Finito il viaggio di Pietro e Marisa Cozzi. Il ricordo all’uomo, all’amico, al “visionario” e al filantropo.

Finito il viaggio di Pietro e Marisa Cozzi. Il ricordo all’uomo, all’amico, al “visionario” e al filantropo.

Giovedi 7 settembre son venuto a salutarVi in “privato” a Parabiago nella Sala Athena. Sabato 9, ai funerali “pubblici” e non sono riuscito a far fermare i miei ricordi come quasi fossero in un film. Chiaramente i ricordi che affiorano si riferiscono al mio rapporto inizialmente, professionale, sfociato poi in una “amicizia” vera, rivolti per lo più a Pietro.
Proverò a raccontare il mio rapporto con lui…(foto di Francesco Morello)

Un brutto incidente ha fermato per sempre,  il vostro “viaggio” martedì 5 settembre su una delle tue Alfa, al ritorno dalla “tua” casa in montagna.
Per raccontare la vita di Pietro, ma anche di Marisa con la quale, pero’, ho avuto un rapporto “indiretto”, ci vorrebbe una vita. ..

Dopo la visita “in privato” alla casa Athena, dove Roberto mi ha raccontato aneddoti, ripresi da Elisabetta durante i Funerali “pubblici” ,le parole più adatte a Voi, riprese anche nell’Omelia, sono state “tenerezza”, “Carità” ed “Ottimismo” bel riportate nell’articolo della collega di Sempione News, Laura Defendi e jessica Urbani. le riprendo anche io aggiungendo “Supereroi” sintetizzato nell’intervento del figlio Roberto, nell’ultimo saluto!

Pietro è stato sempre molto attento con me, ma anche con tutti i giornalisti. Aveva capito l’importanza della comunicazione!


Proverò a delineare alcuni tratti tra il professionale ed il personale avuto principalmente con Pietro.

L’inizio

Con lui ho avuto un rapporto di circa vent’anni, bello e sempre cordiale. (Ho avuto il piacere di intervistarlo tante volte e lui non si è mai sottratto!)
Ci siamo conosciuti tanti tanti anni fa: ero iscritto da poco alla Famiglia Legnanese. Lo avevo colpito con la mia energia ed altrettanto pensai di lui. Avevamo il piacere di fare qsa per il territorio, fare progetti per far crescere la nostra città (per me, adottiva!).  
Da subito, abbiamo presentato il progetto “L’Alto Milanese – I capolavori del 500 lombardo” con il Touring Club Italiano, all’allora presidente della Famiglia Legnanese Luigi Caironi: e lo abbiamo convinto. (ricordo che Pietro con Alberto Lazzarini e Luigi furono i fondatori)

Caironi era sì una persona aperta e disponibile, però, in ogni operazione doveva vedere un “ritorno” e così Pietro, commerciante-visionario e che ci sapeva fare, ha fatto capire a Caironi le “potenzialità” di questo progetto e in men che non si dica siamo riusciti a stampare il volume e a farne tante copie. (circa 20.000)

L’esperienza con le WIP a Milan Expo 2015
Questo è stato il primo momento d’incontro, poi ne sono susseguiti altri in Famiglia Legnanese, dove, sempre con stima e affetto reciproco verso di lui e la sua compagna di una vita, la moglie Marisa e verso i suoi figli Roberto ed Elisabetta, i rapporti si sono rafforzati.

E proprio legato ad Elisabetta ho un aneddoto molto bello: la visita ad Expo-Milano 2015, in occasione della visita delle Woman in Power coincidente con il suo 80° compleanno.

Correva l’anno 2015, organizzammo un pullman con le WIP, grazie a Elisabetta e a Laura Defendi, allora Addetta Stampa del Museo F.LLI Cozzi e con cinquanta persone partimmo alla volta di Milano, per visitare EXPO 2015; con noi c’era anche l’attrice Lella Costa, che dopo la visita gli ha dedicato una “performance” benaugurante!. Uno dei più bei compleanni “indiretti” di sempre che ho vissuto!.

