Lubiana: crocevia tra est ed ovest ricca di storia e di modernità

Lubiana: crocevia tra est ed ovest ricca di storia e di modernità

Dopo aver lasciato l’Ungheria con ancora la visione del Lago Balaton negli occhi, dirottiamo in Slovenia ed in particolare Lubiana ( Lubljana), con una sosta a Maribor (dove abbiamo avuto un episodio “increscioso”, ma ne parleremo in un altro momento). Lubiana è la capitale della Slovenia: è giovane, ha voglia di “contare”, ha un progetto culturale importante e quest’anno , è stata la meta preferita di tanti Europei.(grazie ai suoi concerti internazionali). Un altro motivo per visitarla: il passato che si “sposa” con il presente-futuro…

Cattedrale di San Nicola

La mia/nostra passione per l’arte e l’architettura “barocca” è ormai nota. E Lubiana offre molto barocco. In particolare la Cattedrale di San Nicola è un esempio grazie all’architetto Andrea Pozzo, gesuita ma cresciuto nella “bellezza” italiana che elaborò la chiesa a forma di Croce latina e che volle come pittore, i maestri del “barocco” italiani con “commitenze” all’estero come il Maestro Giulio Quaglio, insieme, successivamente ai fratelli Groppelli, Robba e Putti di scuola italiana di inizio 1700 che espressero il meglio sulle navate laterali. Comunque le maestranze furono composte da altri maestri che “arredarono” la cattedrale per renderla bella nel tempo e tramandarla a noi. Sto parlando dell’architetto Gregor Maček e affrescata al suo interno da Matevž Langus tra il 1843 e il 1844. Negli anni cinquanta l’architetto Jože Plečnik pensò al nuovo arredamento della cattedrale. Al Centro San Nicola con le caratteristiche proprie prima del trasferimento definitivo a Bari, dove ancora oggi è molto venerato. La nostra impressione è stata favorevole anche per l’attenzione che il personale dedica agli ospiti ed in particolare agli italiani. Visti bene, artisticamente parlando, anche in quel di Lubiana. E noi ringraziamo!

La nuova piazza Mercato, tra storia e “movida”

Un altro aspetto che mi piace nel visitare una nuova città è il connubio tra passato e futuro. Lubiana è una città con tanti giovani, ha anche belle Università popolate anche da amici della Slovacchia e vicina Croazia. Il mercato della carne è il nuovo centro della Movida della città. Ci hanno raccontato dei proprietari di questi spazi-botteghe-bar (oramai di lusso) che sulla Lubranica, il fiume che insieme alla Sava (altro nome del Danubio) bagnano la città, in passato cera il mercato “comunale” del bestiame, delle carni, delle pelle e tutto cio’ legato al cibo. Con l’indipendenza, questi mestieri sono stati ri-valorizzati e offerti a giovani, che con la loro creatività, li hanno trasformati in macellerie con Grill al momento, i pesci della Lubianica elaborati “Gourmet”, i “ciccioli” ovvero le “cotiche” del maiale qui vengono elaborati e venduti da “asporto (il “cuoppo”, quello di napoletana memoria), per non parlare di altre bontà. Risultato tra i “tre ponti”, il ponte dei Macellai, il Ponte del drago, in questi cinque chilometri si sviluppa la movida cittadina. E se aggiungiamo la musica ad ogni angolo, il gioco è fatto!

Il Castello di Lubiana ( e la Funiculare)
I Castelli in questo viaggio sono il nostro chiodo fisso. Non potevamo farci scappare l’occasione di visitare anche quello di questa storica e romantica città. Appollaiato sulla cime della roccaforte che domina la città offrendo a noi una vista a 360 gradi della città (ai nostri piedi) . Volevamo salire a piedi , ormai siamo dei runners professionisti, ma vista l’ora ed il caldo , abbiamo ripiegato sulla funiculare (solo, si fa per dire, sei euro a pax) dove abbiamo fatto incontri “internazionali” (famiglia con bimbi e cagnolino al seguito spagnoli, ed io ho “attaccato” bottone raccontando dei miei viaggi.
Giunti in cima, Il Castello di Lubiana, appare come una visione ben curato (troppo) e ben strutturato. In alto la chiesetta, la torre (visitabile con biglietto a parte), il percorso sui “merli” che permettono di percorrerlo a 360°. Le cantine e i magazzini dei castelli di una volta erano sempre pieni di prelibatezze e le sale erano il palcoscenico per i migliori artisti di quel tempo. l’architettura medievale e l’architettura moderna. Le stanze e le sale rinnovate custodiscono insieme con le storie del passato anche quelle nuove, del presente. Le carceri svelano i loro tristi segreti, mentre dalla torre panoramica si apre ai nostri occhi una vista unica sull’orizzonte. Infine, in alcune sale alcune estemporanee di artisti locali e/o internazionali hanno reso ancora più gradevole, la visita!

