A Stella Pende il Premio “Donna In•canto” 2024; al “servizio delle ultime”

A Stella Pende il Premio “Donna In•canto” 2024; al “servizio delle ultime”

Nella bellissima cornice del Crespi Bonsai di Parabiago è andata in scena,  all’interno della 16^ edizione di DONNE IN•CANTO , la cerimonia di consegna del Premio “Donne incanto 2024″, a Stella Pende, la nota giornalista-reporter con la motivazione: “Il suo impegno al servizio delle ultime e degli ultimi”. Poi gustosa serata musicale con i Desirèè Niero Trio in “Paris to New York”, dedicato alle donne di questa edizione Jaqueline Baker e Nina Simone ed al viaggio tra le due capitali del blues. E in conclusione l’annuncio della dedica alla edizione 2025 a Raffaella Carrà. Insomma una ricca serata…

Intervista a Stella Pende

Donna In•canto” 2024: Stella Pende

Seguo da 16 edizioni DONNE IN•CANTO il Festival al femminile ideato da Giorgio Almasio. E seguo con piacere il Premio Donna IN•CANTO dedicato a Donne che si distinguono e si prodigano per gli altri da quando è stato istituito, ormai tre anni fa. Quest’anno con piacere è stato assegnato ad una collega che ha apprezzato il premio, ovvero un bellissimo Bonsai esclusivo donato dalla Famiglia Crespi presente con Susanna, (vedi intervista sotto), il patron Luigi, dal figlio Luca e consorte e i nipoti  Matteo e Nicole, e non poteva essere scelta migliore. “Ringrazio Donne In.canto per questo magnifico regalo. Siete in un territorio ricco di bellezza. Questo luogo, il Festival al femminile che esalta la bellezza e l’arte al femminile in tutte le espressioni, il progetto Valigia di salvataggio messo in atto,  il commovente concerto di oggi, non sono altro che elementi che fanno vivere bene in una comunità. Circa il premio, è facile ed è semplice vivere per gli altri. Non mi costa e non mi è costato. Bisogna crederci ha affermato la premiata.

Intervento e Storia di Stella Pende

Biografia di Stella Pende

Nata a Roma, il 24 febbraio 1951, Stella Pende, nel 1974 entra a far parte del team editoriale di Panorama dove vi resterà fino al 1988 quando poi deciderà di passare a L’Europeo come inviata.
Intanto nel 1982 si fa conoscere al mondo televisivo con la conduzione di “Sì però”, una rubrica all’interno del programma di Raidue “Mixer” di Giovanni Minoli. Nell’84 è la volta di “Sotto a chi tocca“, ospitata all’interno di “Blitz” condotto da Gianni Minà, ma viene presto allontanata dalla Rai a causa di una blasfemia pronunciata nel suo microfono da Leopoldo Mastelloni. Nel 1992 torna a scrivere per Panorama, sempre come inviata, e vi rimane fino al 2009. Degno di nota è il fatto che può essere considerata una dei pochi giornalisti italiani ad aver intervistato Gheddafi. Tra le altre conduzioni televisive di Stella Pende ricordiamo “Storie di Confine-Barriere Invisibili” e il programma che conduce attualmente su Rete4 “Confessione reporter”. E’ stata a lungo legata a Marco Tardelli, celebre calciatore e autore del gol decisivo dei Mondiali dell’82 da cui ha avuto il figlio Nicola. Attualmente ha adottato  a distanza una figlia in Kenia

La storia di adozione del sindaco Cucchi

Cucchi e Pende: due storie che si incontrano
La cerimonia di consegna del premio a Stella Pende è stata anche un’esperienza toccante per gli ospiti e afecionads di Donne in.canto che hanno gremito la sala educational del Crespi Bonsai. Nella consegna il Sindaco di Parabiago, Raffaele Cucchi si è abbandonato alla sua esperienza di padre “adottivo” di un bimbo , ormai adolescente africano. (Ora gli sta dando anche problemi in questo particolare periodo adolescenziale).
A questo punto Stella, si è lasciata andare raccontando la sua bella storia di amore e di adozione a distanza (mica tanto) di una ragazza che ora lavora e che si dedica al 90% agli altri. “Ho potuto vivere questa bella esperienza grazie al mio compagno Tardelli che era con il nostro figlio in Italia”.
Quindi due storie che si intersecano. Anche questo è DONNE IN•CANTO!