Una sua creatura La Giornata dello Studente (insieme a Luigi Caironi)

Ma Pietro, nonostante i suoi anni, tutti portati bene, era anche tecnologico: girava sempre infatti, con il suo Ipad. Sebbene “tardivo digitale”, ma tardivo lui non lo è mai stato. Era sempre un passo avanti e questo è un altro aspetto di Pietro che mi ha sempre incuriosito: la ricerca e la voglia di andare vanti, la voglia di mettersi sempre in gioco. Queste doti le ha dimostrate anche da Presidente della Fondazione Famiglia Legnanese. Un esempio la progettazione e realizzazione, prima con Luigi Caironi e poi con Gianfranco Bononi, per la Giornata dello Studente (evento che coinvolge tutte le scuole ed Università del territorio): un vero filantropo nella ricerca degli sponsor per devolvere borse di studio a ragazzi meritevoli ma meno fortunati

Ed il Progetto “Adotta un albero”

Un altro progetto che ha messo in campo e fatto crescere è “Adotta un albero”, un progetto al quale teneva moltissimo che consiste nell’adottare un albero e con le risorse “manutenerlo”,  incrementarlo per altra raccolta di fondi, da destinare, sempre, ai giovani…E per gli imprenditori di successo era una forma di “Restituzione”. Non posso non dimenticare le presentazioni che realizzava nella sala Giare della Famiglia, con la complicità di Max Pisu…anche li’ un “istrione” nato!

Il Museo Fratelli Cozzi
Come non ricordare poi il “Tuo” Museo (Museo F.LLI Cozzi) pensato e realizzato insieme alla figlia Elisabetta dove si era coinvolto personalmente (doveva presentare lui , con il suo modo di narrare, questa o quell’auto arricchendo di aneddoti o battute in milanese!).  Grazie alla tua passione ed a quella di Elisabetta, e ad altri collaboratori, il Museo Fratelli Cozzi è diventato punto di riferimento, inserito nei “Musei di Impresa”, (al pari dei Musei Branca, Rancilio, Campari per citarne qualcuno!), riconosciuto a livello internazionale al punto che Tripadvisor l‘ha messo tra le priorità culturali, a livello nazionale!

La concessionaria Fratelli Cozzi

Lo stesso discorso lo hai fatto con Roberto, creando la Concessionaria Fratelli Cozzi dedicandoti alla Tua vecchia passione: il “vendere”. E Roberto non ti ha tradito ed ha seguito le Tue “orme”. A Roberto hai trasmesso anche la Tua passione per il Palio, ricambiandoti, da adulto, nel ruolo di capitano per la Tua Contrada, Sant’Erasmo”!

Con la “tua” visione e modestia,  hai fatto proprio un gran bel lavoro. Un lavoro che continuerà nella passione dei tuoi figli Roberto ed Elisabetta.

Sono sicuro adesso che dall’alto di una Tua Alfa Romeo, ci starai guardando e scherzando con la Tua Marisa ci dirai, magari in dialetto: “fate i bravi, se potete!”

Grazie Pietro. Grazie Marisa.

Cinque eventi-festival da non perdere per questo rientro sull’Altomilanese

Cinque eventi-festival da non perdere per questo rientro sull’Altomilanese

Dopo le vacanze ferragostiane , settembre è , come sempre , un mese ricco di eventi inseriti nei festival locali. Quando si parla di sostenibilità, vivibilità non si puo’ prescindere dalla qualità della vita sui territori.
Il territorio dell’Altomilanese è ricco di questi progetti, appunto festival che ci permettono di vivere bene e “fare un “viaggio” restando a “casa”. Si parte con il District Festival, poi il Teatro della Comicità, si continua con Donne In•Canto, poi Sound Tracks Jazz and Blues Festival  ed infine Cap20025.
Seguitemi che vi segnalo questi 5 eventi da non perdere sull’Altomilanese…Insomma tanta roba!

District Festival

Si inizia con il District Festival, Venerdì 8, Sabato 9 e Domenica 10 settembre al Centro Pertini – Il Salice, che ho seguito dalla prima edizione e che ha portato e porta, grandi nomi del mondo giovanile e non solo. Ad esempio, per questa edizione, è prevista Nada, sabato sera, dedicata a noi age’…Ma non c’è solo Nada.

