Luca Torno non c’è più…Il mio rapporto “speciale” con un uomo-imprenditore-amico “speciale”

Luca Torno non c’è più…Il mio rapporto “speciale” con un uomo-imprenditore-amico “speciale”

Stavo valicando le Alpi per rientrare in Italia, quando, nel primo pomeriggio, una brutta notizia mi/ci ha raggelato. Luca Torno non c’è più. In circostanze da chiarire, una maledizione che accomuna amici-comunicatori, è andato via una persona-imprenditore-amico “ecclettico”, imprenditore di successo, “leale”, che ha valorizzato il territorio. Ed io aggiungo, integrando gli articoli di esimi colleghi, non solo per Busto. Luca con la “sua” Royal Time, ma anche da Rho, fino a Varese, mettendo dentro Legnano, Busto Arsizio (la “sua casa”), Pombia e non solo. Ho avuto il piacere di conoscerlo circa 20 anni fa ed ho collaborato per un periodo di vita…stupendo ed insieme abbiamo fatto molti progetti ed anche qualche “casino”. Grazie Luca!

Il mio rapporto con Luca Torno

Dei suoi 54 anni , so parecchio, perché almeno in venti abbiamo “fatto” e costruito Immagini di città, di aziende, di realtà che senza il suo-nostro contributo sarebbero sconosciute(senza esagerare!). E quasi venti anni i fratelli Piras ci hanno fatto conoscere. Io con la mia piccola realtà di Mutimedia Services Maggiolini abbiamo progettato il primo progetto con la Liuc (Università carlo Cattaneo) in cordata con la Royal Time, Piras. Noi sviluppavamo sw per deospedalizzati e lui-loro, facevano “comunicazione”. Da li è nato rispetto, simpatia, progettualità e crescita che lo ha portato a raggiungere altrettanti successi. Di animo buono, ecclettico, aperto, non esitava a farti conoscere le sue idee. Forse questo il suo limite, in questo(i) mestieri, invidia e gelosia sono li! Poi momenti su e momenti giù fino al rivedersi lo scorso a Busto Arsizio Estate per la presentazione in biblio per la presentazione del mio libro “Una vita in corsa …con la passione dentro”, con Luciano Landoni ed una cara amica comune ed assessora alla cultura Manuela Maffioli (belle le sue dichiarazioni) con la promessa di rivederci…ma tu mi hai fregato. E mi hai “gelato” oggi. Ma tu sei cosi!

ALCUNI MOMENTI e PROGETTI

Appena saputa la notizia, mi sono promesso di scrivere qualcosa, anche di diverso. Ecco che dal nostro percorso professionale, mi son venuti in mente i tanti momenti trascorsi insieme (con Te, non si poteva non finire un progetto che non si andava a festeggiare in una pizzeria o in un luogo di “tendenza” che avevi “lanciato Tu e la “Tua Royal Time. Ecco, quasi come in un Amarcond mi passano davanti agli occhi, dopo il progetto Ospedale di Busto già citato, W.I.P., Women in Power realizzato con i fratelli Cozzi. Hai fatto crescere l’idea di Elisabetta Cozzi portando agli onori della cronaca Nazionale. Oppure il lancio dello Zoo-safari di Pombia. Hai saputo far entrare i visitatori con Te in quello spazio. Non posso non ricordare il ri-lancio con la famiglia Triberti(le litigate) con il passaggio alla famiglia De Rocchi per “spingere” la nascita della Tigre bianca oppure di ieri il video che hai postato sulla nascita del bebè di giraffa. E come non posso ricordare il progetto “Mai paura” con Manuela Bossi della farmacia omonima, che ha creato una Onlus registrata in Regione Lombardia, grazie a Te (un po anche a noi di MSM e poi di Sempionenews) . E poi la collaborazione per la parte oncologica con Valeria Vanossi (destino crudele ti ha anticipato) e la parte parrucche con Patrizia Lia (di Lia Parrucche). Abbiamo creato per quel progetto un esempio di rete anche qui, di livello Nazionale.

