Ieri abbiamo salutato la “scoperta” Honfleur che con le sue bellezze floreali, i suoi macro croissant e le specialità di pesce, ci ha regalato due giorni di “stupore” in attesa di arrivare a Etretat, passando dal Pont de Normandie. Seguiteci che ve lo raccontiamo!
Attraversando la foce dell’estuario della Senna, il Ponte di Normandia (Pont de Normandie) è uno dei nostri punti di riferimento più importanti.
Bellissimo e architettonicamente impressionante, era il più lungo ponte installato del mondo quando è stato aperto.
Un capolavoro moderno
Molti visitatori della Normandia attraversano questo ponte durante il loro viaggio in Normandia, ma pochi ne conoscono l’origine, la storia e i segreti.
Negli anni ’80, l’unico ponte che attraversava l’estuario era il Pont de Tancarville, situato a circa 16 km da Le Havre.
A causa della crescita esponenziale del traffico autostradale, la costruzione di un nuovo ponte divenne una necessità. Progettato dall’ingegnere strutturale francese Michel Virlogeux e dagli architetti François Doyelle e Charles Lavigne, la costruzione del ponte iniziò nel 1988 e durò 7 anni.
Il ponte è stato inaugurato il 20 gennaio 1995 e ha stabilito un record mondiale al momento del suo completamento. Quando fu aperto al pubblico, era infatti il ponte strallato più lungo del mondo e aveva anche una distanza record tra i piloni per un ponte strallato.
Era più di 250 metri più lungo tra i pilastri rispetto al record precedente. Il Ponte di Normandia rimane il ponte con la campata più lunga in Francia.
Il borgo di Etretat
In serata eccoci giunti nel borgo di Etretat famosa non tanto per cattedrale Notre-Dame de la Garde (che visiteremo), non tanto per il Monumento al pilota Francois Coli (che fece la prima traversata in aereo per l’America), non tanto per casa di Lupin” e tanto altro, ma per le “falesie”.
Le falesie si trovano sulla punta estrema della Normandia, nella costa cosidetta dell’Alabastro.
Forse proprio questa pietra ha formato le “falesie” e il vento, che domina sempre su questa costa, ne ha modellato le forme scolpendo l’icona dell’elefante o di Aval , la più fotografata (La falesia dell’elefante), oppure le Guglie di una chiesa (“Dente de l’”Auguille”), oppure la Roc a forma di “spuntone“, oppure le porte di la Manne con il buco (“Falesia del Pertuiset”)…Comunque cercheremo di visitarle “quasi” Tutte! Ci proveremo! Seguiteci…
Non potevamo andare in Francia e rimanere nell’area della Loira senza aver fatto tappa ai Castelli, i famosi Chateaux. Abbiamo visitato lo Chateaux de Blois, ovvero il Castello dei reali di Francia. Poi tappa a Honfleur, Borgo all’insenatura della Senna, dove si mangia un pesce super!
Lo splendore del Chateaux de Blois
Lo Chateaux de Blois, uno dei Castelli porta di ingresso ai Castelli della valle della Lorira, una vera cittadella “castrum” costruita/o su uno sperone roccioso che domina la Loira è tra i più blasonati della Francia.
Inoltre, purtroppo non abbiamo avuto il tempo di visitarle, contiene due chiese Gotiche dedicate a Saint Nicholas e la Catedral di Saint Blois…(Mai dire mai!…)
Perché?
10 regine e 7 re di Francia
Perché qui hanno vissuto ed alcuni regnato, i re della Francia…a partire da Francesco I…Ricordo che è l’unico castello ad aver ospitato non meno di 10 regine e 7 re di Francia.
Ma anche perché, questo è il secondo motivo, qui ci sono stati/passati i Re anche la dinastia dei Borboni. Ricordo, che da buon campano quale sono io, i Borboni hanno dominato il regno delle due Sicilie per secoli, dando splendore all’allora capitale Napoli. Non posso non citare Ferdinando di Borbone, che prima della dominazione dei subentrati Francesi, diede per circa 400 anni splendore a Napoili ed al Sud, facendola diventare capitale della cultura, ovvero accolse a corte musicisti, artisti, maestri nell’arte della bellezza.
