Legnano – Ebolowa: 60 anni di gemellaggio. Un viaggio nella diversità

Legnano – Ebolowa: 60 anni di gemellaggio. Un viaggio nella diversità

Per capire le diverse realtà che ci circondano, una delle vie sono i “gemellaggi”. Con piacere ho partecipato alla mostra “1964 – 2024. 60 anni di gemellaggio Legnano – Ebolowa” che grazie alle foto dell’archivio di Carlo Mari mi/ci hanno fatto fare un viaggio nel passato a partire dal 1964 quando è stato attivato il progetto di “fratellanza” . La celebrazione dei 60 anni è un’occasione per onorare il passato, ma soprattutto per guardare al futuro, rinnovando l’impegno per un gemellaggio sempre più attivo e proficuo…(#legnano #milano #legnano-ebolowa #carlomari #lorenzoradice #guidobragato #rotarybugaleticino )
La mostra in corso al Leone da Perego, si protrarrà fino al fino a domenica 23 febbraio il sabato e la domenica, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00…

60 Anni di Gemellaggio: Legnano – Ebolowa
Il piacere di aver partecipato alla mostra del gemellaggio tra Legnano (Italia) ed Ebolowa (Camerun) mi gratifica da diversi punti di vista. Essa rappresenta uno dei primi esempi di cooperazione tra una città europea e una africana. Iniziato nel 1964, questo legame ha attraversato sei decenni, testimoniando un impegno duraturo di scambio e amicizia.
Il secondo, per me ancora più importante, e che mi riempie di orgoglio: i protagonisti sono i “Mari”. In primis Giovanni che quasi da “pioniere” per i tempi, insieme all’ex-sindaco Accorsi si adoperò per la “fratellanza”. E poi nel 2024, Carlo, che ho il piacere di aver intervistato in alcune occasioni, partito con la delegazione comunale lo scorso anno, ha messo a disposizione gli scatti “nuovi” e quelli “storici (foto del 1964 fatte da Giovanni, Ferdinando Villa e Brunello). E poi io sono un “Mari” sebbene della zona sud ( ceppo legato a “marini” che nasce/ono in Sicilia, Calabria, Campania per approdare nel Viterbese. Altro Ceppo ”Adimaro” sviluppatosi in Toscana, Lombardia e Veneto). Al di là di questo, il Gemellaggio tra Legnano ed Ebolowa non è solo un atto formale, ma un vero e proprio scambio culturale e umano. Rappresenta un ponte tra due continenti, un’opportunità di crescita reciproca e un esempio di come la cooperazione tra popoli diversi possa portare benefici concreti per entrambe le comunità.

Le Tappe Fondamentali:

1964: Una delegazione di Legnano, guidata dall’assessore ai lavori pubblici Giovanni Mari, con l’ex sindaco Accorsi, Ferdinando Villa Imprenditore e Brunello ex-comandante dei Vigili Urbani, intraprendono un viaggio fino ad Ebolowa, segnando l’inizio ufficiale del gemellaggio. Questo evento storico è stato ben documentato dalle fotografie nelle prime sale del palazzo leone da Perego, che oggi testimoniano l’entusiasmo e le speranze di quel periodo.

Periodo Intermedio: Nonostante le difficoltà logistiche e le distanze, il legame tra le due città è stato mantenuto vivo grazie all’impegno di associazioni e parrocchie, che hanno continuato a promuovere iniziative di scambio e solidarietà. Tanto si è prodigato il sindaco Piero Cattaneo negli anni 80.

2024: A 60 anni dal primo viaggio, una nuova delegazione di Legnano è tornata ad Ebolowa. Questo viaggio ha rappresentato un momento di rinnovamento del gemellaggio, con l’obiettivo di rafforzare i legami esistenti e avviare nuove forme di collaborazione.

