La bellezza intramontabile di Orta San Giulio

La bellezza intramontabile di Orta San Giulio

Ho visitato Orta San Giulio a maggio. Programma intenso ed emozionante a partire dalla visita al Sacro Monte di Orta dedicato alla vita e alle opere di San Francesco. 
Ma le sorprese non finiscono.

Si parte.. in trenino!

Ho approfittato del Trenino turistico della città per evitare la prima fatica della salita al monumento che è anche Patrimonio Unesco. La passeggiata, poi, tra le cappelle e i meravigliosi panorami del lago, visibili dal giardino hanno appagato gli occhi e lo spirito.

Dopo un attento ascolto delle spiegazioni della guida: l’ottimo Roberto Pessina (ortese D.O.C.), ho iniziato la discesa verso il centro storico tra fiori, piante, e scorci invidiabili sull’isola di San Giulio.

Una fermata doverosa alla parrocchiale di Santa Maria Assunta e poi la salita della Motta, affrontata però in discesa …

Un’occhiata agli edifici che la fiancheggiano tra cui Palazzo Gemelli, risalente al XVI secolo e il neoclassico palazzo De Fortis Penotti e da li ho raggiunto piazza Motta; luminoso salotto della città affacciato sul lago. Il tempo di un aperitivo ed è già pronto il motoscafo che mi accompagna all’isola di San Giulio. Il ristorante San Giulio si annuncia in anticipo con profumi e aromi che stuzzicano l’appetito. Adriana e Fabiola ci accolgono e ci guidano sulla terrazza vista a lago.

Visita all’Isola di San Giulio

Nel pomeriggio sembra quasi impossibile riprendere la passeggiata dopo l’ottimo pranzo e si sperava forse in una pennichella.

Ma la basilica di San Giulio ci attende con il suo pezzo forte: il misterioso ambone romanico da cui ci scrutano figure arcaiche.

Non è possibile lasciare l’isola senza aver percorso la Via del Silenzio e della Meditazione che ci riporta al pontile per l’imbarco sul motoscafo che ci riporta nell’animata Piazza Motta. 

Palazzo Broletto

Ancora qualche spiegazione della guida Roberto che illustra gli edifici che circondano la piazza e in particolare il broletto o Palazzo della Comunità della Riviera di Orta San Giulio, risalente al 1582, che è considerato il simbolo del lungo periodo di autogoverno della regione. L’edificio culmina con una piccola torre campanaria.

Chiesetta di Santo Stefano: un gioiello del 500 lombardo

Chiesetta di Santo Stefano: un gioiello del 500 lombardo

A due passi dalla città, scopriamo la Chiesetta di Santo Stefano, Monumento Nazionale nascosta nel Parco dei Mulini. La Chiesetta è stata aperta nella giornata di domenica 21 maggio,  per delle visite guidate nell’ambito dell‘iniziativa Mulino Day

A San Vittore Olona, in via Fornasone, esiste un gioiellino del ‘500, stiamo parlando della Chiesetta di Santo Stefano al Lazzaretto, con con splendidi affreschi del ‘500 Lombardo attribuiti a Gian Giacomo Lampugnani. La conoscevi?

La piccola cappella, gioiellino della storia locale, è un semplice edificio a navata unica con abside quadra a tetto a capanna, che conserva al suo interno tre cicli d’affreschi. 

Gli affreschi

Il primo ciclo, probabilmente datato 1487, è attribuito a Gian Giacomo Lampugnani. Si ritiene sia l’opera prima dell’artista che operò anche nella basilica di San Magno in Legnano.

Appartengono a questo ciclo la Natività e la Deposizione sulla parete nord della navata e San Rocco (con bastone da pellegrino e piana sulla gamba) alla base sinistra dell’arco di accesso al presbiterio.

Il secondo ciclo è stato eseguito nel 1577 da un artista lombardo probabilmente formatosi su modelli luineschi e raffigura il martirio di Santo Stefano tra i Santi Lorenzo a sinistra e San Teodoro a destra.

Il terzo ciclo di affreschi, invece, è dei primi del ‘700 ed interessa la parte superiore e la base destra dell’arco di accesso al presbiterio. Sono raffigurati in alto due angioletti, a sinistra un Vescovo e Dottore della Chiesa, forse Sant’Ambrogio ma non ve n’è la certezza, a destra Sant’Antonio di Padova e, al centro, Gesù Crocifisso; a destra alla base dell’arco San Francesco Saverio.

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Restauro e conservazione

La Chiesa inoltre, è stata oggetto di restauro nel 1968 e nel 1992. Nel 1968 oltre a rinnovare l’altare è stato realizzato anche il piccolo campanile a vela.

Oggi, questa Chiesetta, considerata Monumento Nazionale, è cornice di un bell’evento musicale che si tiene nel periodo estivo a cura dell’Associazione La Zuppiera“Il Concerto tra le Robinie”. 

Il grazie a chi lavora con impegno e passione per mantenere vive le tradizioni dei nostri luoghi, e un pensiero a Giacomo Agrati che ha sempre avuto nel cuore questa Chiesetta.

