Biella è la seconda miglior città d’Italia per “qualità climatica”. La mia soddisfazione

Biella è la seconda miglior città d’Italia per “qualità climatica”. La mia soddisfazione

Come ho già scritto ho una seconda casa a Andorno Micca(San Giuseppe di Casto), in provincia di Biella. Amo la città.  D’estate, ma anche d’inverno, è una soluzione alla “calura” a due passi da Legnano. Inoltre amo la sua semplicità, la “sua” identità anche perché circondata da “bellezza”(Naturale e culturale). Sapere ora che è la seconda città italiana per qualità “climatica”, dopo Imperia, da parte della ricerca “Corriere-Meteo.it”, mi da’ molte soddisfazione e mi rende felice.
Non tanto per me quanto per i “biellesi”, che a volte non credono nelle potenzialità della città…

sacromonte-di-Oropa-Nascita-di-Maria-

La mia soddisfazione
Biella che supera città blasonate per la “qualità climatica”, mi riempie di gioia. “Bazzico” a Biella da circa 40 anni, mentre Donatella da 52, e la scopro sempre di più. Mi piace la sua posizione a cavallo della Serra Morenica che degrada verso il Lago di Viverone ed a Nord, sulle Prealpi biellesi che hanno come riferimento due eccellenze: Oropa, luogo mistico-spirituale con il “suo” Sacromonte , patrimonio Unesco con 12 cappelle dedicate a Maria e dall’altro l’Oasi Zegna che per “vision” della Famiglia Ermenelgildo ha creato un’oasi di pace sia d’estate sia d’inverno con la sua aspirazione massima per sport invernali Bielmonte (lo scorso anno c’era anche la Nazionale femminile svizzera, oltre a quella francese ed italiana1).  Purtroppo i biellesi non credono molto nel turismo, nell’attrattività e complice la posizione (incastonata senza via di ritorno tra il fiume Elvo ed il Cervo) non si è aperta al “Turismo di massa”, alla valorizzazione del proprio territorio anche dal punto di vista climatico. Meno male che studiosi danno una mano.

Il Progetto “Qualità climatica”. I numeri

Da un’analisi effettuata su oltre 380 milioni di dati, dopo Imperia, Biella risulta la migliore città d’Italia come qualità climatica. Il progetto è stato realizzato per il terzo anno dal Corriere della Sera e iLMeteo.it ed ha permesso di verificare come, quest’ultimo anno, stiano peggiorando i valori delle grandi città mentre, proprio nei centri minori, si riscontrino i climi migliori del Paese sotto differenti punti di vista.
Riferiti a 17 parametri, Imperia sfiora i mille punti complessivi (si ferma a 999) staccando di soli 8 punti la seconda piazza occupata da Biella.
Gli stessi relatori del progetto del Corriere e di iLMeteo.it definiscono Biella “la sorpresa del 2023“.
Ricordo, infine, che un po’ di Biella, ed in particolare di Bielmonte-Oasi, era già arrivata a Milano con il progetto della Piantumazione di Piazza Duomo con la Flora dell’Oasi a partire dai Rododendri. Già li il mio orgoglio è salito alle stelle!

oasi zegna a milano

I precedenti

Nei report degli anni scorsi infatti, la città era stata penalizzata dalla forte siccità ma, lo scorso anno, ha sfruttato la sua posizione collinare per mitigare sia le notti tropicali (cioè quelle in cui la temperatura minima non scende mai sotto i 20 gradi), sia l’indice di calore (il combinato tra temperatura, umidità, vento e radiazione solare): due parametri negativi che invece affliggono le località della pianura padana.
Rispetto alle precedenti edizioni sono stati ampliati i dati: oltre ai parametri che sono stati aggiunti come il caldo estremo e i giorni di gelo, prima il confronto si fermava al 2010, ora è stato esteso fino al 2000. Per ognuno dei 108 capoluoghi di provincia sono stati confrontati i 17 valori ora dopo ora, giorno per giorno per 24 anni per un totale di oltre 380 milioni di dati. I giorni di gelo sono quelli in cui la temperatura minima scende sotto zero gradi mentre, per eventi estremi, si intendono i giorni con precipitazioni sopra i 40 millimetri e raffiche di vento maggiori di 40 chilometri all’ora.