La Mostra Fotografica

Oltre una quarantina di scatti per i 60 anni del gemellaggio fra Legnano ed Ebolowa a Palazzo Leone da Perego la mostra fotografica che documenta il legame fra le due città attraverso i due viaggi compiuti, nel 1964 e nel 2024, da delegazioni legnanesi nella realtà gemellata del Camerun. In mostra sono  esposti 24 scatti del viaggio del 1964, provenienti dall’Archivio Mari che ha messo a disposizione della città, e una ventina di scatti del viaggio compiuto l’anno scorso a cavallo di luglio e agosto scattate da Carlo Mari, figlio di Giovanni. “La mostra rientra nelle iniziative del Centenario di Legnano Città. Questa mostra nasce per ricucire gli estremi temporali del gemellaggio con Ebolowa, segnati da due viaggi  il fatto di disporre, grazie all’Archivio Mari, del materiale che documenta la prima missione ci ha permesso di accostare passato e presente; il bianco e nero degli scatti del 1964 e il colore di quelli catturati da Carlo Mari lo scorso anno. Tra le tante iniziative l’arrivo di una delegazione di Ebolowa in occasione della disputa del Palio nel 2022 e a restituire la visita lo scorso anno nel sessantesimo anniversario del gemellaggio”, ha raccontato il Sindaco. Tra le persone che si sono prodigate all’accoglienza anche Claudia Minesi, past president del Rotary club Parchi  che ha ospitato alcuni delegati. E per mantenere vivo il gemellaggio si sono prodigati anche il Rotary Club Ticino(vedi sotto)

Il Progetto Rotary Club Busto Gallarate Legnano “Ticino”

Il Rotary Club Busto Gallarate Legnano “Ticino” ha sostenuto negli anni il progetto di gemellaggio “Legnano-Ebolowa” attraverso il “programma di trasformazione da economia di sostentamento a economia di sviluppo” che ha avuto luogo, grazie al contributo del Rotary Club Ticino e alla collaborazione con Padre Jacques Minkande nel cuore del Camerun, che ha vissuto per due anni nella parrocchia di San Domenico di Legnano. Il progetto è stato presentato ad un seminario a Verona organizzato dalla Rotary Foundation da coordinati da Alberto Ganna, socio del Rotary Club Busto Gallarate Legnano “Ticino” e Richard Knowlton.

“Avevo un sogno, desideravo che il piccolo villaggio che ospita l’orfanotrofio potesse vivere una condizione migliore e che grazie a quel raggiunto benessere fosse in grado di sviluppare una piccola economia che lo rendesse autonomo. Questo sogno mirava ad aiutare l’orfanotrofio che viveva solo di donazioni ma aveva anche un secondo obiettivo: quello di dare lavoro ai tanti giovani disoccupati di Ebolowa. La loro unica alternativa sarebbe stata quella di fuggire, attraversare la Libia per raggiungere forse l’Europa”

Il progetto ha visto la realizzazione di una piantagione di banane platano frutto calorico e ricco di potassio base di numerosi piatti, di un pollaio e di un laghetto artificiale destinato alla pescicultura che ha reso autosufficiente dal punto di vista alimentare l’orfanotrofio Don Bosco della città di Ebolowa in Camerun e vendere le eccedenze al mercato.

Mostra “IL GENIO DI MILANO” alle Gallerie d’Italia

Mostra “IL GENIO DI MILANO” alle Gallerie d’Italia

Alice Norcini ha visitato la Mostra e l’ha raccontata anche ai nostri lettori. Ecco le sue parole: “Ho ricevuto dalla mia amica Pina un bellissimo regalo di Natale: una visita guidata con “Milanoguida”  alla mostra Il genio di Milano. Crocevia delle arti dal Medioevo al Novecento”“ alle Gallerie d’Italia. Sabato scorso ho visitato questa mostra che mette in risalto la centralità che Milano ha avuto nei secoli per quanto riguarda l’arte…
#legnano #milano #il genio di Milano “ alle Gallerie d’Italia @iviaggidienzo #segantini #previati #galleried’italia #fontana

“Il genio di Milano. Crocevia delle arti dal Medioevo al Novecento”

Sabato scorso ho visitato questa mostra che mette in risalto la centralità che Milano ha avuto nei secoli per quanto riguarda l’arte .

Sin dai tempi dell’avvio della costruzione del Duomo fino al Novecento, grazie alla presenza di importanti cantieri, raffinati committenti, intraprendenti galleristi e lungimiranti critici d’arte la città di Milano ha attratto architetti, pittori e scultori da tutta Italia e dall’intera Europa favorendo il dialogo tra maestranze locali e straniere e l’elaborazione di nuovi linguaggi figurativi. 

Sabato scorso ho apprezzato questa “creatività” che si percepisce e ci inorgoglisce!

I contenuti

Sì parte quindi dal Rinascimento con le committenze degli Sforza e del cardinale Borromeo, che porteranno in città artisti come Leonardo da Vinci e Caravaggio, per attraversare poi il 600 e il 700 con Tiepolo, fino al Neoclassicismo di Pier Marini e al Romanticismo di Hayez.