Il Lago Balaton una scoperta tra natura, tradizioni e cultura

Il Lago Balaton una scoperta tra natura, tradizioni e cultura

Tra le mete, dopo Budapest previste, il lago Balaton è stata la scelta più “azzeccata”. E’ patrimonio Unesco per la Biodiversità, hanno sviluppato sulle sponde delle piste ciclabili “invidiabili”, è il primo lago più grande dell’Europa Centrale, hanno sviluppato azioni di marketing tendenti a valorizzare le bellezze artistiche, in primis la cultura con palazzi-castelli, come quello di Festetics a kaszthely visitato da noi. Seguitemi…

LAGO BALATON PATRIMONIO UNESCO

Come accennato dopo il tour a Budapest, non potevamo non fare un giro/tour al Lago Balaton.

Il Lago è Patrimonio Unesco per la biodiversità. E’ un promontorio di origine vulcanica, ricco di rarità botaniche e zoologiche, custodisce l’Abbazia benedettina a due campanili, fondata nel 1055, simbolo del lago di Balaton e maggiore attrazione di tutta la zona. Ma possiede, sulle sue sponde anche altre chiesette, non meno importanti come quelle di BalatongYorok oppure quella di kaszthely.

La  mia/nostra esperienza è stata di valorizzare queste potenzialità “scoprendole,” attraverso il “circuito” ciclopedonabile che è un anello di circa 200km che gira intorno al lago.

Abbiamo approfittato per fare lunghe passeggiate con il fido “Aramis” vedere nidi di uccelli “migratori” che da qui partono per il mar Caspio, Nero ed anche passando dall’Italia, per raggiungere l’Africa.
Uno spettacolo!

CASTELLO DI FESTETICS

E parlando di spettacolo Una bella visita-escursione è stata quella a kaszthely, l’agglomerato più grande del Lago, con un bel centro storico. Noi abbiamo pernottato al @campingcarina a BalatongYorok ed attraverso le piste ciclabili, abbiamo raggiuto, IN BICI (CIRCA 12 KM) il Castello-palazzo Festetics, sito appunto qui.

Il castello Festetics di architettura barocca – neorococo’ è una grande dimora che sorge in mezzo a un parco ben curato, al terzo posto per grandezza e bellezza in Ungheria. Nell’atmosfera originale del museo del castello, è possibile ammirare l’esposizione degli arredi interni costituita da mobili e oggetti originali dell’epoca, in cui viene mostrato lo stile di vita signorile dei secoli XVIII e XIX. Il barone Festetics che ha dato nome la dimora, non nega essere immortalato, dare il segno dello sfarzo della sua casa. Ad esempio mostra la bella sala da Pranzo imbandita con posate in oro, oppure da sfogio della sua cultura con la bella e dotata biblioteca con le scale a chiocciola a “scomparsa”. Insomma un palazzo-castello-dimora che insieme ai giardini, rappresenta una delle tre bellezze dell’Ungheria!

MOMENTI DI FESTA E NUOVE AMICIZIE

Balatongyorok, il paesino che ci ha accolti, è stato una vera scoperta. Incastonato su un promontorio di fronte a Balatonmariafurdo, è fatto di poche anime che d’estate si anima grazie ai Turisti. Noi eravamo al @campingcarina accolti dalla famiglia di Joseph (buoni i suoi dolci-cornetto fatti in casa) ed è stato occasione per escursioni, perché situato in un posto strategico all’incrocio della ciclopedonabile, di fronte alle zone paludosi dove si insediano tra i canneti si insediano uccelli selvaggina che richiama pescatori da tutta l’Ungheria( ma non solo!). La cittadina venerdi 10 si è ravvivata con la festa del vino con degustazioni, assaggi e musiche. Noi abbiamo assaggiato del vino ocale bianco accompagnandolo con la “ciminiera” ovvero “Chimney Cake” un dolce semplice vuoto che puo’ essere ripieno di qualsiasi bontà. Ma il campeggio ci ha dato l’occasione per incontrare dei viaggiatori di “spessore”. Sto parlando di Michel e Natalie, due francesi che a bordo della loro 1200 bmv hanno fatto tappa al nostro campeggio per raggiungere la Romania fino al mar Nero e Caspio.
Cosi anche l’altro incontro con Mauro, milanese, che a bordo della sua Vesta 200 ha l’obiettivo di raggiungere, via Polonia, Finlandia Cape Kinn un promontorio opposto a capo Nord per portare la bandiera della pace agli Svedesi ed ai Russi divisi dal fiume Inn. Sono con lui “virtualmente!