Nato nell’estate 2015 e giunto quest’anno all’ottava edizione, il District Festival è organizzato dai volontari del Salice Legnano, dalla Cooperativa Italia Sahel Lavoro e dal Comune di Legnano. Sin dalle prime edizioni l’obiettivo della manifestazione è stato quello di riqualificare attraverso musica, cultura e aggregazione il quartiere di Mazzafame e anno dopo anno, migliaia di persone giovani (ma non solo) sono accorse sotto al palco per vivere emozioni indimenticabili. Gli artisti che hanno solcato il palco del District Festival negli anni passati sono ormai innumerevoli e molti di loro dopo la tappa legnanese del Salice sono approdati a Sanremo e in diversi palcoscenici importanti. L’ingresso alle tre serate sarà gratuito e l’evento si svolgerà nell’area esterna del Centro Pertini – Il Salice.(vedi pgm a sx)

Festival del teatro e della Comicità

Nuovo imperdibile appuntamento con Festival del Teatro e della Comicità delle Terre Insubri, venerdì 8 settembre alle 21, presso il Teatro Naturale di Villa Visconti Borromeo Litta di Lainate che, per l’occasione, ospita “Mistero Buffo”.
Esilarante, provocatorio, potente, attuale, epico, magistrale. “Mistero Buffo 50“, lo spettacolo più famoso di Dario Fo e Franca Rameavrà il volto di Mario Pirovano, con la regia firmata dallo stesso Fo. Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Teatrale Fo Rame e patrocinato dalla Fondazione Fo Rame, è stato allestito in nuova forma nel 2019 per celebrare i cinquanta anni dalla prima rappresentazione

Donne In•Canto festival al femminile

Il festival al femminile Donne In•Canto a Rho– Riparte Sabato 9 settembre, a Rho, alle ore 21, al Teatro Civico de Silva, con Karima No Filter, un magico viaggio tra Pop e Acoustic Jazz ricco di emozioni, a cui lasciarsi andare. Senza filtri, appunto
Lo spettacolo fa parte della 15ª edizione dedicato a Maria Callas nel centenario della nascita.

Sound Tracks Jazz & Blues festival

L’ho seguito e “spinto” dalla prima edizione, il festival del Blues di qualità riconosciuto a livello nazionale.
Quest’anno torna questo importante appuntamento giunto alla 19^ edizione: Soundtracks Jazz & Blues Festival. Sarà un piacere ri-tornare per salutare amici e Daniela Rossi anima del festival insieme al caro Luciano, scomparso da poco, al quale iquesta edizione è dedicata.

Protagonista della serata canegratese sarà Heggy Vezzano e gli Holebones: il gruppo milanese omaggia, domenica 10 in piazza matteotti, i padri del blues proponendo un blues d’annata che suona fresco ed accattivante.

CAPitolo 20025 in biblioteca ”Marinoni” a Legnano

Non è un festival, ma per come è stato organizzato è anche di più: circa 50 scrittori che presentano opere letterarie e circa 90 artisti che presentano opere artistiche.
Torna sabato 9 settembre, forte del successo della prima edizione, dove avevo partecipato con il mio libro: “Una vita in corsa…con la passione dentro” edito da La memoria del Mondo, CAPitolo 20025, la giornata dedicata agli scrittori e agli artisti del territorio nel parco della biblioteca “Augusto Marinoni”. Il programma si arricchisce, rispetto all’edizione 2022, di un’installazione collettiva, “In biblioteca c’è posto per tutti”.

Gallery (ringrazio Sempione News per l’utilizzo di alcune foto)

Il mio viaggio in camper: torno a casa ripassando per Chamonix (tappa 15)

Il mio viaggio in camper: torno a casa ripassando per Chamonix (tappa 15)

Ritornati a Chamonix – Mont Blanc per l’ultima tappa in Francia, la quindicesima, tra “costrizione-deviazione” e “desiderio” di tornare alla nostra prima tappa nella bella cittadina ai piedi del Bianco. Questa volta è stato un giorno di relax per “ricaricarci” prima di affrontare “il passaggio” del traforo. E dopo il passaggio, sosta a Viverone!