Tra fine 800 e inizio 900 Milano è di nuovo protagonista con il Divisionismo da Segantini a Previati (in bella mostra anche al castello Visconteo di Legnano) e il futurismo di Carrà.

La mostra si conclude con le opere del dopoguerra di De Chirico e Morandi fino ad arrivare a Lucio Fontana.

Si tratta dunque di un affascinante viaggio nella storia dell’ arte milanese. La consiglio a tutti

La mostra resterà aperta fino al 16 marzo 2025, dal martedì alla domenica, con orario 9.30/19.30.

L’ ingresso costa 10€ intero,8€ ridotto. Visita guidata 22€.

Alice Norcini

Fondazione Bianca Ballabio: il racconto di Michela Bonzi. Un viaggio nella sofferenza

Fondazione Bianca Ballabio: il racconto di Michela Bonzi. Un viaggio nella sofferenza

Ho seguito la “vicenda” di Bianca Ballabio fin dall’inizio. Con Michela e Massimo si è instaurato un rapporto di stima, rispetto e vicinanza. Ho sentito di intervistare in video Michela dopo il “clamore mediatico” , a riflettori spenti. Ecco cosa è venuto fuori. Ringrazio in anticipo Michela, e Massimo, per la disponibilità…
@fondazionebiancaballabio #michelabonzi #norbertoalbertalli #lionscarroccio #domenicoesposito #iviaggidienzo #enzomari #legnano #milano #varese #universitàinsubria

L’intervista a Michela Bonzi
Ho intervistato e realizzato il video a fianco, con l’obiettivo di un racconto/viaggio fatto direttamente dall’interessata. Michela qui si è aperta. Siamo partiti dal maledetto “incidente” e qui abbiamo attraversato la voglia di “FARE” della stessa .
Dallo sbigottimento iniziale con i primi momenti tragici, alla reazione/i. Qui mi/ci siamo soffermati perché in Michela ho visto la voglia di “reagire”. E’ emersa la donna forte, determinata della quale mi parlava Massimo. “Fare per i giovani”, attraverso le Borse di Studio. “Fare per l’ospedale”. “Fare la Fondazione Bianca Ballabio”,  “Fare rete” con gli amici Lions, in primis con “Mimmo” Esposito, “Fare” rete con Norberto Albertalli della Fondazione Ospedali, “Fare” rete con l’Università dell’Insubria.
E poi realizzare eventi per “coinvolgere” attraverso le passioni di Bianca (golf, tennis, musica(“pazzaaaa”)), altre associazioni, amici, fino al concerto di Emanuele Arciuli di domenica 12 gennaio 2025 alla sala Ratti di Legnano. (vedi qui i progetti realizzati https://www.fondazionebiancaballabio.org/#progetti
Cosa emerge? Una donna determinata. Al contempo, una donna disposta a farsi aiutare. Una donna fragile, ma forte.
Un viaggio, quindi, che è si sofferenza ma è soprattutto voglia di “reagire”, voglia di “Fare a 360°Grazie Michela.

Per Info: https://www.fondazionebiancaballabio.org/
Per chi volesse donare http://dona.perildono.it/fondazione-bianca-ballabio/

Venti anni della Casa del Volontariato: venti anni di comunità

Venti anni della Casa del Volontariato: venti anni di comunità

Interessante il convegno: “20 anni con Casa del Volontariato organizzato al Leone da Perego. Ho seguito la nascita della “casa” fin dall’inizio e con l’avv. Rizzoli ci siamo confrontati e l’ho intervistato più volte sul ruolo della “Casa” e come essere presente e visibili sul territorio. Con piacere ho risentito questi discorsi stamani ed ho avuto il piacere di rivedere belle persone che si prodigano per il benessere (e la bellezza) della nostra comunità…(foto di Dario Croci con gratitudine)
#legnano #milano #iviaggidienzo #lorenzoradice #casadelvolontariato #terzosettore #simonebrusatori @iviaggidienzo

Il Convegno “20 anni con Casa del Volontariato”