Il viaggio in camper continua: Budapest due città, un’unica bellezza

Il viaggio in camper continua: Budapest due città, un’unica bellezza

Ho/abbiamo visitato Buda e Pest, ovvero Budapest, divise dal Danubio, ma unite nella bellezza. La Basilica di Santo Stefano è imponente, come ll Palazzo del Governo-Parlamento per finire al National Museum per la parte di Pest. Attraversando il primo ponte d’Europa, ovvero il “Ponte delle catene”, si arriva a Buda. Meno costruita, collinare “presidiata” dal distretto dei castelli, patrimonio Unesco, e dalle tante chiese erette sull’altra sponda. Non puoi non fare a meno di una crociera sul Danubio e non assaggiare i piatti tipici o non fermarTi sui “lidi”…Ti racconto…

LA BASILICA DI SANTO STEFANO

La Prima tappa della visita nella città magiara è senza dubbio l’imponente Basilica di Santo Stefano. A me/noi, ha colpito per l’imponenza delle Torri, l’imponenza del sagrato e piazza adiacente, l’imponenza delle colonne in stile neoclassico, l’imponenza-fasti del roccoco’ più sfrenato. Ed infine, la bella statua del tabernacolo dedicata a Re Stefano che diventa poi Santo e che mori nel 1038. La Costruzione della Basilica a lui dedicata avvenne nel 1851 in stile neoclassica secondo il progetto di Jozsef Hild che mori nel 1857. L’anno dopo crollò la cupola. La costruzione e la correzione dei difetti fu affidata a Micklos Ybll che ridefì l’intera chiesa apportando modifiche rinascimentali. Morto Jbl nel 1891, si progetta l’interno secondo il programma dell’architetto Jozef kauser, e dal parrocco Lenard Lolok. Una curiosità le maestranze , scultori e pittori dovevano essere rigorosamente ungherisi. (nazionalismo artistico, diremmo oggi). I lavori durarono tanto e l’ultima pietra fu posata da Francesco Giuseppe. (imperatore impero austro-ungarico).

LA MOVIDA e INTRATTENIMANTO IN CITTA’

Abbiamo proseguito il giro, portandoci, su suggerimento di amici e delle receptionist del @campingarena, nella zona della “movida”. Come scoperto a Vienna, il Danubio è un grande attrattore. Dopo aver attraversato Jozef Attila per “sbucare” sulla riva “droite” dove sono spuntate beach e localini di tendenza. Noi ci siamo fermati al @poloon dove l’ebbrezza del vento sul Danubio ci ha catturati allungando la pusa pranzo e aggiungendo un paio di Spitz e birre. Qui si puo’ prendere il sole e i più temerari fanno un tuffo. (io non ero attrezzato e “predisposto”). Attraversando ponte delle catene, il più antico della città e d’Europa fino a qualche decennio fa (ora superato da quello di Malmoo, che comunque conosciamo nel nostro recente viaggio in Danimarca), si raggiunge il Distretto dei Castelli, ma soprattutto, per noi, l’imbarcadero della nostra crociera sulla “Purpleline”, dolce nave-crociera giornaliera che ci ha dondolato, facendoci fare un racconto “visivo-fotografico” tra le bellezze di Buda e Pest con vista privilegiata. Al ritorno sosta al @budapest per assaggiare piatti della cucina ungherese ed ascoltare della musica tradizionale eseguita da un ruppo “appassionato” di live-gipsy music every night. (via kigyo utca,6 ).  Da tornarci…

DISTRICT CASTLE – PATRIMONIO UNESCO

A Buda, invece, non puoi non visitare l’area definita “District Castle”. Il Distretto del Castello rappresenta uno dei più significativi centri storici e culturali della capitale. Eretto a 70 metri sopra il Danubio sulla Collina del Castello, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1987. Quelli che mi conoscono sanno quanto io/noi ci tanga/niamo ai patrimoni perché garanzia della validità del luogo-monumento-manufatto. Le mura medievali, vicoli di ciottoli, edifici stupendi e viste mozzafiato ci hanno catturato, avvolgendoci in un’atmosfera romantica e unica appena varcano le porte del Castello.