Intervista a Susanna Crespi

Desiree Trio

La serata è stata “allegerita” con le note di jazz del Trio Desireè Niero ovvero Carmelo Tartamella e Jacopo Delfini alle chitarre Manouche (un po’ diverse dalle chitarre classiche) e dalla front Desirèè Niero.
Il Trio ha coinvolto e convinto  con una performance artistica di Jazz Manoche dedicato alla Baker e a Nina Simone e che ha percorso l’evoluzione del genere manounche tra Parigi e New York con brani “storici” fino al brano “Feeling Good” ripreso da cantanti straordinari come pure Nina Simone. . In scena nella prestigiosa cornice del Crespi Bonsai Museum, il Désiréè Niero Trio con un programma molto particolare tra Parigi e New York

Momento musicale con Desirèè (altri brani su canale YT IVE https://www.youtube.com/@iviaggidienzo)
Una passeggiata tra “Foliage” e “Balcun” alla Madonna delle Nevi

Una passeggiata tra “Foliage” e “Balcun” alla Madonna delle Nevi

Prima che arrivi la neve o il freddo, una bella passeggiata-escursione al Rifugio Madonna delle nevi a Piedicavallo, Biella x tutti (circa 60km da Milano). Io l’ho fatto con la famiglia e mio nipote Riccardo, di un anno, in Spalle(zaino x bimbi). Lungo il sentiero ben segnato E40, “Foliage” ma anche una vista estasiante sul “balcun” della valle Cervo . La consiglio…

Passeggiata Piedicavallo-Rifugio Madonna della Neve .Qualche giorno fa ho provato una bella esperienza ovvero l’escursione alla Madonna Delle Nevi alle Selle di Rosazza – 1480 metri. E prima che arrivi il brutto tempo, la consiglio anche per ammirare il Foliage scoppiato nelle aree montane, ed in Piemonte in particolare. Da qui si puo’ godere del “Balcun” ovvero un luogo magico dove si osservano le Selle, la valle Cervo che degrada verso la “bomboniera” Biella, il suo torrente Cervo e Piedicavallo.
Breve e facile l’escursione su bel sentiero che ho/abbiamo fatto con la famiglia e con un bambino di 12 mesi, mio nipote Riccardo. Quindi “facile” anche se impegnativo per chi è “sedentario” . Lungo il percorso castagneti danno il benvenuto con faggeti man mano che si sale fino a raggiungere in cima, sul pianoro, prati dove rilassarsi e sostare in tranquillità. Per il pranzo si può approfittare del rifugio Madonna delle Nevi a conduzione familiare oppure gustare il pranzo a sacco. Al rifugio è possibile pranzare o cenare con prodotti locali, come salciccia e polenta, formaggi tipici, a partire dalla Toma. Poiché non c’è corrente, i prodotti sono inevitabilmente “Freschi”. Si può, infine, pernottare e ci sono a disposizione 15 posti (consigliabile la prenotazione al n. .015/6097000 – http://www.rifugiomadonnadellaneve.it/.

Percorso
Per “salire” al Rifugio Madonna delle Nevi ci sono due percorsi: il Piedicavallo-Rifugio e l’altro da Rosazza al Rifugio. Io con la famiglia ho/abbiamo fatto il primo.

Dal posteggio al parco Ravere si attraversa il torrente Cervo sull’antico ponte in pietra a due arcate conosciuto come “punt ‘dla cua” e si svolta a sinistra per il sentiero segnalato con il segnavia E40, che è pure percorso della GTA. Dapprima in lieve discesa, poi in piano per un breve tratto, si raggiungono e si oltrepassano i casolari della Coda (900 m).