Ho partecipato al convegno  “20 anni con Casa del Volontariato” per festeggiare, “insieme” questo splendido traguardo per “essere” comunità. Il convegno ha avuto eccellenti ospiti (per la cronaca lascio ai miei esimi colleghi) introdotti dal presidente Simone Brusatori . Dopo il saluto istituzionale del sindaco Lorenzo Radice e dell’assessore al sociale e benessere Anna Pavan, Salvatore Forte, presidente della Fondazione Comunitaria del Ticino Olona Onlus che ha parlato di “legami, Reti e Sinergie”. Carla Facchini, presidente Associazione Nestore “Il Volontariato ha rafforzato la crescita della comunità mutuando il passaggio dai fiori alle farfalle, per concludere con il giovane Davide Cara che ha intrattenuto su “La comunicazione social(e)nel terzo settore che ruolo possono giocare i giovani” (tesi di laurea).
Quello che mi è piaciuto dell’impostazione sono state alcuni valori:
– La voglia di spendersi per la comunità, il ruolo del volontariato imprescindibile per questa nostra società, del prendersi cura dell’altro(generalmente più debole), dalle basi poste dal fondatore avv Rizzoli (con il quale ci siamo intrattenuti nella mia esperienza di past direttore di Sempionenews) i presidenti che si sono succeduti hanno fatto crescere la “casa” (attualmente 48 associazioni), il passaggio generazionale, ovvero i giovani che stanno entrando. E questo fa ben sperare…
(vedi intervento di Davide Cara).

La casa del Volontariato: la storia

La Casa del Volontariato e del Terzo Settore, fondata dall’avv  Rizzoli 20 anni fa da un incontro fortuito tra i Lions che a Monza, dove ha partecipato anche Ercole Gorlini,  scoprirono dell’esistenza della “Casa”

La casa del Volontariato  è un’associazione di secondo livello nata nel 2004 che comprende oltre 40 associazioni provenienti da Legnano. Una grande rete di amicizia e di conoscenza al servizio del Volontariato e della cittadinanza.  Dispone di due sedi di proprietà del Comune di Legnano, in comodato gratuito.

È componente della Consulta Volontariato Comune di Legnano e aderisce al Forum Terzo Settore Alto Milanese. Tra le principali attività si segnalano le funzioni di rappresentanza con le Istituzioni del territorio, la promozione di forme di collaborazione tra le Associazioni Opportunità di spazi di aggregazione sociale e servizi, il supporto di Segreteria alle Associazioni e iniziative di sensibilizzazione su temi sociali, colloqui di orientamento al volontariato e adesione in qualità di partner a progetti di valenza sociale.

La casa del Volontariato: i progetti

Una svolta, ha raccontato Monica Nardiello, è stato il nuovo sito e la comunicazione. Nel nuovo sito abbiamo catalogato i servizi , che vanno dall’’apertura di sportelli dedicati alle problematiche sociali, alle fragilità e alle dipendenze. Abbiamo anche distribuito dei voucher. Un’altra “azione” è di lavorare sui giovani e le scuole. Ad esempio ogni anno realizzaiamo “Estate gentile” dove i giovani delle scuole superiori si prodigano per gli anziani soli  per rendere loro servizi ma anche per “confortarli”. Sempre con le Scuole grazie a Cristina, stiamo operando nel settore materne, infanzia e primarie. L’idea è di gettare un seme dove cresce poi il volontariato. Poi abbiamo organizzato le Giornate del Volontariato, partecipatissime in piazza San Magno, più recentemente abbiamo dato il nostro contributo attivo alla Civil Week e lavorato nel passaggio al terzo settore, grazie anche al supporto del dott. Lazzarini, che purtroppo ci ha lasciati. Grazie alla civil-week sono entrati circa 20 giovani. “Poi, ricordo le tante serate a tema, per affrontare di volta in volta gli argomenti privilegiati da ciascuna associazione, i concerti prenatalizi con importanti cori, che hanno sempre partecipato gratuitamente.

La casa del Volontariato: i protagonisti
Un pensiero a chi ha messo le fondamenta fino all’attuale compagine.
Dal primo Presidente Mario Rizzoli (Lions Host) dal 2004 è subentrata Mabi Capocasa (Aiutiamoli) 2010 – 2016. Poi il passaggio di testimone a  Monica Ciardiello (Auser Ticino Olona) 2017 -2019. Poi Rosa Romano (Auser Ticino Olona) 2020- 2022; Monica Ciardiello 2022 -2024.


Presidente in carica Simone Brusatori, del Lions Club Carroccio. Con lui, nel consiglio direttivo la vicepresidente Rosa Romano (Auser Ticino Olona), la segretaria Maria Grazia Tosi (Milly) (A… per non dimenticare) la tesoriera Fatima Mendoza (El Condor) e i consiglieri Elide Aiello (Coop. La Mano), Daniela Mantegazza (Casa della Carità), Antonio Tola (Laboratorio di quartiere Mazzafame). Il collegio dei probiviri è composto da Monica Ciardiello (Auser Ticino Olona), Silvana Cezza (Lilt), Francesca Fusina (Anffas).