Noi abbiamo utilizzato per “salire” al Distretto del Castello il Budavári Sikló, una funicolare inaugurata nel 1870 come la seconda funicolare urbana in Europa. I suoi due vagoni si muovono con un movimento a pendolo: mentre uno sale, l’altro scende, offrendo ai passeggeri una vista mozzafiato dell’intera capitale ungherese. Da lassu abbiamo potuto osservare, ai nostri “piedi”, Il Parlamento , La basilica di Santo Stefano, le chiese di S.Anna, S. Mattia, L’Isola Margherita, l’Opera e tanta altra bellezza

Vienna tra arte, natura e cultura vale sempre un viaggio

Vienna tra arte, natura e cultura vale sempre un viaggio

Sono/siamo ri-tornato/i a Vienna con piacere. La “sua” bellezza, la “sua” cultura, la “sua” raffinatezza sono valori che ti porti dentro. In pochi giorni non siamo riusciti a vedere tanto: ma con piacere abbiamo ri-visitato “il Museo del Belvedere” con la bella mostra di Gustav Klimt, quella di Franz Xaver Messerschmidt, ma anche opere moderne nelle sale della “Oberes” e nella parte “Unteres” del Belvedere fino alla parte barocca-fastosa del settecento austriaco. E poi non puoi non fare una salto alla cattedrale Gotica di Santo Stefano ed alla KarlChirk dedicata a San Carlo Borromeo. E poi visita volante allo “Schombrun” il palazzo reale residenza del kaiser Francesco Giuseppe e Sissi, in continuità con la visita a Bad ishl della residenza di caccia. Seguitemi…

Gustav Klimt, e non solo, al Belvedere superiore

Per chi mi conosce sa che l’Impressionismo è la forma espressiva che mi affascina e mi interessa. Ed a Vienna, non potevo perdermi la permanente dedicata a Gustav Klimt dove c’è Il cuore della collezione del Belvedere, composto dai 24 dipinti con le sue rappresentazioni dorate de “Il bacio” e “Giuditta”.

Soprattutto “Il bacio” di Klimt è famoso in tutto il mondo. Il dipinto (180 x 180 cm) risale agli anni 1908/09 e ritrae Klimt e la sua musa Emilie Flöge come una coppia di amanti. 


Il “Bacio” è senza dubbio l’opera d’arte più famosa di tutta l’Austria. Di sorprendente bellezza sono tuttavia anche i ritratti di donna di Klimt, della sua Musa ispiratrice.
E poi un artista di “rottura” Egon Schiele con i tratti decisi ma anche contraddittori e Oskar Kokoschka.

IL MUSEO DEL Belvedere

Il principe Eugenio di Savoia (1663-1736), grande condottiero e amante dell’arte, fece costruire da Johann Lukas von Hildebrandt una residenza estiva. Fu così che sorse il palazzo di Belvedere con giardino annesso, a quei tempi ancora fuori le porte della città. Quest’opera d’arte totale in stile barocco è composta da due castelli: il Belvedere Superiore e il Belvedere Inferiore. Oggi vi si trova una raccolta di opere d’arte austriache dal Medioevo ai nostri giorni. La mostra permanente è stata completamente riorganizzata all’inizio del 2023: “Schau! Die Sammlung Belvedere von Cranach bis Export” (“Guarda! La collezione Belvedere da Cranach fino agli export”) si estende per l’intero palazzo in un magnifico ambiente barocco e mostra i punti salienti della collezione insieme a nuove acquisizioni e opere provenienti dal deposito. L’arte austriaca viene presentata nel contesto del lavoro di artisti internazionali del proprio tempo. Tra questi, i gioielli austriaci del Medioevo e del Barocco, le icone del Modernismo viennese incontrano grandi artisti come Claude Monet, Vincent van Gogh e Auguste Rodin. Circa 400 opere raccontano 800 anni di storia dell’arte. La collezione espositiva è inoltre dedicata in modo approfondito alle interazioni tra arte e società.