Stati generali e Enrico III
E poi perché in questa “castrum” ci sono diversi stili architettonici, pittorici, a partire da carlo VII gia nel 1000 circa…Infatti abbiamo visitato le diverse ale:
Il Salone degli Stati Generali
Già nel IX secolo, i conti di Blois fanno costruire una fortezza che sarà poi spesso modificata nel corso dei secoli successivi. Di questo periodo originario, sono conservate le vestigia dei bastioni, la cosiddetta “Torre di Foix” e il Salone degli Stati Generali.
Questo salone è la più antica sala signorile di Francia. È caratterizzato da un’ampia sala divisa in due navate da una serie di colonne. Deve il suo nome al re Enrico III, che vi convocò in due occasioni, nel 1576 e nel 1588, gli Stati Generali di Francia, per cercare di contenere le guerre di religione che devastavano all’epoca il suo regno.
L’ala Francesco I
Sin dal suo avvento al potere, nel 1515, il re Francesco I intraprese la riqualificazione dell’ala nord del castello, che si affacciava sui giardini, per i quali è attestata la partecipazione del paesaggista italiano Pacello da Mercogliano. Quattro campagne di lavori furono portate avanti fino al 1524, data della morte della moglie Claudia di Francia (figlia di Luigi XII e Anna di Bretagna).
L’architettura rinascimentale comprende evidenti influenze italiane, con la scalinata a chiocciola ornata di pilastri o la presenza di salamandre (l’emblema del re) e altri motivi antichi sul lato cortile. Ma anche le celebri logge che ornano oggi la facciata sul lato città, ispirate a quelle realizzate in Vaticano, a Roma, dall’architetto Bramante.
Fu al primo piano di questo edificio che la regina Caterina dei Medici visse nella seconda metà del Cinquecento. I suoi figli occuparono successivamente il secondo piano: Francesco II, Carlo IX ed Enrico III.
L’ala Luigi XII
Nel 1498, Luigi, conte di Blois e duca d’Orléans, diventa re di Francia con il nome di Luigi XII. Decide allora di effettuare importanti lavori di restauro e di miglioramento del castello e dei giardini, al fine di trasferire la corte di Francia a Blois.
L’ala Luigi XII è caratteristica del Rinascimento francese, con le sue facciate decorate con un’alternanza di pietre e mattoni, gli ornamenti di finestre e abbaini e la statua equestre del re posta in una nicchia sopra la porta principale.
Nel cortile, la cappella Saint-Calais, che sarà completata dal suo successore, il re Francesco I, è anch’essa molto rappresentativa di quel periodo storico.
L’ala Gaston d’Orléans
Nel XVII secolo, la regina Maria dei Medici e il figlio Gaston d’Orléans si rifugiano in questo luogo. Con l’aiuto dell’architetto Mansart, la regina dà allora inizio alla ricostruzione del castello, nel 1635. I suoi progetti si concluderanno tre anni dopo, con la nascita dell’erede al trono di Francia, suo nipote, il futuro Luigi XIV.
L’ala Gaston d’Orléans è un perfetto esempio dell’architettura classica che si stava diffondendo all’epoca, con la grande cupola che corona la scalinata d’onore, il frontone con gli stemmi di Francia e le sue finestre ritmiche e simmetriche. Nello stesso periodo, fa anche realizzare un giardino botanico eccezionale per la diversità delle sue piante: quasi 2 300 specie diverse! Alla morte di Gaston d’Orléans, nel 1660, il castello di Blois sprofonda nell’oblio e i suoi giardini sono abbandonati.
Honfleur
Tappa extra a Honfleur della quale ne avevamo sentito parlare da amici “legnanesi”. Fermarsi ad Honfleur è anche camminare nelle strette stradine alla scoperta dei monumenti, dei musei, dei mercati tradizionali; è salire su un battello per una gita nell’estuario ed assistere ad un concerto, visitare una mostra o semplicemente sdraiarsi sulla spiaggia e sognare.
Noi non siamo riusciti a fare tutto questo, ma…, abbiamo visitato le “cose” che fanno bellezza.
Ad esempio, l’eccezionale borgo vecchio ovvero il Vieux-Bassin, il cuore della cittadina con le facciate alte e strette delle case antiche che lo circondano.