Antonio Siri vince il Palio di Legnano 2023

Antonio Siri vince il Palio di Legnano 2023

Dopo la Santa Messa sul Carroccio della mattina in piazza San Magno, e dopo il carosello della sfilata storica , tutti allo stadio mari per la “corsa” ippica per vedere e festeggiare il vincitore.

Il Palio 2023 è giallorosso! 

Antonio Siri domina una finale che lo ha visto partire in testa e condurre per tutti i 5 giri.

A nulla sono valsi i tentativi dapprima di San Bernardino poi di Sant’Ambrogio, netta la supremazia del binomio di via Dante, mai messa in pericolo la sua prima posizione, nemmeno dalla Flora che ha disputato una finale che non l’ha mai vista protagonista.

Tutto questo dopo due batterie che hanno portato in finale le Contrade di Legnarello e Flora, nella prima batteria e Sant’Ambrogio e San Bernardino nella seconda batteria, è seguita la finale con l’ordine ai canapi San Bernardino con fantino Gavino Sanna cavallo Biancorosso, Flora con fantino Valter Pusceddu cavallo Tigre , Sant’Ambrogio fantino Giuseppe Zedde cavallo Andromeda e Legnarello, fantino Antonio Siri cavallo Woody Woodpecker.

Per Legnarello arriva dunque la 12^ vittoria mentre per Antonio Siri, dopo quelle del 2010 e del 2019 arriva la terza affermazione.

Palio di Legnano eccellenza nazionale

Palio di Legnano eccellenza nazionale

Lo sapevi che il Palio di Legnano, ovvero l’insieme di manifestazioni che rievocano la battaglia di Legnano avvenuta il 29 maggio 1176, che vide vittoriosi i comuni della “lega” contro Federico Barbarossa, è considerato il primo Palio d’Italia per la rievocazione dei costumi, ed è considerato terzo in Italia, dopo Siena e Asti?

In più rappresenta un insieme di eventi tutto l’anno dove la città, in avvicinamento al 29 maggio di ogni anno, stesso giorno della Festa della Lombardia istituito dalla regione Lombardia. Da legnanese “adottivo” Ti racconto un po’ di storia tra Folklore e curiosità.

Le origini

Tracce delle prime commemorazioni si ritrovano, in forma religiosa, già nel tardo medioevo (1393) a Milano nella chiesa d San Simpliciano, ma il Palio così come oggi lo si conosce ha origini più moderne.

Le otto contrade

La città è stata divisa in contrade, dieci inizialmente, che presto si ridussero ad otto. La contrada, letteralmente “gruppo di case attorno ad una strada”, è un quartiere storico della città che ha la propria sede nel maniero, epicentro della vita associativa e delle attività oltre che luogo nel quale sono custodite tutte le armi, gli ornamenti ed i costumi che vengono utilizzati nella sfilata storica.

Le guida della contrada è affidata alla reggenza composta dalle tre cariche più importanti che sono Capitano, Castellana e Gran Priore.

Le otto contrade nelle quali è suddivisa la città di Legnano sono: La Flora, Legnarello, San Bernardino, San Domenico, San Magno, San Martino, Sant’Ambrogio e Sant’Erasmo.

La gestione del Palio

Oltre alle figure di ciascuna contrada, il Palio, come da statuto, istituisce i Magistrati del Palio di Legnano ovvero Il Supremo magistrato nella figura del Sindaco, poi il Magistrato rappresentante della Famiglia Legnanese (l’associazione che ha ripreso la manifestazione negli anni), il Gran Maestro del Collegio dei Capitani e delle Contrade e il Cavaliere del Carroccio.

La gestione del Palio di Legnano dal 2022 è affidata alla Fondazione palio di Legnano che organizza l’evento in collaborazione con il Comune di Legnano.

Sfilata storica

Uno degli elementi più caratteristici ed importanti del palio è costituito dalla sfilata storica nella quale si condensano mesi e mesi di preparazione e di lavoro effettuato nei manieri. La sfilata, che come la gara ippica si svolge l’ultima domenica di maggio, è composta da oltre 1200 figuranti che indossano costumi e portano oggetti d’epoca realizzati esclusivamente secondo le prescrizioni dettate da un apposita commissione che vaglia preventivamente l’attinenza degli abiti e degli ornamenti rispetto al periodo rappresentato.

Ogni contrada, nell’ambito della sfilata che attraversa la città da est ad ovest, svolge un tema predefinito che raffigura un aspetto della vita medioevale, da quello riferito alla vita militare a quello contadino, passando attraverso la vita dei cortigiani o quella degli artisti di strada, musici e giocolieri senza tralasciare il mondo della magia.

In coda sfila il Carroccio scortato dai fanti e dalla celebre Compagnia della morte che chiude il corteo. La compagnia della morte è capitanata dal leggendario condottiero Alberto da Giussano il cui monumento, opera dello scultore Enrico Butti, è diventato simbolo della città.

La mattina, prima della sfilata e della corsa, in piazza San Magno sul carroccio si celebra la messa che è seguita dall’investitura religiosa dei Capitani e dalla benedizione dei cavalli e dei fantini che correranno il Palio.

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