Belvedere inferiore e giardino barocco

Mentre il Belvedere superiore serviva alla rappresentanza, il Belvedere inferiore era adibito a residenza del principe Eugenio di Savoia. Lo splendore feudale del proprietario dell’edificio si riflette nella Sala delle Grottesche, nella Galleria dei Marmi e nella Sala degli Ori. Nel Belvedere inferiore e nell’Orangerie hanno luogo mostre speciali. Nella Prunkstall, dove una volta sostavano i cavalli del corpo del principe, è oggi possibile ammirare l’arte medievale.

Il giardino del Belvedere è il punto forte dell’architettura del paesaggio barocco. Di fronte al castello è stato collocato un cosiddetto stagno di riflessione, che riflette la facciata dell’edificio. Tre ampie terrazze con bacini d’acqua collegano il Belvedere superiore con l’inferiore. Il Kammergarten, giardino privato, era originariamente riservato al padrone di casa e ai suoi compagni più stretti. Il Giardino alpino nel parco del castello è il più vecchio d’Europa.

La cattedrale di Santo Stefano

La cattedrale di Santo Stefano, è il riferimento cittadino. Realizzata su una antica chiesa e forse un santuario pagano, venne eretta in diversi momenti. A partire dal 1100 fu eretta una nuova su ordine di Enrico II di Bamberga. Si racconta che il margravio, ovvero  Enrico II avesse commissionato l’opera ad un architetto visto in sogno. La leggenda vuole che fosse proprio il Cristo! . La posa della prima pietra ebbe luogo nel 1137 e fu consacrata a Santo Stefano. Visitando la chiesa-cattedrale si evincono le opere, la sua vita e le virtu. .La navata di sinistra, Nostra Signora, è dedicata a Maria. La navata di destra è dedicata agli Apostoli e lungo la stessa c’è un “Ecce Homo”  gotico chiamato il Cristo del “mal di denti” di epoca gotica attribuita ad una leggenda dove alcuni “paesani” alticci si erano fatti scherno del Cristo e che punirli aaveva causato il “mal di denti”. Per togliere il maleficio, la leggenda vuole, che dovessero ritornare davanti al Cristo. Mentre la navata centrale, altare maggiore, costruita dai fratelli Pock  è dedicata a Santo Stefano. All’esterno fanno da bella mostra le gargolle a protezione, in stile gotico, della cattedrale. Il magnifico tetto in tegole policrome smaltate ottenuto con 650 quintali di acciaio rappresenta un tappeto saraceno. Sullo stesso, lo stemma della casa imperiale d’Austria a sud con il monogramma di Francesco 1 mentre sul lato nord le insegne della città di Vienna e della seconda repubblica.

La chiesa di San Carlo Borromeo

Sulla Karlsplatz viennese troneggia l’imponente cupola verde della splendente Chiesa di San Carlo. Si tratta di uno degli edifici sacri più importanti dell’Europa centrale, un autentico simbolo di Vienna.

La Chiesa di San Carlo è l’ultima grande costruzione del famoso architetto barocco Johann Bernhard Fischer von Erlach.

Terminata nel 1739, la costruzione fu realizzata a seguito di un voto fatto dall’Imperatore Carlo VI durante un’epidemia di peste.

La Chiesa è dedicata al Patrono dell’Imperatore degli Asburgo, San Carlo Borromeo. La sua vita e il suo operato sono rappresentati sulle due enormi colonne (47 metri) che affiancano il portone d’ingresso. Gli opulenti affreschi della cupola di Johannes Michael Rottmayr ricoprono 1.250 m² di sfarzosi colori.

I quattro “tesori” della “SalzKammerGut”, in camper

I quattro “tesori” della “SalzKammerGut”, in camper

Dopo le Tappe in camper a Innsbruck, Salisburgo, con Aramis e Donatella andiamo alla scoperta della “Salzkammergut” ovvero la zona centrale dei laghi con particolar riferimento al lago Wolfgangsee. La destinazione, come dichiarato, è Bad Ishl che persiste in questa area. A dire il vero ho/abbiamo avuto un po’ di delusione dalla visita in questa che è Città Capitale Europea della Cultura. Non ho percepito particolare attenzione sia in termini di comunicazione, sia in termini di “carica” da parte di cittadini o attività commerciali. Percezione rafforzata anche da altri “turisti-viaggiatori” tedeschi e olandesi (vicini di “piazzole”). La delusione è stata soppiantata dalla soddisfazione della visita a Sanct Wolfgang, a Sanct Gilgen ed anche nella piccolissima Strobl, le famose quattro “chicche” del “SalzKammerGut”. Ecco il racconto…