E poi il pubblico

Dopo queste esperienze di successo la strada era tracciata. Hai iniziato a seguire il “pubblico” con difficoltà iniziali, che hai/abbiamo superato (pagamenti “rimandati”, finanziamenti tra burocrazia “tortuosità), ma hai tenuto duro! Non posso dimenticare le prime esperienze dei Natale in città. Mi riferisco a Rho, oppure timidamente a Busto Arsizio ( A legnano non ci hai nemmeno provato!). Cosi come la Pista sul Ghiaccio dove ti sei affermato con un progetto “completo” e non solo la semplice pista. E come non ricordare il gemellaggio che abbiamo voluto per Expo Milano 2015. Il progetto era la valorizzazione della Tua Busto . E grazie ai miei contatti con l’associazione Italia-Cina di Gao sei/siamo riusciti a fare il gemellaggio con Cixi una grande realtà della Cina (che forse esiste ancora) e grazie alla caparbietà di Gigi farioli abbiamo avuto gruppi di imprenditori che hanno fatto business con il territorio del varesotto. E poi tutte le iniziative promozionali a fianco di Manuela Maffioli che ha creduto in Te, e Ti perdona, come Tu perdoni a lei, qualche errore!. Ma sei umano. E tu puoi anche sbagliare! Ti sei rialzato tante volte ed ora sei pronto a osservarci da dovunque sei ed a non rammaricarTi per niente: sei stato un esempio per Tutti noi. Per me!

Lubiana: crocevia tra est ed ovest ricca di storia e di modernità

Lubiana: crocevia tra est ed ovest ricca di storia e di modernità

Dopo aver lasciato l’Ungheria con ancora la visione del Lago Balaton negli occhi, dirottiamo in Slovenia ed in particolare Lubiana ( Lubljana), con una sosta a Maribor (dove abbiamo avuto un episodio “increscioso”, ma ne parleremo in un altro momento). Lubiana è la capitale della Slovenia: è giovane, ha voglia di “contare”, ha un progetto culturale importante e quest’anno , è stata la meta preferita di tanti Europei.(grazie ai suoi concerti internazionali). Un altro motivo per visitarla: il passato che si “sposa” con il presente-futuro…

Cattedrale di San Nicola

La mia/nostra passione per l’arte e l’architettura “barocca” è ormai nota. E Lubiana offre molto barocco. In particolare la Cattedrale di San Nicola è un esempio grazie all’architetto Andrea Pozzo, gesuita ma cresciuto nella “bellezza” italiana che elaborò la chiesa a forma di Croce latina e che volle come pittore, i maestri del “barocco” italiani con “commitenze” all’estero come il Maestro Giulio Quaglio, insieme, successivamente ai fratelli Groppelli, Robba e Putti di scuola italiana di inizio 1700 che espressero il meglio sulle navate laterali. Comunque le maestranze furono composte da altri maestri che “arredarono” la cattedrale per renderla bella nel tempo e tramandarla a noi. Sto parlando dell’architetto Gregor Maček e affrescata al suo interno da Matevž Langus tra il 1843 e il 1844. Negli anni cinquanta l’architetto Jože Plečnik pensò al nuovo arredamento della cattedrale. Al Centro San Nicola con le caratteristiche proprie prima del trasferimento definitivo a Bari, dove ancora oggi è molto venerato. La nostra impressione è stata favorevole anche per l’attenzione che il personale dedica agli ospiti ed in particolare agli italiani. Visti bene, artisticamente parlando, anche in quel di Lubiana. E noi ringraziamo!

La nuova piazza Mercato, tra storia e “movida”

Un altro aspetto che mi piace nel visitare una nuova città è il connubio tra passato e futuro. Lubiana è una città con tanti giovani, ha anche belle Università popolate anche da amici della Slovacchia e vicina Croazia. Il mercato della carne è il nuovo centro della Movida della città. Ci hanno raccontato dei proprietari di questi spazi-botteghe-bar (oramai di lusso) che sulla Lubranica, il fiume che insieme alla Sava (altro nome del Danubio) bagnano la città, in passato cera il mercato “comunale” del bestiame, delle carni, delle pelle e tutto cio’ legato al cibo. Con l’indipendenza, questi mestieri sono stati ri-valorizzati e offerti a giovani, che con la loro creatività, li hanno trasformati in macellerie con Grill al momento, i pesci della Lubianica elaborati “Gourmet”, i “ciccioli” ovvero le “cotiche” del maiale qui vengono elaborati e venduti da “asporto (il “cuoppo”, quello di napoletana memoria), per non parlare di altre bontà. Risultato tra i “tre ponti”, il ponte dei Macellai, il Ponte del drago, in questi cinque chilometri si sviluppa la movida cittadina. E se aggiungiamo la musica ad ogni angolo, il gioco è fatto!