Deviazione Chamonix-Mont Blanc

Il programma del ritorno prevedeva tappa a Lione e poi traforo Frejus via Modane e poi Bardonecchia…Ma la frana che ha colpito le Alpi dell’Alta Savoia, le Maurienne, ha creato problemi seri alla circolazione dei paesi del centro Europa al punto di deviare il traffico pesante al Traforo del Bianco, per chi veniva dalla Francia centrale, come noi. In poco tempo, abbiamo “rivisto” il percorso ed abbiamo puntato su Clermont Ferrand per via delle “chiese nere” ( ne abbiamo già parlato” ), perché la città è Patrimonio Unesco e infine perchè ci incuriosivano le origini vulcaniche (poi vi diro’/diremo il perchè…)

Invece, il ritorno a Chamonix, ci ha fatto proprio bene. Sebbene sapevamo dell’incognita passaggio-traforo, questa località da’ e dava serenità.

Il ri-torno nella piazza centrale, il monumento alla resistenza, i ns bar preferiti…. E poi il ritorno ai nostri negozietti…

Cosa fare a Chamonix? Il Tour “mangiareccio”

Di Chamonix ne abbiamo già parlato. E’ stata la prima tappa del viaggio. (vedi articolo-post Prima tappa) Avevamo raccontato delle sue toccanti bellezze naturali, le punte del Bianco, del Midi facenti parte del gruppo Les Auguilles sono “penetranti”, (vedi art della prima tappa).

Abbiamo raccontato delle bontà culinarie e siamo ri-tornati alla maison Le Refuge Payot,(i salamini “irresistible!”) , da “Amorillo” caffetteria-gelateria-creperie di livello, e poi le degustazioni da Cha Cha Cha e la sera a “la Petite cuisine” per non perdere i sapori e odori della Francia…E…non poteva esserci chiusura migliore!…

Se resti due giorni il Tour culinario è obbligatorio!

 “Lac des Gaillands”

E poi la scoperta del laghetto  “Lac des Gaillands” e del rafting sull’Arve ( a due metri dalla nostra area camping).

Il laghetto Des Gaillands è un “gioiello” incastonato nella foresta della valle . Viene utilizzato molto per la pesca (molti “locali” la esercitano perché “pescoso”) , Per noi è stato il ns momento di relax prima dell’oltre-passaggio del Traforo.

Qui abbiamo pranzato “ a sacco”, abbiamo approfittato della bella giornata di sole di venerdi 1 settembre, abbiamo fatto fare il “bagnetto” ad Aramis (io ho fatto un tentativo di bagnetto…ma ho desistito (acqua freddissima…e poi in alcuni tratti era vietato tuffarsi!).

Dalle siepi, si puo’ osservare un panorama mozzafiato con il laghetto e come sfondo la catena del Bianco lato Francia, impagabile!

Per quanto riguarda il Rafting ci/mi è andata male, perché siamo arrivati in ritardo (l’ultima discesa sull’Arve) era prevista per le 17 e noi, io, da buon italiano, non avevo letto bene la comunicazione…ma poi c’era il problema di Aramis (ai cani è vietata l’esperienza!”)…Ma va bene cosi. Aver osservato altri sul fiume durante la giornata… è stata un’emozione “indiretta”.

Sabato mattina si parte per il traforo del Bianco! Sveglia alle 6,30, bisogni “fisiologici” di Aramis ( e nostri), alle 8.30 in coda …nel caos: Tir , Camper e traffico che iniziava da Busson …Il percorso , tutto in salita, prevedeva l’arrivo al tunnel di “soli” 4 km in tre/quattro ore!(Causa frana al Frejus. All’andata avevamo impiegato “solo” 1 ora e 30 minuti) …

Invece siamo stati graziati. Grazie alla collaborazione della “Gendarmerie”, che nei punti critici, ha “liberato” sulla corsia di sorpasso, auto e camper, siamo arrivati al tunnel in sole 2 ore e 15 minuti!…
Una vera “fortuna!” …

Viverone…il nostro lago in montagna

Poi sosta subito al primo autogrill italiano per bere un caffè “espresso-italiano-ristretto”. Meta Viverone in provincia di Biella-Ivrea, con il lago caro a me, Donatella e Aramis.

Il tempo ci ha donato una giornata splendida adatta a “bagnarci” e “rifocillarci, per ri-tornare definitivamente a Legnano,

Qui un tramonto “africano” ci ha accolti per ri-tornare alla quotidianità…Grazie a voi che ci avete seguito e stimolati! (a presto un bilancio dell’esperienza!)