BAD ISCHL: un po’ di delusione…

La prima parte del viaggio Austro-ungherese-sloveno aveva come destinazione Bad Ischl, che come detto è capitale Europea della Cultura. La cittadina del sale, nota per le sue terme ha fatto sia in Italia, sia in altre parti d’Europa una “forte “ comunicazione” per stimolare la visita. Eccoci allora “catapultati” qui ed in bus (la linea 150) dal nostro @campingparadie di Wolfgangsee raggiungiamo la città della cultura Europea. All’Info point centrale, non ci aiutano molto perché in stretto austriaco e poi in un inglese ancora più stretto, ci danno indicazioni di eventi ad agosto e dicendo che il clou degli eventi era a giugno. Un negoziante conferma ed un po(tanto) delusi “curviamo” sul tradizionale e visitiamo il paese. in ordine, il giardino di Sissi, lungo l’Ishl, la villa-tenuta di caccia del re Francesco-Giuseppe e Sissi, e la Chiesa San Nicola (dove per fortuna, riusciamo ad “imbroccare” alle 13 un Koncert). E la fortuna ci sorride e riusciamo a “beccare” la mostra-performance di Ai WeiWei nelle sale adiacenti alla tenuta di caccia. Cosi abbiamo avuto l’occasione di vedere qualcosa di stra-ordinario! E devo dire che la rappresentazione “iconica” di un grande drago stile cinese con le denunce dell’artista ci hanno appagato. Ci aspettavo/vamo di più a dire il vero, pensando alla nostra Bergamo-Brescia capitale italiane della cultura 2023.

SANCT WOLFGANG: un santuario ed una città “solare” .

A Sanct Wolfang c’ero stato con la famiglia in un “remoto” viaggio in Austria. Ci torno/iamo con piacere perché attratto dalla sua bellezza “pura” : dietro le montagne con il famoso trenino a “cremagliera” del schfbergbahn che ti porta a circa 2000 metri con vista e ristorante “mozzafiato” e giu’ le passeggiate con angoli “riservati” per “bagnanti” nelle acque “pure” del Wolfgangsee. Il centro ricco di ristorantini e gasthof (abbiamo pranzato al “Gusteria” tra cucina Tirolese con il gusto Austriaco) ti porta alla attrazione per eccellenza: la Chiesa-santuario di Sanct Wolfgang. La chiesa del 976 d.p, è un esempio ben conservato di chiesa gotica-barocca sorta su una roccia realizzata direttamente da San Wolfango. Successivamente, nel 1431 modificata a seguito di interventi a cura del maestro tirolese Micael  Pachel esperto di arte barocca. Attualmente sede di pellegrinaggio a seguito della devozione verso le urne del Santo che giacciono in una cripta dedicata. Cosi anche all’esterno esiste una fonte battesimale dedicata al santo. Sulle pareti opere e rappresentazione della vita del Santo su legno. Di rilevanza gli scranni con dediche risalenti al 1400

ST GILGEN

Sanct Giglgen è stata una scoperta. Con Aramis e Donatella, abbiamo raggiunto la cittadini a piedi lungo la pista ciclopedonale che “lambisce” tutto il Wolfgangsee.

Appena giunti nella cittadina ci siamo “innamorati” della vitalità delpaesino, punto di partenza per escursioni in battello a Sanct Wolfgang ed a Strobl.

La cittadina è nota per le sue stradine romantiche, per i suoi Gastof ma anche per la cattedrale di Sanct Egidio e non solo. Ho/abbiamo visitato la cattedrale e l’adiacente cimitero, dove in uno stile tardo barocco sono inseriti quadri settecenteschi della vita di sant’Egidio.

La cittadina è nota anche per la statua di Mozart e per la “Mozarthaus” e la fontana della Madre di Mozart che aggiungono “tasselli” ai luoghi frequentati dall’artista e dalla sua famiglia per accrescere la nostra sete di conoscenza musicale.

STROBL

Ultima tappa nel SalzKammerGut  è il paesino alpino di Strobl sempre sul Lago Wolfgangsee. Il villaggio offre un interessante connubio di antico e moderno. Un misto tra case di campagna tradizionali e le ville in stile Art Nouveau che affiancano moderni hotel di lusso. Sempre a Strobl abbiamo visitato la Deutschvilla, in cui è esposta un’eccezionale collezione di opere d’arte contemporanee. Circondata da un grande parco, questa villa in stile toscano risale al 1896. Prima di ospitare il museo, l’edificio è stato utilizzato come residenza nobiliare estiva e centro di di proprietà del governo.

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