Il Castello di Lubiana ( e la Funiculare)
I Castelli in questo viaggio sono il nostro chiodo fisso. Non potevamo farci scappare l’occasione di visitare anche quello di questa storica e romantica città. Appollaiato sulla cime della roccaforte che domina la città offrendo a noi una vista a 360 gradi della città (ai nostri piedi) . Volevamo salire a piedi , ormai siamo dei runners professionisti, ma vista l’ora ed il caldo , abbiamo ripiegato sulla funiculare (solo, si fa per dire, sei euro a pax) dove abbiamo fatto incontri “internazionali” (famiglia con bimbi e cagnolino al seguito spagnoli, ed io ho “attaccato” bottone raccontando dei miei viaggi.
Giunti in cima, Il Castello di Lubiana, appare come una visione ben curato (troppo) e ben strutturato. In alto la chiesetta, la torre (visitabile con biglietto a parte), il percorso sui “merli” che permettono di percorrerlo a 360°. Le cantine e i magazzini dei castelli di una volta erano sempre pieni di prelibatezze e le sale erano il palcoscenico per i migliori artisti di quel tempo. l’architettura medievale e l’architettura moderna. Le stanze e le sale rinnovate custodiscono insieme con le storie del passato anche quelle nuove, del presente. Le carceri svelano i loro tristi segreti, mentre dalla torre panoramica si apre ai nostri occhi una vista unica sull’orizzonte. Infine, in alcune sale alcune estemporanee di artisti locali e/o internazionali hanno reso ancora più gradevole, la visita!

Il Lago Balaton una scoperta tra natura, tradizioni e cultura

Il Lago Balaton una scoperta tra natura, tradizioni e cultura

Tra le mete, dopo Budapest previste, il lago Balaton è stata la scelta più “azzeccata”. E’ patrimonio Unesco per la Biodiversità, hanno sviluppato sulle sponde delle piste ciclabili “invidiabili”, è il primo lago più grande dell’Europa Centrale, hanno sviluppato azioni di marketing tendenti a valorizzare le bellezze artistiche, in primis la cultura con palazzi-castelli, come quello di Festetics a kaszthely visitato da noi. Seguitemi…

LAGO BALATON PATRIMONIO UNESCO

Come accennato dopo il tour a Budapest, non potevamo non fare un giro/tour al Lago Balaton.

Il Lago è Patrimonio Unesco per la biodiversità. E’ un promontorio di origine vulcanica, ricco di rarità botaniche e zoologiche, custodisce l’Abbazia benedettina a due campanili, fondata nel 1055, simbolo del lago di Balaton e maggiore attrazione di tutta la zona. Ma possiede, sulle sue sponde anche altre chiesette, non meno importanti come quelle di BalatongYorok oppure quella di kaszthely.

La  mia/nostra esperienza è stata di valorizzare queste potenzialità “scoprendole,” attraverso il “circuito” ciclopedonabile che è un anello di circa 200km che gira intorno al lago.

Abbiamo approfittato per fare lunghe passeggiate con il fido “Aramis” vedere nidi di uccelli “migratori” che da qui partono per il mar Caspio, Nero ed anche passando dall’Italia, per raggiungere l’Africa.
Uno spettacolo!

CASTELLO DI FESTETICS

E parlando di spettacolo Una bella visita-escursione è stata quella a kaszthely, l’agglomerato più grande del Lago, con un bel centro storico. Noi abbiamo pernottato al @campingcarina a BalatongYorok ed attraverso le piste ciclabili, abbiamo raggiuto, IN BICI (CIRCA 12 KM) il Castello-palazzo Festetics, sito appunto qui.

Il castello Festetics di architettura barocca – neorococo’ è una grande dimora che sorge in mezzo a un parco ben curato, al terzo posto per grandezza e bellezza in Ungheria. Nell’atmosfera originale del museo del castello, è possibile ammirare l’esposizione degli arredi interni costituita da mobili e oggetti originali dell’epoca, in cui viene mostrato lo stile di vita signorile dei secoli XVIII e XIX. Il barone Festetics che ha dato nome la dimora, non nega essere immortalato, dare il segno dello sfarzo della sua casa. Ad esempio mostra la bella sala da Pranzo imbandita con posate in oro, oppure da sfogio della sua cultura con la bella e dotata biblioteca con le scale a chiocciola a “scomparsa”. Insomma un palazzo-castello-dimora che insieme ai giardini, rappresenta una delle tre bellezze dell’Ungheria!