Successivamente, a pendenza moderata, ci si inoltra in un bosco di alti faggi, fino a uscirne nei pressi delle baite dell’Alpe Fornello (1060 m). Il percorso prosegue in zona aperta e attraversa il rio Coda . Con un lungo traversone nel bosco, ricco di diverse specie di alberi dove ammirare in autunno il “Foliage” , si giunge ad attraversare un secondo torrentello, il rio Jervas, per poi proseguire con alcuni lunghi tornanti sino a uscire dal bosco dove si raggiungono così le prime baite – quasi del tutto diroccate – delle Selle, dette “il Balcun” il promontorio a circa (1440 m circa). Lasciate le baite alle spalle e proseguendo a mezza costa nella zona prativa a ridosso di una elevazione erbosa, si raggiunge il secondo gruppo di baite: una è stata ampliata e ristrutturata a uso rifugio-ristoro, appunto il rifugio Madonna della Neve (ore 1,30). Si sale successivamente alla sovrastante chiesetta della Madonna della Neve (1480 m);

Indicazioni in auto/treno

Per arrivare in valle Cervo uscita Carisio o Santhia sulla A4 Torino-Milano a seconda della direzione da cui si proviene. Seguire direzione Biella, in città seguire le indicazioni per Andorno (s.p. 100) e successivamente Piedicavallo. Per chi arriva a Biella in treno è possibile utilizzare l’autobus di linea dell’ATAP n° 340, dalla stazione ferroviaria e arriva a Piedicavallo in un’ora

Itinerario 1 partenza da: Piedicavallo, parco Ravere (1037 metri) al Rifugio
dislivello Piedicavallo: 443 m – 136 m
tempo di percorrenza: ore 1.30
segnavia: sentiero E40-GTA, sentiero e tracce
Accesso e parcheggio: Da Biella con la strada provinciale SP100 si giunge a Piedicavallo, in 18 chilometri. Prima di entrare in paese, si imbocca a sinistra la circonvallazione, arrivando al capiente parcheggio posto in prossimità del parco Ravere (1037 m).

Itinerario 2 Partenze da Rosazza
Rosazza (882m-1480m):
Segnavia: mulattiera e sentiero E30, E32, GTA Da Rosazza seguendo il torrente Pragnetta fino a Desate. Dai pressi della chiesetta seguendo le indicazioni si esce dalle case e si prende una ripida mulattiera inizialmente delimitata da due muretti. Arrivati all’alpe Vernetto dopo un’ultima breve salita si arriva alla sella di Rosazza e quindi al rifugio

Allo spazio Dansei, “Io sono” dedicata a Azelio Corni

Allo spazio Dansei, “Io sono” dedicata a Azelio Corni

“Io sono”, trenta opere dell’amico di Mauro Bianchini, Azelio Corni, raccolte da Fermo Stucchi alla Galleria Dansei di Olgiate Olona. Un VIAGGIO versus la sua “essenza” creativa e umana

“Io sono”: la personale dedicata ad Azeglio Corni

Olgiate Olona – Il titolo della personale “Io sono”, a cura di Fermo Stucchi in corso presso Spazio Danseei a Olgiate Olona, dedicata al ricordo di Azelio Corni, trae ispirazione da uno scritto dello stesso artista dove con articolata grafia definiva la sua essenza creativa e umana.

Le oltre trenta opere esposte testimoniano un percorso creativo che va dal 1988 al 2018.

Nei lavori di grandi dimensioni la dilatazione dello spazio induce a percorrenze pluridirezionali dando vita a ricerche simboliche e a tratti mistiche, il tutto dettato dalla totalità dell’impianto plastico. In quei primordiali territori si scorgono fermenti  segnici che rimandano all’origine della creazione, in un limbo temporale dove l’attesa è data dall’avvento del soffio degli dei.