Dappertutto ci sono “localini” che ti invogliono ad entrare…
Ieri sera a “volo” siamo stati da “Le Bistrot du Port”, dove il pesce è super…ma ci voglio/vogliamo ritornare. Oggi invece “briosciona” ovvero “macro croissant con caffe sul porto e poi pranzo a “Le Trinquette” sempre al porto vecchio. e poi Tour culturale…
Honfleur di giorno
Ecco cosa siamo riusciti a visitare questa mattina (18 agosto 2023):
La chiesa di Sainte Catherine, completamente in legno, è anch’essa un emblema di Honfleur. e poi La cappella Notre-Dame-de-Grâce ricorda i primi esploratori che hanno dato il via alla colonizzazione della Nouvelle-France. Sul plateau de Grâce si trova uno dei più antichi santuari della regione circondato da alberi secolari. E poi Saint Leonard, un esempio di gotico. (vedi gallery). Interessante il giro in città: siamo stati sommersi da tanta bellezza con fiori ovunque, dalla bontà con il pesce fresco a prezzi interessanti, le “macro” croissants , infine gli odori del pane e dei dolci s’insinuavano per tutte le stradine!
Il Ponte di Normandia: È uno dei ponti più grandi del mondo. Da Honfleur, attraversate il Ponte di Normandia e approfittate dell’occasione per visitare Le Havre, il cui centro città è iscritto nella lista dell’Unesco. Non lontano da Le Havre, le famose falesie di Etretat. (ci fermeremo domani!)
Prima di visitare Orleans, la città regina della Valle della Loira e la città di Giovanna d’Arco, ho fatto una tappa a Olivet. Si tratta di un piccolo borgo molto carino dove sono stato accolto da una bella famiglia proprietari del campeggio “Olivet Camping“. Il campeggio è strategico per visitare Orleans, ed è situato in un’oasi verde con il fiume Loiret che scorre all’interno rendendo la posizione ottima. Chiaramente l’obiettivo è la visita a Orleans: una bomboniera dove riecheggia Giovanna d’Arco.
Nella nostra visita “veloce” di una giornata, abbiamo visitato la CattedraleCroix in stile, ovviamente, prima romanica e poi nel 1300 gotica, la casa nativa di Giovanna d’Arco e la città vecchia, senza non aver fatto una passeggiata sulla Loira (il fiume lungo ben 1100 mt , il più lungo della Francia), gustando un gelato super…
La cattedrale a Croix de Orleans
La cattedrale è caratterizzata da ben Cinque Navate, lo sapevi?
Un’altra curiosità: all’interno della Cattedrale ci sono i drappi delle famiglie che hanno aiutato-appoggiato Giovanna D’Arco a sconfiggere gli Inglesi durante la guerra dei cento anni ( ne ho visto almeno dieci). Quello di Giovanna d’Arco è lo stendardo-drappo “Re del Cielo” con i colori giallo ed rosso che inglobano il papato ed il potere (lei ebbe la nomina da Carlo VII a Chinon).
La Casa natale di Giovanna D’Arco
E poi la visita alla casa dev’è nata Giovanna D’Arco famosa perchè grazie a Lei, i Francesi, appunto in questa città, “schiacciarono” gli inglesi nella famosa battaglia dei Cent Ans a Orléans.
All’interno della casa, purtroppo non visitabile, un video nell’area multimediale ha raccontato le imprese della “pulzella” di Orleans (come viene soprannominata).
Perchè è riconosciuta eroe? è stata ed è un modello per i francesi e non solo. Grazie a Lei i francesi sconfissero gli inglesi e da li in poi gli inglesi “ridimensionarono” le loro mire sull’Europa.
Infine, la battaglia fu una vittoria determinante per l’esito finale della Guerra dei cent’anni e questo sentiment si percepisce in città, tributando alla “condottiera” tanti ristoranti, strade in onore di questa “eroina” che , alla sua morte, venne venerata anche dalla Chiesa Cattolica….
Un’ultima curiosità: alla pulzella i francesi oltre a deputare tante commemorazioni, hanno scolpito pietre d’inciampo ad ogni angolo delle strade di Orleans e vi assicuro che non puoi non fare un pensiero a questa eroina…
Comunque Orleans è stata una piacevole e bella sorpresa.
A tutto Food…
A fine giro una tappa nei locali della città “vecchia” dove padroneggia l’Anatra”, le “terrine” patè di fegato di vitello, accompagnato da buon vino di Orleans ( non è a livello del Bordeaux o dei vini della Borgogna, ma si gusta che è un plasir…).