La casa del Vlontariato: il futuro

A fine della giornata ho avuto il piacere di intervistare il presidente Simone Brusatori ed il giovane volontario Davide Cara.
Dalla soddisfazione dell’incoming president Brusatori è emerso la voglia di “Continuare a fare rete, ad essere presenti sul terrirorio ad essere a disposizione della comunità. Chiaramente dobbiamo “coinvolgere anche i giovani” che con il loro linguaggio siano in grado di “sdoganare” il concetto superato del volontariato solo per “anziani”.

E il mio piacere è aumentato nell’intervistare Davide Cara, che è proprio un volontario giovane ed ha presentato la Tesi di laurea : La comunicazione social(e)nel terzo settore che ruolo possono giocare i giovani” (tesi di laurea). Davide ha dichiarato: “Noi giovani grazie alle comunicazioni, ai social, possiamo invertire la rotta e coinvolgere più giovani in questa attività, che prima di tutto fa crescere noi e chiaramante la nostra comunità”.
La Casa ha un futuro…

Alla scoperta di Ivrea tra il Castello, il Duomo e il Centro Storico

Alla scoperta di Ivrea tra il Castello, il Duomo e il Centro Storico

Siamo ri-tornati ad Ivrea per la seconda volta in tre mesi. I Motivi. E’ vicina dalla nostra casa di Andorno Micca ( e 104 km da Legnano), E Patrimonio Unesco come Città Industriale del XX secolo, ha delle bellezze artistiche-architettoniche straordinarie come Il Castello, Il Duomo. Ha il Carnevale, si sta preparando in questi giorni all’evento di fine febbraio per la battaglia delle Arance, che divisa in rioni ( come le nostre contrade del #paliodilegnano…), rievoca la vittoria dei “popolani” verso la tirannia. Ed ha, a pochi km, bellezze naturali come  il lago Sirio, il Lago Candia, la pianura del canavese…
@ivrea #castelloivrea #duomoivrea #iviaggidienzo #lagosirio #palazzogarda #legnano #carnevaleivrea #paliodilegnano

Visita ad Ivrea

Nel percorso di “Segnalatore-Ambassador” di città di Provincia, un posto rilevante merita Ivrea. Ci siamo ritornati a distanza di pochi mesi perché merita. Non posso non segnalare la sua posizione “strategica” tra Milano e Torino ed a soli 104 km da Legnano. Ma anche e soprattutto le sue bellezze artistiche e naturali. A partire dal patrimonio industriale che l’hanno individuata come Sito Unesco ovvero “ Città Industriale del XX secolo” per la materializzazione, attraverso scelte architettoniche e urbanistiche, del pensiero illuminato e unitario di Adriano Olivetti (al pari di Villaggio Crespi a Crespi d’Adda ecc). E poi il Centro Storico diviso tra la parte alta – medioevale (Castello, Duomo) e la parte” bassa” sei-settecentesca-savoia ( si apprezza passeggiando con il Comune, il Palazzo Garda (ora sede di eventi culturali dove a ottobre abbiamo visitato “Olivetti: ArtDesign”). Ma non solo, appena metti piede fuori città, la bellezza del canavese con altri castelli, il Lago Candia ed il bel lago Sirio “incastonato” tra la Serra Morenica e la Pianura. Ed ora pronta a celebrare il “Carnevale di Ivrea”( fine febbraio – primi di marzo 2025) noto a livello nazionale per la “battaglia” delle arance con la città divisa, proprio come a Legnano, in rioni-contrade. Spiace per lo spreco ma i valori iniziali della Rievocazione del Palio-Carnevale, erano che il popolo si è ribellato alla tirannia imbastendo proprio una battaglia dove i “proiettili” sono arance..

La Città Industriale Patrimonio Unesco

Ivrea Città Industriale del XX secolo” Patrimonio Unesco dal 2018, rappresenta, nel panorama italiano e mondiale, un modello atipico di città industriale moderna. Diversi elementi concorrono alla sua costruzione: la presenza dell’Olivetti e l’azione di Adriano Olivetti che crea un terreno fertile di idee e di scambi con le culture del lavoro internazionali coeve; le riflessioni sulle ricadute della produzione sul territorio elaborate dai tayloristi sociali degli anni Trenta; le idee sulla città funzionale proposte nei primi Congressi Internazionali di Architettura Moderna; la proposta comunitaria elaborata da Olivetti nel secondo dopoguerra; la felice congiuntura economica che investe la fabbrica tra il 1954 e il 1958; l’introduzione di discipline come la psicologia e la sociologia applicate direttamente alla conoscenza e al miglioramento della produzione; l’introduzione di tecniche urbanistiche innovative nella pianificazione della città e del territorio e la visione della cultura come elemento di modernizzazione sociale.