MOMENTI DI FESTA E NUOVE AMICIZIE

Balatongyorok, il paesino che ci ha accolti, è stato una vera scoperta. Incastonato su un promontorio di fronte a Balatonmariafurdo, è fatto di poche anime che d’estate si anima grazie ai Turisti. Noi eravamo al @campingcarina accolti dalla famiglia di Joseph (buoni i suoi dolci-cornetto fatti in casa) ed è stato occasione per escursioni, perché situato in un posto strategico all’incrocio della ciclopedonabile, di fronte alle zone paludosi dove si insediano tra i canneti si insediano uccelli selvaggina che richiama pescatori da tutta l’Ungheria( ma non solo!). La cittadina venerdi 10 si è ravvivata con la festa del vino con degustazioni, assaggi e musiche. Noi abbiamo assaggiato del vino ocale bianco accompagnandolo con la “ciminiera” ovvero “Chimney Cake” un dolce semplice vuoto che puo’ essere ripieno di qualsiasi bontà. Ma il campeggio ci ha dato l’occasione per incontrare dei viaggiatori di “spessore”. Sto parlando di Michel e Natalie, due francesi che a bordo della loro 1200 bmv hanno fatto tappa al nostro campeggio per raggiungere la Romania fino al mar Nero e Caspio.
Cosi anche l’altro incontro con Mauro, milanese, che a bordo della sua Vesta 200 ha l’obiettivo di raggiungere, via Polonia, Finlandia Cape Kinn un promontorio opposto a capo Nord per portare la bandiera della pace agli Svedesi ed ai Russi divisi dal fiume Inn. Sono con lui “virtualmente!

Il viaggio in camper continua: Budapest due città, un’unica bellezza

Il viaggio in camper continua: Budapest due città, un’unica bellezza

Ho/abbiamo visitato Buda e Pest, ovvero Budapest, divise dal Danubio, ma unite nella bellezza. La Basilica di Santo Stefano è imponente, come ll Palazzo del Governo-Parlamento per finire al National Museum per la parte di Pest. Attraversando il primo ponte d’Europa, ovvero il “Ponte delle catene”, si arriva a Buda. Meno costruita, collinare “presidiata” dal distretto dei castelli, patrimonio Unesco, e dalle tante chiese erette sull’altra sponda. Non puoi non fare a meno di una crociera sul Danubio e non assaggiare i piatti tipici o non fermarTi sui “lidi”…Ti racconto…

LA BASILICA DI SANTO STEFANO

La Prima tappa della visita nella città magiara è senza dubbio l’imponente Basilica di Santo Stefano. A me/noi, ha colpito per l’imponenza delle Torri, l’imponenza del sagrato e piazza adiacente, l’imponenza delle colonne in stile neoclassico, l’imponenza-fasti del roccoco’ più sfrenato. Ed infine, la bella statua del tabernacolo dedicata a Re Stefano che diventa poi Santo e che mori nel 1038. La Costruzione della Basilica a lui dedicata avvenne nel 1851 in stile neoclassica secondo il progetto di Jozsef Hild che mori nel 1857. L’anno dopo crollò la cupola. La costruzione e la correzione dei difetti fu affidata a Micklos Ybll che ridefì l’intera chiesa apportando modifiche rinascimentali. Morto Jbl nel 1891, si progetta l’interno secondo il programma dell’architetto Jozef kauser, e dal parrocco Lenard Lolok. Una curiosità le maestranze , scultori e pittori dovevano essere rigorosamente ungherisi. (nazionalismo artistico, diremmo oggi). I lavori durarono tanto e l’ultima pietra fu posata da Francesco Giuseppe. (imperatore impero austro-ungarico).

LA MOVIDA e INTRATTENIMANTO IN CITTA’

Abbiamo proseguito il giro, portandoci, su suggerimento di amici e delle receptionist del @campingarena, nella zona della “movida”. Come scoperto a Vienna, il Danubio è un grande attrattore. Dopo aver attraversato Jozef Attila per “sbucare” sulla riva “droite” dove sono spuntate beach e localini di tendenza. Noi ci siamo fermati al @poloon dove l’ebbrezza del vento sul Danubio ci ha catturati allungando la pusa pranzo e aggiungendo un paio di Spitz e birre. Qui si puo’ prendere il sole e i più temerari fanno un tuffo. (io non ero attrezzato e “predisposto”). Attraversando ponte delle catene, il più antico della città e d’Europa fino a qualche decennio fa (ora superato da quello di Malmoo, che comunque conosciamo nel nostro recente viaggio in Danimarca), si raggiunge il Distretto dei Castelli, ma soprattutto, per noi, l’imbarcadero della nostra crociera sulla “Purpleline”, dolce nave-crociera giornaliera che ci ha dondolato, facendoci fare un racconto “visivo-fotografico” tra le bellezze di Buda e Pest con vista privilegiata. Al ritorno sosta al @budapest per assaggiare piatti della cucina ungherese ed ascoltare della musica tradizionale eseguita da un ruppo “appassionato” di live-gipsy music every night. (via kigyo utca,6 ).  Da tornarci…