Lo sapete che Brolo è il “Paese dei Gatti”?

Lo sapete che Brolo è il “Paese dei Gatti”?

In vacanza al @campingorta sull’omonimo lago, complice il maltempo, ho fatto una gradevolissima escursione nel “Paese del Gatti”, ovvero Brolo, nel V.C.O.. Lo conoscevate? Seguitemi e vi racconto anche la leggenda…

Lavatoio con opere di artisti locali – e Frova e Piazza

La mia esperienza a Brolo

La mia esperienza nel “Paese dei Gatti”, un ridente ed arroccato paesino a circa 300 metri sul @lagodorta a due passi da @omegna, è stata di “stupore”. Stupore perché dopo averne sentito parlare da Aurora, una mia ex-collaboratrice e  “gattara” innamorata e completamente “dedicata” ai felini, che mi ha “stimolato”. E ieri, 14 giugno con un tempo novembrino (vedi video) non avevo proprio di voglia di stare in camper. In scooter, con il mio fedele “D’Artagnan” ho fatto la scoperta. Un paese completamente dedicato ai gatti. Ovunque c’è un simbolo, una scultura, un pensiero dedicato ai felini, che han fatto anche la “fortuna” del paesino. Oltre alle opere  del quale ne parlerò dopo, il paesino sta vivendo una fortunata “ricaduta” che sta portando tanti turisti qua. Ne hanno parlato la Rai,  il settimanale “Gente” ora in edicola, “Turisti per caso” ed ora anche “I viaggi di enzo” (ah ah ah)

Perché Brolo è il paese dei gatti?

La storia iniziò il 10 ottobre 1756 durante la seduta del Consiglio della Comunità dove la città di Brolo chiese al paese di Nonio la separazione, a livello ecclesiastico, dalla Parrocchia di San Biagio di Nonio perché originariamente gli abitanti dovevano recarsi proprio a Nonio per tutte le funzioni e dovevano attraversare un fiume soggetto a piene il “Rio veloce”.

Impresa che era irrealizzabile al punto di inventare un motto versus i “brolesi”: “Quand al vien parrocchia Brol, al ratta metrà su ul friol” che in italiano significa “quando a Brolo ci sarà la parrocchia il topo si metterà il mantello”. Proprio come dei gatti, gli abitanti avrebbero dovuto cacciare i topi che infestavano il paese; la città, così, si impegnò e riuscì nel suo intento il 27 aprile 1767 e il motto divenne “È stata fatta la parrocchia a Brolo ed il ratto ha messo il mantello”. Il giorno seguente venne, infatti, inchiodato sulla porta di una delle autorità di Nonio un piccolo topo con addosso un mantello a rappresentare che i gatti, gli abitanti di Brolo, avevano cacciato i topi con il mantello ( Nonio)

La soddisfazione dei “brolesi”.
Il 27 aprile 1767 è stato anche firmato il decreto che permise l’erezione della Parrocchia di Sant’Antonio Abate. Tale leggenda, anni dopo, fu lo spunto per decidere di utilizzare la figura per dare al borgo un’entità con cui differenziarsi.

E l’idea dei gatti è stata geniale come mi hanno raccontato Lucia e Nino, “gatti” di Brolo, che mi hanno accolto, mi hanno e fornito il depliant illustrativo (sebbene fossi arrivato in paese all’ora di pranzo!), e mi hanno indicato le opere dei quali vanno orgogliosi.

Ogni anno sono molti i visitatori che vengono in questo paesino; anche i bambini del posto conoscono bene la leggenda e sono felici di raccontarla anche attraverso i disegni.

Ancora oggi gli abitanti del paese sono orgogliosi di questa tradizione come testimoniano i cartelli d’ingresso ed uscita dalla città raffiguranti dei gatti.