Il mio viaggio in camper: la scoperta di Clermont Ferrant (tappa 14)

Il mio viaggio in camper: la scoperta di Clermont Ferrant (tappa 14)

Dopo voci che si rimbalzavano dove anche noi possessori di un camper di lunghezza superiore a sei metri, non potevamo attraversare il traforo del Frejus che collega Italia-Francia via Modane e Bardonecchia, siam dovuti oltrepassare il confine attraverso il Mont Blanc.
Nel ns itinerario non avevamo previsto il “Bianco”, ma a questo ennesimo disatro (per me dovuto ai cambiamenti climatici!), abbiamo obbedito. Ecco che in men che non si dica abbiamo curvato non per la tappa prevista a Lione, ma a Clermond Ferrant, una città tutta da scoprire, Patrimonio Unesco ( e chi mi segue sa quanto ci tengo!), sede della Michelin che attualmente dà lavoro ad almeno 10.000 persone!…Ma Clermond è tanto altro…Seguimi…

Le chiese “Nere”

La stessa è Patrimonio Unesco per le sue chiese, in particolare per Notre Dame du Port che fa parte del cammino di Santiago de Compostela. Ma anche la cattedrale Notre Dame de l’Assomption non scherza, insieme a “La Carite” e Notre Dame de la Prosperitè. Per non annoiare farò un passaggio su queste eccellenze senza trascurare un aspetto.

Lo sapevi che queste chiese sono soprannominate “nere”? La verità è che sono tutte costruite con la pietra lavica dei Volvic(zona vulcanica a trenta km da Clermont) !. E qui ti rendi conto di quanto “siamo cittadini del mondo”!. Nel senso che dopo la mia visita alle cave di Candoglia dove con le pietre è stata costruita la cattedrale di Milano, ovvero il Duomo il monumento più importante della Lombardia, in stile “gotico”, un’altra similitudine si presenta. La cattedrale de l’Assomption (dell’Assunzione per i cattolici) è stata costruita con la pietra che si estrae dal territorio!. Ma non solo. Anche tutte le altre idem. In più tutta la città…Almeno il centro storico.

E poi Notre Dame du Port.

Elencata come patrimonio mondiale dell’UNESCO e situata lungo il Cammino di Santiago de Compostela, la basilica è famosa per la sua abside piramidale ornata di rosoni, il suo portale scolpito e più di 250 capitelli romanici con notevoli decorazioni e scene narrative dell’infanzia di Cristo, una statua della Vergine che allatta e l’Annunciazione di Philippe de Champaigne.

Costruita nel XII secolo, questa notevole basilica romanica è costituita da una pianta basilicale con una navata centrale fiancheggiata da navate laterali e si estende in un presbiterio con deambulatori e cappelle raggiate. L’abside a forma piramidale è decorata con modanature e rosoni. Notre-Dame-du-Port si trova nel vecchio quartiere di Portus, nome che ricorda la sua attività commerciale a Clermont-Ferrand. La sua costruzione risale al primo terzo del XII secolo. –

Notre dame de l’Assomption

Entrando nel merito: Notre Dame de l’Assomption, la maestosa cattedrale gotica svetta verso il cielo e incorona la collina nel centro storico di Clermont. I lavori di costruzione iniziarono nel 1248, sotto la supervisione dell’architetto Jean Deschamps e dell’episcopato di Hughes de la Tour.

Lo sapevi che per costruirla ci son voluti sette secoli? La cattedrale sorge sul sito di antiche chiese e Il suo completamento ha richiesto ben  sette secoli, comprese lunghe interruzioni del lavoro. Le tre campate, il portale e le guglie occidentali furono costruite da Viollet-le-Duc nel XIX secolo. La cattedrale si distingue per l’uso della pietra vulcanica di Volvic in assoluto, di cui quest’opera rappresentò il primo utilizzo su larga scala. Questo capolavoro color antracite mette in risalto un insieme unico di vetrate colorate e dipinti murali. –

Lo sapevi che queste chiese sono soprannominate “nere”?