DISTRICT CASTLE – PATRIMONIO UNESCO

A Buda, invece, non puoi non visitare l’area definita “District Castle”. Il Distretto del Castello rappresenta uno dei più significativi centri storici e culturali della capitale. Eretto a 70 metri sopra il Danubio sulla Collina del Castello, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1987. Quelli che mi conoscono sanno quanto io/noi ci tanga/niamo ai patrimoni perché garanzia della validità del luogo-monumento-manufatto. Le mura medievali, vicoli di ciottoli, edifici stupendi e viste mozzafiato ci hanno catturato, avvolgendoci in un’atmosfera romantica e unica appena varcano le porte del Castello.

Noi abbiamo utilizzato per “salire” al Distretto del Castello il Budavári Sikló, una funicolare inaugurata nel 1870 come la seconda funicolare urbana in Europa. I suoi due vagoni si muovono con un movimento a pendolo: mentre uno sale, l’altro scende, offrendo ai passeggeri una vista mozzafiato dell’intera capitale ungherese. Da lassu abbiamo potuto osservare, ai nostri “piedi”, Il Parlamento , La basilica di Santo Stefano, le chiese di S.Anna, S. Mattia, L’Isola Margherita, l’Opera e tanta altra bellezza

Vienna tra arte, natura e cultura vale sempre un viaggio

Vienna tra arte, natura e cultura vale sempre un viaggio

Sono/siamo ri-tornato/i a Vienna con piacere. La “sua” bellezza, la “sua” cultura, la “sua” raffinatezza sono valori che ti porti dentro. In pochi giorni non siamo riusciti a vedere tanto: ma con piacere abbiamo ri-visitato “il Museo del Belvedere” con la bella mostra di Gustav Klimt, quella di Franz Xaver Messerschmidt, ma anche opere moderne nelle sale della “Oberes” e nella parte “Unteres” del Belvedere fino alla parte barocca-fastosa del settecento austriaco. E poi non puoi non fare una salto alla cattedrale Gotica di Santo Stefano ed alla KarlChirk dedicata a San Carlo Borromeo. E poi visita volante allo “Schombrun” il palazzo reale residenza del kaiser Francesco Giuseppe e Sissi, in continuità con la visita a Bad ishl della residenza di caccia. Seguitemi…

Gustav Klimt, e non solo, al Belvedere superiore

Per chi mi conosce sa che l’Impressionismo è la forma espressiva che mi affascina e mi interessa. Ed a Vienna, non potevo perdermi la permanente dedicata a Gustav Klimt dove c’è Il cuore della collezione del Belvedere, composto dai 24 dipinti con le sue rappresentazioni dorate de “Il bacio” e “Giuditta”.

Soprattutto “Il bacio” di Klimt è famoso in tutto il mondo. Il dipinto (180 x 180 cm) risale agli anni 1908/09 e ritrae Klimt e la sua musa Emilie Flöge come una coppia di amanti. 


Il “Bacio” è senza dubbio l’opera d’arte più famosa di tutta l’Austria. Di sorprendente bellezza sono tuttavia anche i ritratti di donna di Klimt, della sua Musa ispiratrice.
E poi un artista di “rottura” Egon Schiele con i tratti decisi ma anche contraddittori e Oskar Kokoschka.