Comunque per chi non vuole immergersi nella tradizione, si puo’ ricorrere sempre ad un Hamburger di pollo oppure chips and fish…(abbiamo avuto il piacere di assaggiare il tutto chez “Au Buillon” in Place de Chatelet… consiglio (buon rapporto qualità-prezzo).
Olivet borgo strategico per visitare Orleans
Prima di visitare Orleans, ho fatto una tappa a Olivet, un borgo molto carino dove sono stato accolto da una bella famiglia proprietari del campeggio “Olivet Camping” del circuito Night&Day . In questa oasi di verde e acqua mi/ci siamo “rinfrescati” (passa il fiume Loiret) dopo la “calura” di Auxerre ed è stato salutare sia per me/noi, sia per Aramis…
Ma torniamo a Orleans, la città regina della Valle della Loira e la citta di Giovanna d’Arc, una bomboniera (pulita, curata e signorile), snodo per la visita dei tantissimi castelli della Loira (qui vicino ne ho visti a “volo” tanti senza fermarmi come quello di Chauteau de Maintentenon, Chateau Royale de Blois son et Lumiere, chateau Chenonceau…
Ma ne segnalo uno in particolare non incluso nel nostro percorso: il Castello di Close Lucè con il Parco Leonardo da Vinci ad Amboise dove è stato creato un Museo “Immersivo” su tutte le opere pittoriche di Leonardo e i progetti tra i quali spiccano “le chiuse” per superare li dislivelli che anche qui, come sui navigli milanesi, erano un problema!
Oggi, dopo iltrasferimento da Lione, ho visitato con il fido Aramis, Auxerre. Un città medievale di circa 30 mila abitanti adagiata sul fiume Yonne, che ha fatto della bellezza la sua attrazione. Sapevi che in meno di 500 metri ci sono quattro chiese monumento nazionale Francese? E poi l’orologio…fino ai vigneti. Ecco cinque cosa da non perdere!
Abbazia San Germano e Cattedrale
La grande cattedrale gotica con la sua imponente facciata e la sua torre in stile fiammeggiante e l’antica abbazia Saint-Germain, romanica e gotica, famosa per la sua cripta ricoperta di affreschi d’epoca carolingia (IX secolo), tra i più antichi conservati in Europa. San Germano fu sepolto qui sebbene fosse vissuto per tanti anni a Ravenna. L’abbazia era ed è meta di tanti pellegrini al punto che tanti bar, alberghi e ristoranti si riferiscono al pellegrinaggio.
Stamani , eravamo in tanti a visitare queste due eccellenze ad Auxerre, perché alle prime ore del mattino aveva piovuto e qualcuno ha preferito rinunciare alle passeggiate lungo lo Yonne per farsi un giro “culturale”.
San Eusebio e San Pierre
Poi il giro per le chiese ha previsto altre due tappe: la Eglise de St Eusebio e l’ultima, la chiesa di San Pierre.
Entrambe gotiche, caratterizzate dal campanile a forma quadrata, svettano per le loro caratteristiche. St Etienne per il mosaici dei “rosoni”, San Pierre per l’architettura minimale.
Lo sapevate che i mosaici, se visti in modo approfondito, narrano storie importanti? A sant’Eusebio si racconta la storia di Cristo, la resurrezione: una sintesi di Via Crucis fatta dalle mani abili degli artisti Yonnesi. Mentre a San Pierre fa bella mostra l’abside irregolare: una architettura innovativi per quei secoli…
Le vie del Centro storico
Poi un passaggio per le viuzze strette del borgo dove si respira aria “Alsaziana” frutto della domuniazione e influenze carolingie. Tanti negozi tipici aperti sebbene l’imminenza del ferragosto. Nelle vetrine la fanno da padrona giochi di legno, gargoilles con chiaro riferimento alle chiese disseminate qui al borgo e poi specialità di vino tra le quali il Bougogne (siamo vicini a Chalis i distretto vinicolo tra i piu’ importanti della Francia)
e poi la piazza dedicata all’Orologio.
La cultura del vino…
Ora però passiamo a qualcosa di piu’ “intrigante”: la viticoltura che è valsa a Auxerre, ma tutta la zona del Bourgogne, il riconoscimento di Patrimonio Unesco…Abbiamo fatto un giro uscendo dalla città e assicuro che l’occhio non è stato deluso, compreso il palato. Oltre ad essere rimasti affascinati dai monumenti, la posizione a pochi chilometri dai vigneti di Chablis, uno dei più antichi vigneti francesi, la rende anche una destinazione enoturistica da visitare in un fine settimana.