Come già accennato, sono tutte costruite con la pietra lavica vulcanica dei Volvic( zona vulcanica a trenta km da Clermont) !. E qui ti rendi conto di quanto “siamo cittadini del mondo”!. Nel senso che dopo la mia visita alle cave di Candoglia dove con le pietre è stata costruita la cattedrale di Milano, ovvero il Duomo il monumento più importante della Lombardia, in stile “gotico”, un’altra similitudine si presenta. La cattedrale de l’Assomption (dell’Assunzione per i cattolici) è stata costruita con la pietra che si estrae dal territorio!. Ma non solo. Tutta le altre idem. In più tutta la città…Almeno il centro storico.

Ecco che gli edifici del salotto buono, ovvero la piazza De jaude, come piazza Gillard, oppure la zona del Museo ( a proposito è in corso una mostra dedicata al grande genio della matematica e fisica Pascal…l’ho studiato all’Università e visitare il luogo natio è stata una emozione indescrivibile!) sono tutte (o in parte) costruite con questo prezioso elemento naturale.

E poi un po’ di relax in Piazza de Jaude

Per una pausa rilassante durante la visita della città, vi consigliamo di sedervi sulla terrazza di Place de Jaude, un angolo incantevole del centro storico: fontane, magnolie in fiore, monumenti storici e negozi vivaci. Questa piazza è delimitata dalla chiesa di Saint-Pierre-des-Minimes, costruita nel XVII secolo, dal teatro del XIX secolo e dal grande magazzino Galeries Lafayette Clermont soprannominato le gallerie di Jaude. Nella piazza si trovano due belle statue, quella del generale Desaix di Nanteuil e quella di Vercingétorige di Bartholdi che si oppose, come condottiero dei Galli, all’avanzata dei Romani.

una bella scoperta, davvero.

Il nostro tour vede un’altra tappa, sulla strada che ci riporta in Italia: Chamonix. Qui ci eravamo già fermati e la tentazione di un giro in città e ri-assaggiare le bontà…non ci dispiace!

Il mio viaggio in camper: Tours, città d’arte, tra gotico e moderno (tappa 13)

Il mio viaggio in camper: Tours, città d’arte, tra gotico e moderno (tappa 13)

Il viaggio di ritorno, è iniziato e la terza tappa è stata Tours che ci ha regalato tanto ed anche qualche sorpresa….
Tours è adagiata sulle rive dei fiumi Loira e Cher, ed è classificata Città d’arte e di storia ed inserita nell’elenco delle città Patrimonio Mondiale dell’Unesco nel 2000. E noi che stiamo “inseguendo” le location Patrimonio Unesco, proprio non potevamo perdercela!…

Tour a Tours

Di buon ora, come è nelle nostre tabelle di marcia, dal campeggio Les Acacias, adagiato, fuori città, sul lungo Loira, ci accingiamo a visitare la città di Tours. Chiaramente immancabili le nostre tappe ai monumenti e poi alla parte “viva” della città. In questa città abbiamo dato spazio alla cultura, alla storia anche moderna: qui ci sono , ad ogni angolo, negozi d’arte, Musei ed Atelier, Negozi vintage, che “invitano” ad entrare…e noi il nostro “obolo” turistico, lo diamo con piacere. Ma questa volta abbiamo voluto indagare di più, sulla parte ludica…

Ecco che ci siamo orientati, utilizzando il bus (n. 50!) verso questo obiettivo. Scesi a Jean Jaures, siamo entrati subito nel cuore della città. Dalla piazza, che ha anche un ottimo Teatro per spettacoli di grandi artisti, ci siamo “imbucati” nel centro “d’ars e couture” che è valso alla “ città porta dei Castelli”, il riconoscimento di Patrimonio Unesco. Subito un tuffo nel passato a Rue Colbert per vedere le case in “graticcio” più antiche di Tours. Poi un’altra piazzetta deliziosa è Place de Châteauneuf , insieme a Rue Briçonnet, dove abbiamo potuto osservare i vari stili architettonici della città.

Rimanendo sul discorso piazze, andando diritto si arriva alla Piazza del “Mostro”, ovvero “Monster Square“, a causa di una “mostruosa” scultura di arte moderna esposta al centro della piazza. Qui tanti ristorantini a “bon marchee” ci hanno invogliato ad una petite dejeuner (colazione). (selfie obbligatorio!)