Il gigantismo fluttuante di Corni

Altri spazi, altri territori delimitati dalla presenza di tracciati simili a mura medioevali aperte a tratti sino a designare vie di accesso e di fuga, ma anche cornice aperta all’interno del perimetro dell’opera.

Il gigantismo fluttuante di lettere e numeri nel contesto di nere monocromie produce l’idea di un codice segreto in lenta dinamicità spaziale.

Strutturati a forma di contenitori, i reticolati di grandi dimensioni si compongono di micro tracce che nel loro succedersi paiono archetipi di mosaici svincolati da costrizioni fisiognomiche, mentre l’insieme nella sua maestosità testimonia l’agire del gesto e delle conseguenti  soste nel momento in cui la mano, lasciati gli strumenti d’uso, con prudente tattilità attua un lieve svaporamento delle forme precedentemente definite.

Posti in sequenza gli uni accanto agli altri, una serie di disegni testimoniano come Azelio Corni lavorando su disarticolate geometrie sia stato in grado di conferire loro una tridimensionalità tale da porle in rilievo rispetto alla superficie piana.

Azelio Corni – “Io sono” –
Olgiate Olona – Spazio Danseei, Via Oriani 62.
Fino al 9 novembre 2024. Orario: sabato 16-19. Da lunedì a venerdì su appuntamento – 348. 5510909.

Mauro Bianchini

“Condominio Mon Amour”: ironizzare, con “garbo” sui grandi temi sociali

“Condominio Mon Amour”: ironizzare, con “garbo” sui grandi temi sociali

Si possono affrontare i grandi temi sociali come il lavoro, la tecnologia, l’Intelligenza artificiale tenendo al centro l’uomo? Si. Secondo Giacomo Poretti, ( Angelo) e  Daniela Cristofori(Caterina) che in “Condomio Mon Amour”  attraverso situazioni comiche ed esasperate, trovano le risposte…Una di questa è “la cura”…dell’altro…Ti racconto…

Condominio Mon Amour”
In una “semplice” ma intrigata situazione condominiale, Angelo, il “Portinaio” da quattro generazioni in un condominio della Milano “bene”, vince sulla tecnologia, sul “progresso esasperato” e sulla sua “ambasciatrice” Caterina dipendente di un Fondo immobiliare internazionale. E la parola magica dello spettacolo è “la cura”, E’ questa la “sintesi” del coinvolgente spettacolo, andato in scena in “Prima” a Legnano, che a ritmo incalzante, racconta l’immensa confusione che vive oggi il mondo del lavoro attraverso una piccola storia, quella del vecchio custode Angelo che da oltre trent’anni svolge il proprio lavoro con dedizione presso la portineria di un condominio milanese e  viene “licenziato” da una “rampante” Caterina figlia dell’esasperazione, delegata da un “fondo”  finanziario che ha l’obiettivo di “licenziare” cinque portinai e affermare il loro potere immobiliare attraverso l’introduzione del Robot Keeper.
Ma Angelo non ci sta e con la sua “umanità” riesce a “vincere” (in una “combattuta” e ironica) assemblea e ironica moralmente su Caterina e a non introdurre un robot che doveva sostituire il diligente e affezionato amico dei condomini.