Le opere dedicate ai “Gatti”

Brolo è un Museo a “cielo aperto” dedicato ai Gatti. Artisti locali ed altri innamorati del posto hanno lasciato delle testimonianze. Tra i celebri autoritratti presenti in città ricordiamo quello di Van Gogh che rappresenta un micio e per riprendere l’Urlo di Munch un gatto urlante. Poi mi è piaciuta l’opera del “Gatto Furioso” di Giorgio Rava ubicato nella sede degli Alpini Brolesi. Un’altra opera che mi ha coinvolto è stato il “Monumento” ai Gatti di Orlando Piazza . Notevole il restauro del lavatoio dove i “felini” sono sempre in bella mostra. Poi ci sono vari “vicoli” ma quello più attraente, per me, è quello de “Strescia dal gat” Infine c’è la Piazzetta del gatto tutta dedicata all’amico dell’uomo dove a due passi c’è il Circolo Operaio “Guglielmo Oberdan, sempre dedicato a “Lui” e dove si puo’ mangiare, a mezzogiorno, con soli dieci euro! Ah dimenticavo; andate a Brolo anche per la bellissima vista sul lago d’Orta versante Omegna. Infine ci sono tante escursioni a due passi dal lago  (Monte Cregno e sul monte Pizzo, boschi di Cesara e due lagoni limitrofi!)

Per “viaggiare” nell’Arte: la mostra “Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967”

Per “viaggiare” nell’Arte: la mostra “Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967”

Che giudizio date di una persona che fa una promessa e poi non la mantiene ?Il valore della manualità, frutto di antica sapienza artigianale coniugato alle innovative tendenze progettuali, è stato da sempre il convincimento che ha animato il lavoro di Gio Ponti. A tale proposito affermava “Impari le cose fatte con le mani. Nulla che non sia prima nelle mani”.
Una sintesi-contributo dell’amico Mauro Bianchini ed un’idea per il weekend…

“Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967” a Faenza

Al grande architetto, artista e designer il MIC di Faenza dedica “Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967” a cura di Stefania Cretella.
La mostra strutturata in quindici sezioni propone oltre duecento opere tra ceramiche, vetri, arredi e disegni. L’incontro tra Gio Ponti (Milano 1891-1979) e la ceramica avviene subito dopo la laurea in architettura. Nei primi anni venti entra alla Richard-Ginori dove darà vita a un rinnovamento teso verso una nuova idea di déco. Indimenticabili le cartepeste reali realizzate con i Delmonte, con le Ceramiche Pozzi, con Gabianelli Venini, con Fontana Arte e Sabattini.

Il ruolo di direttore di Domus e Stile

A livello editoriale Ponti è stato direttore di riviste storiche come Domus e Stile.

A definire i suoi costanti rapporti con artisti e designer è la parte conclusiva della mostra, dedicata anche alle influenze che il suo operato ha avuto su figure come Alessandro Mendini, Ettore Sottsass sino ai contemporanei Pol Polloniato, Diego Cibelli, Bertozzi & Casoni e Andrea Salvatori.
A compimento del ricco e vario percorso espositivo è visibile il film “Amare Gio Ponti” per la regia di Francesca Molteni.

Anche a fronte dei costi di un simile spostamento, siamo in attesa che la “Presidenta” del Consiglio, come promesso pubblicamente, tolga le accise sui carburanti.

“Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967” – Faenza – MIC, Viale Baccarini 19. Fino al 13 ottobre 2024. Orari: martedì-domenica e festivi 10-19. Chiuso 1 maggio e 15 agosto. Ingresso: intero Euro 14, ridotto Euro 11.
Mauro Bianchini

“Chicco” Clerici non c’è più. Il mio cordoglio verso un uomo “pungente” ma “garbato”. Ultimo saluto a Valeria Vanossi

“Chicco” Clerici non c’è più. Il mio cordoglio verso un uomo “pungente” ma “garbato”. Ultimo saluto a Valeria Vanossi

Improvvisamente è mancato nella mattinata di venerdi 14 giugno, “Chicco” Clerici come affettuosamente lo chiamavamo noi amici. Il mio rapporto con lui è stato sempre schietto, onesto. Di lui ho sempre apprezzato la sua analisi, le sue visioni sia per il mondo del Palio, sia per la contrada rosso bianco rosso, sia per la città(eventi- Moda- Centenario). Ha “avvicinato” mio figlio Federico alla contrada di via Berchet, mi ha “reduarguito” sulle questioni di Palio, mi ha suggerito idee nel mio ruolo di past direttore di Sempionenews, Infine, abbiamo ricevuto “insieme” la benemerenza onoraria nel 2022. Grazie Chicco! Mentre scrivevo ho appreso anche di un’altra tragica notizia: la dipartita di Valeria Vanossi, amica di Chicco ed anche mia. Legnano perde due “pezzi da novanta”. A loro il mio profondo riconoscimento per la dedizione. Grazie!…(per altri video clicca qui)

Il mio rapporto con “Chicco” Clerici

Chicco è semlicemente un uomo “orgogliosamente” Legnanese. Uno dei valori che sta emergendo nelle mie riflessioni di Legnanese “adottato” e che rispolvero in ogni occasione sia quando sono in città sia all’estero. Chicco ha aperto le porte del maniero di via Berchet a mio figlio Federico. Nel tempo l’ho apprezzato ancor di più in quanto past direttore della testata on line www.sempionenews. Ogni occasione era una riflessione finalizzata a migliorare ora questo evento ora quell’altro. Nel Mondo del Palio l’ho visto nelle vesti di Past. Past Gran Priore, past Capitano non reggente, past vice Gran Maestro con il quale abbiamo convissuto nelle dirette che seguivo dall’acquario (tribuna stampa) dello stadio Mari. Ma poi ho apprezzato la sua umanità e schiettezza. Lui per me era un modello. Modello di chiarezza molte volte “pungente”, ma sempre “garbato”. Era un uomo “intelligente” . Per queste sue doti si è affermato nel Mondo del Palio, ma si è affermato anche in città. Indimenticabili i Suoi Gran Galà, le sue sfilate “Belle dovunque e comunque” a fianco delle donne oncologiche. L’ho ritrovato al Centenario di Felice Musazzi ed al Centenario della Città di legnano. Ma la gioia più grande è stata la Benemerenza che ho avuto il piacere di ricevere con Lui nel 2022!

Funerali di Chicco Clerici – Uscita feretro in spalla

 “Chicco “ ed il Mondo del Palio di Legnano.

Chicco è un “animatore” culturale, un ambasciatore della moda, un ambasciatore del Gusto un ambasciatore (preparato) del Mondo del Palio!
Come accennato, per alcune sue funzioni le ho viste al “passato”, ma in altre ho avuto il piacere di collaborare con Lui.
“Chicco” nel Mondo del Palio, è stato per anni nella reggenza della Contrada Sovrana San Magno, con vittorie memorabili.  E’ stato Cavaliere del Carroccio, Vice Gran Maestro e cofondatore della Commissione Costumi del Palio di Legnano. Dal Gran Concilio rossobiancorosso Chicco aveva ricevuto anche la carica di Commendatore. Insomma una vita passata in Contrada fin da ragazzo, con il papà Dante Scudiero di Contrada nel 1937. 

Chicco Clerici animatore per la Città di Legnano

Ma Clerici è stato anche altro. Quando parlavo di “animatore” culturale intendo persona “aperta”, curiosa”, “creativa”. Con la sua agenzia ha realizzato tanta comunicazione. Ha realizzato eventi di livello nazionale . Ha portato in Rai Il Palio di Legnano per promuoverlo. Fino all’edizione del 2024.