Ivrea rappresenta, dunque, il possibile modello di sviluppo, fondato sulla collaborazione tra capitale e lavoro, tra lavoratori e imprese, alternativo a quello tradizionale. E questo sentiment si respira in città

Il Castello Savoia di Ivrea- LA STORIA

L’imponente Castello di Ivrea, situato nella parte alta della città è chiamato da Giosuè Carducci castello “dalle rossi torri”.
Il poderoso edificio – a pianta quadrata con vasto cortile e rafforzata agli angoli da slanciate torri cilindriche, fu costruito nel 1358 su committenza di Amedeo VI di Savoia per scopi difensivi.
Il complesso in cui fu inserito comprendeva le sedi principi del potere politico e religioso di stampo medioevale: Il Comune, il Capitolo vescovile e la Chiesa.
Sensibilmente modificato negli anni successivi, dal 1750 al 1970 l’intera struttura è stata usata come carcere ed è stata spogliata di tutti i preziosi arredi.

Alla fine del 2017 è stato trasferito definitivamente in proprietà all’amministrazione comunale con l’iter del federalismo culturale. La riqualificazione del Castello rientra inoltre in un più ampio progetto per lo sviluppo del turismo che coinvolge l’intero sistema dei beni culturali epoerdiesi. Mi piace il fatto che x le visite guidate il Comune di appoggia alla Cooperativa Katala’ fatta da giovani. Ottima idea per i giovani.

Il Duomo – Santa Maria Assunta

Ho abbiamo visitato diverse cittadine e la visita al Duomo di Ivrea rappresenta una tappa imprescindibile. Costruito nel mille circa, si caratterizza per la sua modernità e tendenza passando dal medioevo, al cinquecento, seicento e fino al 1700 con le attuali impressioni neoclassiche (esterno) e via via a ritoso apprezzando la riscoperta Cripta con i “cuniculi” originali e gli affreschi “strappati, ma ancora in ottimo stato (1200-1300) .

La cripta fu realizzata in momenti diversi. La parte più antica, di influenza carolingia, è caratterizzata da un andamento anulare, con un tipico gioco di volte a crociera sostenute da snelle colonnine e capitelli tronco-conici. La parte più recente della cripta (XII e XIII secolo) si distingue per i capitelli a motivi vegetali o zoomorfici e le decorazioni parietali. Vi sono infatti affreschi di epoche differenti, alcuni di gusto tardo-romanico, altri tardo-gotico; tra i soggetti rappresentati vi sono due Santi guerrieri, San Gaudenzio, una Annunciazione e un’opera attribuita a Giacomino da Ivrea raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Cristoforo e Antonio Abate; infine si segnala la rappresentazione di altri episodi di vita mariana, scoperti durante la campagna di scavo degli anni novanta del Novecento

Lo Storico Carnevale di Ivrea tra storia e leggenda
 Lo Storico Carnevale di Ivrea è un evento unico, riconosciuto come manifestazione italiana di rilevanza internazionale, un “sogno” che si manifesta ogni anno portando nelle vie e nelle piazze della città di Ivrea storia, tradizione, spettacolo, emozioni e grandi ideali.
Un evento in cui storia e leggenda si intrecciano per dar vita ad uno spettacolo che travalica e fonde i secoli, in cui i protagonisti assoluti sono la Vezzosa Mugnaia, eroina della festa, simbolo risorgimentale di libertà, il Generale con il suo Stato Maggiore Napoleonico, il Sostituto Gran Cancelliere, il Podestà garante della libertà cittadina, il Corteo con le bandiere dei rioni, come le contrade del Palio di Legnano, rappresentati dagli Abbà ed i Pifferi e Tamburi. A riempire di colori e profumi la città, vi è poi la famosa e spettacolare Battaglia delle Arance, momento di grande coinvolgimento e forte emozione, rievocazione della ribellione popolare alla tirannia.
In segno di partecipazione alla festa tutti i cittadini ed i visitatori, a partire dal giovedì grasso, scendono in strada indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese.

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