordi internazionali che ti fanno sentire “ciittadino europeo.

E poi il viaggio come “ scoperta” delle iniziative, degli eventi che accadono vicini e lontani da noi. Basti pensare ad  appuntamenti  come il Palio di Legnano, Il Rugby Sound, la Cinquemulini, Il Campaccio, La Coppa Bernocchi, le Olimpiadi invernali del 2026  Milano-Cortina,  per citarne qualcuno. Senza dimenticare le trasformazioni culturali vicino a noi: Mind, Bergamo-Brescia capitali della cultura 2023-24. Non posso non raccontare questi eventi che fanno socialità e comunità e rappresentano  “Bellezza”.

E la bellezza emergerà dalla mie esperienze internazionali. Ora ho in programma un “viaggio” in Francia ed uno un po’ più lungo a Tenerife…ma non posso “spoilerare” troppo e poi…il ruolo del nonno mi chiama e mi catturerà.

Buona visione…Seguitemi!

Enzo

enzo mari evidenza
E’ nato Riccardo!

E’ nato Riccardo!

Oggi è uno dei giorni piu’ felici della mia vita: Federico e Ilenia mi/ci hanno regalato Riccardo, la nuova vita! Sono Nonno!

pio x

Oggi, domenica 30 luglio 2023 al Pio x di Milano, è nato Riccardo Mari: felicità e riconoscenza a mio figlio Federico e Ilenia, mia nuora, ma al mondo intero!

E’ stato un periodo di attesa. Un periodo bello, emozionante ed a tratti stressante, non tanto per noi familiari, quanto per Ilenia e Federico. Come sempre si va qualche giorno oltre la data “prevista” ed a volte i medici non si rendono conto fino in fondo della tensione . Pero’ poi arriva il momento. Tutti pronti, grazie anche alla tecnologia. Potrei immaginare questa bella “avventura” vissuta in primis da Fede e Ilenia, ma anche dalla famiglia come un film dove ogni “frame” veniva catturato e inviato a tutta la family. E qui va un grazie a Fede che ci ha fatto sempre partecipe della evoluzione, ci ha coinvolto nelle visite ginecologiche, nei momenti delle ecografie.

Non posso dimenticare il primo battito (ancora piu’ emozionante per i genitori, ma assicuro anche per noi “nonni (Rocco e Rosa inclusi)…ma anche le strategie: si va a Legnano o a Milano…(poi ha vinto Milano…)
E poi il primo gemito che hanno vissuto i veri protagonisti ovvero fede e Ilenia, il momento del passaggio nelle mani e sul petto accogliente e dolce di Mamma Ilenia. L’emozione nel passaggio a Papà Federico.

Poi noi “nonni”. Arrivato il messaggio whatsapp, si “scappa” a Milano…di corsa ( anche se non ce ne sarebbe bisogno), Riccardo è già nato…E poi si corre dalle scale per abbracciare la Mamma, il neo papà e finalmente, senza troppa invadenza, Riccardo. Mi devo trattenere non poco a non avvicinarmi troppo, vorrei “acchiapparlo” e “coccolare”  quel batuffolo, quella nuova vita che da’ speranza e ci fa pensare al futuro in un modo diverso.


Mutuando la frase di Mark Twain I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché…Ma oggi non voglio “tediare” con il perché…


Oggi è festa per una nuova vita e per guardare al domani con entusiasmo, immaginando, il nuovo ruolo ovvero ognuno dei “nonni”, cosa fare per essere utile ad Ilenia e federico

brindisi nascita riccardo beneaugurante
i festeggiamenti nascita Riccardo

Mi fermo qui facendo un passaggio, un racconto su questi due ragazzi , e Riccardo, continuerà in questa direzione. Ne sono certo!
Questa bella storia d’amore, perché si tratta di questo, va narrata . Purtroppo noi giornalisti dovremmo parlarne di più… Ma a volte la cronaca trascura questi esempi.


Da giovanissimi si sono conosciuti, scoperti, amati e hanno immaginato il loro futuro…la loro vita “insieme”. Sono andati a convivere, hanno investito sulla “loro casa” a soli 26 anni. Si sono sposati l’8 luglio dello scorso anno…in Chiesa. Federico non battezzato, per amore ha preso i “sacramenti” . Si è battezzato, cresimato e per scelta di entrambi si sono sposati nella Basilica di San Magno. Un anno dopo arriva la gioia loro e di Tutti: RICCARDO!…


Se non è questa una bella storia, un bel viaggio nella vita e per la vita…

Grazie Ragazzi, benvenuto Riccardo!

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