Le mie considerazioni
Seguo Giacomo Poretti dai tempi del Trio “Aldo Giovanni e Giacomo” e non potevo non esserci alla “Prima” che ha dedicato a Legnano. Mi è sempre piaciuta la loro ironia, mai invadente. E ieri un po’ del Trio l’ho ritrovata. Ma Giacomo Poretti con Daniela Cristofori sono andati oltre. E complice un testo “attuale” hanno voluto trasmettere i “rischi” della tecnologia. Il Robot deve sostituire l’uomo?. Questo assunto criticato anche da Papa Francesco, ha diversi risvolti e collegamenti. Riguarda si la tecnologia, ma si estende al sociale con ricadute, che, se non ben governare, possono rappresentare criticità. E Angelo, per me il “bene” ha vinto su Caterina “tagliatrice” di teste (il male). L’intricata ma “gustosa” commedia, in un’ora di spettacolo, è riuscita a toccare il diversi risvolti con “leggerezza”, ma con “garbo” e “decisione”. Angelo riesce a “vincere” sui colossi della sostituzione uomo-macchina, con il coinvolgimento dei “suoi” condomini ed a sentire dagli applausi, anche dal pubblico presente al teatro Tirinnanzi., portando in assemblea la sua “umanità” (vincente!).
 Non “spoilero” oltre e invito , chi non è riuscito a venire causa sold-ot al Tirinnanzi, a organizzarsi anticipatamente ad un’altra “performance”.. “Asap” as soon as  possible…

GIACOMO PORETTI AMATORIALE BD - IVE

Galleria a cura di Sergio Banfi

Galleria amatoriale a cura di Donatella Bernardi

“Il SEgno in viaggIO“ di Luisella Dell’Acqua tra spiritualità e Identità

“Il SEgno in viaggIO“ di Luisella Dell’Acqua tra spiritualità e Identità

Ho visitato la Mostra di Luisella Dell’Acqua, “Il SEgno in viaggIO” : 50 opere che toccano il profondo, la spiritualità , i luoghi e i non luoghi, la cura. Un pretesto per esprimere con la tecnica delle incisioni, la ricerca attraverso il ViaggIO di “SE” e delle persone intorno a noi.
La mostra è aperta sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19. Seguimi…

La mostra “Il SEgno in viaggIO”
Ho visitato la mostra di Luisella Dell’Acqua da “privilegiato” in una mattina grazie alla sua disponibilità, durante un laboratorio con una classe terza delle scuole medie. Questo mi piace molto sia da ex-docente sia come persona attenta al futuro e ai giovani. Ho potuto apprezzare le 50 opere , alcune realizzate con la tecnica dell’incisione. Dal punto di vista tecnico, l’ideazione e il momento creativo prendono vita su una lastra di metallo ricoperta, per l’acquaforte, da un sottile strato di cera dove il disegno rovesciato viene riportato con una punta d’acciaio e poi il processo continua fino alla stampa finale. Dal punto divista dei contenuti, Luisella esprime i Segni della spiritualità attraverso ad esempio delle realizzazioni delle “Crocefissioni”.
Della ricerca dell’identità attraverso una introspezione “cromatica”. Infine il “viaggio” tra i luoghi  ed i non luoghi. Originale la serie di Leoni per l’Italia. Ma poi c’è un ritorno alla sua Legnano con “La cura” dedicata al suo papà, scomparso di recente, insieme ad alcuni segni con le persone care intorno. L’esposizione è accompagnata da un testo di Claudia Corti sul libro d’artista, disponibile sul sito www.luiselladellacqua.com o scaricabile con Qrcode

Il commento dell’artista

Il titolo Il segno e il viaggio raccoglie i due volti che possiamo vedere in ognuno dei due spazi espositivi, all’insegna del segno grafico dell’incisione.
C’è poi un corpus di libri d’artista, più recenti. Incido e stampo con varie tecniche: acquaforte, acquatinta, in monocromia o a colori, col bulino, la puntasecca. I temi, frutto di un lavoro decennale,  rappresentano l’introspezione di una ricerca volta a esprimere quel che sta dentro, ed è per questo che il ‘segno’ del titolo vede in evidenza la prima parte del ‘Se’.

Una sorta di viaggio interiore che poi, passando all’altra sala coi libri d’artista, si declina in percorsi più legati a luoghi fisici, con le mie città del cuore, tra cui finalmente anche Legnano. Un viaggio contraddistinto dalle mappe che si trovano nei libri, con un’opera finale che vuole essere la sintesi di questi due cammini.”
(vedi intervista completa su canale YT – I.V.E.)

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