IL MUSEO DEL Belvedere

Il principe Eugenio di Savoia (1663-1736), grande condottiero e amante dell’arte, fece costruire da Johann Lukas von Hildebrandt una residenza estiva. Fu così che sorse il palazzo di Belvedere con giardino annesso, a quei tempi ancora fuori le porte della città. Quest’opera d’arte totale in stile barocco è composta da due castelli: il Belvedere Superiore e il Belvedere Inferiore. Oggi vi si trova una raccolta di opere d’arte austriache dal Medioevo ai nostri giorni. La mostra permanente è stata completamente riorganizzata all’inizio del 2023: “Schau! Die Sammlung Belvedere von Cranach bis Export” (“Guarda! La collezione Belvedere da Cranach fino agli export”) si estende per l’intero palazzo in un magnifico ambiente barocco e mostra i punti salienti della collezione insieme a nuove acquisizioni e opere provenienti dal deposito. L’arte austriaca viene presentata nel contesto del lavoro di artisti internazionali del proprio tempo. Tra questi, i gioielli austriaci del Medioevo e del Barocco, le icone del Modernismo viennese incontrano grandi artisti come Claude Monet, Vincent van Gogh e Auguste Rodin. Circa 400 opere raccontano 800 anni di storia dell’arte. La collezione espositiva è inoltre dedicata in modo approfondito alle interazioni tra arte e società.

Belvedere inferiore e giardino barocco

Mentre il Belvedere superiore serviva alla rappresentanza, il Belvedere inferiore era adibito a residenza del principe Eugenio di Savoia. Lo splendore feudale del proprietario dell’edificio si riflette nella Sala delle Grottesche, nella Galleria dei Marmi e nella Sala degli Ori. Nel Belvedere inferiore e nell’Orangerie hanno luogo mostre speciali. Nella Prunkstall, dove una volta sostavano i cavalli del corpo del principe, è oggi possibile ammirare l’arte medievale.

Il giardino del Belvedere è il punto forte dell’architettura del paesaggio barocco. Di fronte al castello è stato collocato un cosiddetto stagno di riflessione, che riflette la facciata dell’edificio. Tre ampie terrazze con bacini d’acqua collegano il Belvedere superiore con l’inferiore. Il Kammergarten, giardino privato, era originariamente riservato al padrone di casa e ai suoi compagni più stretti. Il Giardino alpino nel parco del castello è il più vecchio d’Europa.

La cattedrale di Santo Stefano

La cattedrale di Santo Stefano, è il riferimento cittadino. Realizzata su una antica chiesa e forse un santuario pagano, venne eretta in diversi momenti. A partire dal 1100 fu eretta una nuova su ordine di Enrico II di Bamberga. Si racconta che il margravio, ovvero  Enrico II avesse commissionato l’opera ad un architetto visto in sogno. La leggenda vuole che fosse proprio il Cristo! . La posa della prima pietra ebbe luogo nel 1137 e fu consacrata a Santo Stefano. Visitando la chiesa-cattedrale si evincono le opere, la sua vita e le virtu. .La navata di sinistra, Nostra Signora, è dedicata a Maria. La navata di destra è dedicata agli Apostoli e lungo la stessa c’è un “Ecce Homo”  gotico chiamato il Cristo del “mal di denti” di epoca gotica attribuita ad una leggenda dove alcuni “paesani” alticci si erano fatti scherno del Cristo e che punirli aaveva causato il “mal di denti”. Per togliere il maleficio, la leggenda vuole, che dovessero ritornare davanti al Cristo. Mentre la navata centrale, altare maggiore, costruita dai fratelli Pock  è dedicata a Santo Stefano. All’esterno fanno da bella mostra le gargolle a protezione, in stile gotico, della cattedrale. Il magnifico tetto in tegole policrome smaltate ottenuto con 650 quintali di acciaio rappresenta un tappeto saraceno. Sullo stesso, lo stemma della casa imperiale d’Austria a sud con il monogramma di Francesco 1 mentre sul lato nord le insegne della città di Vienna e della seconda repubblica.

La chiesa di San Carlo Borromeo

Sulla Karlsplatz viennese troneggia l’imponente cupola verde della splendente Chiesa di San Carlo. Si tratta di uno degli edifici sacri più importanti dell’Europa centrale, un autentico simbolo di Vienna.

La Chiesa di San Carlo è l’ultima grande costruzione del famoso architetto barocco Johann Bernhard Fischer von Erlach.

Terminata nel 1739, la costruzione fu realizzata a seguito di un voto fatto dall’Imperatore Carlo VI durante un’epidemia di peste.

La Chiesa è dedicata al Patrono dell’Imperatore degli Asburgo, San Carlo Borromeo. La sua vita e il suo operato sono rappresentati sulle due enormi colonne (47 metri) che affiancano il portone d’ingresso. Gli opulenti affreschi della cupola di Johannes Michael Rottmayr ricoprono 1.250 m² di sfarzosi colori.

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