Inoltre Chicco si è adoperato nella Famiglia Legnanese. Si era speso anche per il Centenario di Felice Musazzi, facendo parte del Comitato organizzatore e, in ultimo, per il Centenario della Città di Legnano, anche in questo caso occupandosi dell’organizzazione dei festeggiamenti. E la città gli è stata vicino tributando stima e la benemerenza cittadina nel 2022.
Grazie Chicco, R.i.P. (foto Archivio di Sempionenews)

Intervento figlia Carolina

Un’altra figura è volata al cielo insieme a Chicco, Valeria Vanossi.

Mentre sto scrivendo, mi è giunta voce della dipartita di Valeria Vanossi, amica di Chicco ed amica mia e della comunità presidente dell’Associazione “Il Sole nel cuore” che tanto ha fatto per la città.
Insieme Chicco e Valeria erano irrefrenabili per creatività combattività e tenacia.
Tra i tanti eventi hanno ideato e realizzato, “Belle dovunque e comunque” il fortunato evento che ha portato alla ribalta il tema dell’oncologia, come sapevano fare loro. Andavano nelle gambe del “diavolo”!!!. .

CRISTOFORO COLOMBO: UN VIAGGIO CHE HA SEGNATO LA STORIA DELL’UMANITA

CRISTOFORO COLOMBO: UN VIAGGIO CHE HA SEGNATO LA STORIA DELL’UMANITA

Di Colombo ce n’è uno tutti gli altri…Da questa settimana inizia la collaborazione, il “viaggio”  con il giornalista ed amico, Mauro Bianchini. Abbiamo già collaborato insieme nella mia esperienza in qualità di direttore di Assesempione.info e www.sempionenews.it. E’ un piacere ri-trovarsi e riprendere alcuni discorsi/temi che sono cari sia a lui sia a me con particolar riferimento all’arte, alla cultura in generale perché, e ci crediamo in tanti, la “bellezza salverà il mondo”!…

Il profilo del mondo” di Paolo Emilio Taviani

A contendersi i natali dello scopritore nel Mondo Nuovo furono nel tempo, spagnoli, francesi, greci, inglesi, portoghesi e via via sino ai còrsi.
Anche il numero di chi si proclamava suo discendente risultava copioso. A partire dal primo decennio del 1600 sballa anche la data di nascita e di morte.
Con simili premesse inizia il viaggio che delinea “Il profilo del mondo” di Paolo Emilio Taviani (Nuova ERI Edizioni RAI, pp. 159, Euro 8).

A fronte di tali divagazioni eminenti studiosi hanno certificato, senza timore di smentita, la città di Genova come luogo di nascita di Cristoforo Colombo.

Cristoforo Colombo e le scoperte di Paolo Emilio Taviani

Il primo a attestare le origini settentrionali del genitore fu il figlio Ferdinando nella “Historia”, dando altresì come luogo di nascita non Genova ma Nervi, arrivando a non escludere una provenienza piacentina dovuta alla migrazione della famiglia Colombo da quei luoghi. Dunque sin dal XII secolo il cognome Colombo risultava presente in Liguria.

Il testo descrive come attorno alla sua straordinaria figura siano fiorite dicerie di varia natura: dalla crudeltà nei confronti dei nativi americani, sino all’appropriazione indebita di una ingente quantità di perle.

Colombo si imbarca giovanissimo come mozzo a bordo di velieri con navigazioni tra il mare Adriatico e il Mediterraneo approfondendo conoscenze nautiche e geografiche. La grande impresa, spinta anche dai banchieri dell’epoca, vede altresì ricevere i favori di Isabella di Castiglia.

La dotta cadenza con cui l’autore traccia la vita del navigatore è accompagnata da pregevoli illustrazioni che in dettaglio rendono visibili mappe di navigazione, usi e costumi dei popoli incontrati, ma anche dipinti descrittivi di luoghi e oggetti d’uso comune…
Ringrazio Mauro per questo prezioso contributo che mi ricorda il viaggio alle Canarie e la visita al Museo Cristoforo Colombo, ma le curiosità di Tavani sono davvero uniche!

en_GB