Continuando a destra, eccoci giunti al  “mercato coperto” di Des Halles, ricco di prodotti regionali, tra i quali spiccano rillettes e rillons, il formaggio di capra di Sainte-Maure-de-Touraine e le fouaces, i pani cotti nel forno a legna. ( sembrano i “pani” di Altamura…in dimensioni ridotte)

E poi eccoci giunti a Place Plumereau1, il salotto buono della città, una piazza pedonale ricca di fascino e sempre molto vivace, riconoscibile per le sue case a graticcio. Chiaramente un caffè per “osservare e pettegolare” i comignoli, le terrazze, e i passanti di tutte le razze e di tutte le lingue!

La Basilica di San Martino

E potevamo non fare il “nostro” tour culturale-storico?
Ecco che tra una piazza ed un’altra abbiamo visitato, prima la Basilica di San Martino, con l’intera area pedonale dedicata dove convivono la Basilica, monumento nazionale costruito tra il 1886 e il 1902 dall’architetto Victor Laloux ed alcuni monumenti straordinari. Si tratta di un edificio in stile romano-bizantino composto da diversi materiali: calcare, granito, marmo e ardesia. La cripta ospita la tomba di San Martino, il più famoso dei vescovi di Tours. La Basilica di San Martino nasce sulle vestigia di un’ex collegiata, uno dei santuari più importanti della cristianità, di cui oggi restano solo due torri: la torre Carlo Magno e la torre dell’orologio, classificati, anche questi ultimi, monumenti storici nazionali francesi.  

Infine, ma non ultimo, la visita alla Cattedrale Saint Gatien ed al bellissimo Chiostro.

Dedicata a Saint Gatien, primo vescovo di Tours, si nota subito per le due torri alte 68 e 69 metri di altezza, che svettano sul centro di Tours. Costruita a partire dal XIII secolo e completata nel XVI secolo, la Cattedrale di Saint-Gatien ha attraversato diverse epoche storiche, il che spiega la convivenza di diversi stili architettonici: gotico, rinascimentale e romanico. All’interno della cattedrale si può ammirare il coro, capolavoro del XIII secolo, che rievoca la Sainte-Chapelle di Parigi. È inoltre possibile visitare la tomba dei figli di Carlo VIII (noi non siamo riusciti)  o ammirare la famosa collezione di abbaglianti vetrate colorate che adornano la cappella e le finestre.

Una curiosità: le nuove vetrate sono state realizzate da artisti moderni e “raccontano” l’attualità. Un esempio di “contaminazione” tra sacro e profano in quanto siamo abituati a vedere di solito, mosaici che raccontano , nelle chiese, il nuovo o vecchio Testamento, la vita di quel o questo Santo (vedi san Michele a Saint Michel, oppure della Madonna ecc).
Infine una menzione speciale per il chiostro, un piccolo gioiello architettonico dell’Umanesimo, dove si possono ancora ammirare i locali in cui lavoravano gli “amanuensi”, in una delle biblioteche più belle di Francia. ( E qui c’è molto da imparare!).

La macchina per la pizza???

Tornati in campeggio una sorpresa: nel ristorante fa bella mostra “la macchina” per “fare” la pizza ovvero “Pizzas fait Maison”. A me/noi è sembrata una bestemmia!. Considerato che io sono un “campano”. Considerato che l’Italia nel 2017 “l’arte del pizzaiolo napoletano”, di cui la pizza napoletana è il prodotto tangibile, è stata dichiarata dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità.!, Considerando le mie partecipazioni a Fiere Nazionali e Mondiali del Food(Tutto Food Fiera Rho Pero) e che tra le mie conoscenze ci sono anche i campioni nazionali e mondiali della Pizza ( come Leoni di Gavirate di qualche anno fa) , questa “visione” mi ha “allarmato” e non poco!.

Ma di questo ne parleremo in un altro momento! Dopo averla “provata”! (Cit. San Tommaso”) ..

Ora Vi/ci lasciamo per risentirci dopo il ritorno in Italia attraverso, questa volta, il traforo del Frejus.

Stay Tuned!

en_GB