Uno dei miei chiodi fissi sono valorizzare le città, segnalare monumenti legati al riconoscimento del Patrimonio Unesco. E Lione era da non perdere perché contiene diversi periodi storici, riconosciuti a livello mondiale da questa prestigiosa istituzione. Visitandola in due giorni si ha una visione globale, anche se superficiale… Ecco cosa son riuscito a visitare nel mio viaggio in camper a Lione!
Lione città Patrimonio Unesco
Dopo i patrimoni Unesco del Nord Italia, (narrazione delSacroMonte di Varese, del Sacromonte di San Francesco ad Orta, del Sacromonte di Oropa, il mio viaggio in Francia non poteva non tener conto di questo prestigioso riconoscimento. Ecco allora, sulla via di Etretat, una deviazione con tappa nella città del Dio Lugus “fortezza del dio Lugus” cosi veniva chiamata ai tempi dei Romani, è d’obbligo. Lo sapevate? Sebbene in città ci sono molti simboli con l’effigie del temuto felino. Nel mio giro ne ho incontrati tanti ed anche il nome di alcuni locali è legato al leone.
Città vecchia
La prima tappa , è la città vecchia, un gioiello che le è valso il famoso riconoscimento. La prima tappa è stata la cattedrale di San Giovanni Battista, Saint Jean, dove l’occhio attento sbircia subito il monumento dedicato al profeta-asceta di Cristo nella piazza antistante. La cattedrale romanica costruita tra il 1100 e 1480 in stile gotico, appare scarna, ma osservandola in profondità si notano particolari interessanti. La prima: la presenza di rosoni con la vita dell’asceta Giovanni. Poi in pompa magna l’orologio Astronomico che suscita interesse per la sua fattezza e visione. Infine, gli organi a fare da attrazione inseriti in epoche successive , fino al Rinascimento. Lo sapevi che Lione si è sviluppata grazie ai ricchi commercianti fiorentini che commerciavano in seta? (Lione era la città che possedeva , già nel medioevo quattro fiere all’anno del settore!)
Ritornando alla mia esperienza, ho girato la città dividendomi per zone.
Lungo il percorso per raggiungere un’altra eccellenza lionnese, ovvero la Basilique Notre-Dame de Fourvière, ci siamo imbattuti nella “graziosa” funicolare per raggiungere la basilica adagiata sulla collina. La basilica è in stile neogotica e neoromantica costruita a fine secolo scorso che “stupisce” per i suoi mosaici. La chiesa-santuario è dedicata a Maria e sulla sommità ha una statua in ricordo che svetta sulla collina ed è diventato, tutto il Santuario, simbolo della “ville”. Adiacente ai giardini un ristorante “fresco” gestito da “ragazzi”: ci ha catturato per la “merenda” pomeridiana a base di dolci con Mirtilli e pesche…
Girovagando tra i borghi della città vecchia di possono apprezzare “i Bouchon”, ovvero delle trattorie dove si possono assaggiare le bontà tradizionali della cucina lionnese: una cucina “semplice” , e “quotata” (in tutti i sensi…ovvero che sono alquanti cari!) . Noi non siamo stati molto fortunati perchè sia da Daniele e Denise, molto conosciuti nella zona, che da altri famosi “trattorie-bouchon”, bisognava prenotare con tanto anticipo e ci siamo accontentati del “Les Lionnais“) (vi segnaliamo anche Cafe Comptor Abel o il Caffe du Peintre…ma ci vorrebbero giorni solo per fare questi Tour!)
La città “nuova”
E poi a piedi si ritorna “giu’” attraverso la città vecchia e poi nella parte commerciale attraversando il ponte Bonaparte, sul fiume Soana, che in un baleno ci ha catapultato nelle piazze dei Giacobini, le Terraux, piazza della Repubblica con lo sfondo dell’Opera (stupenda struttura di uno dei teatri più rinomati della Francia), con i negozi di moda “internazionali” a far da vetrina…(sinceramente troppo costosi e poi ne abbiamo anche a Milano nel “quadrilatero della Moda!”).
Piu’ sobria, invece, la parte a destra del fiume Soana(Arval) ovvero la parte attraversata dal Rodano , uno dei fiumi più lunghi ed importante della Francia che “sbuca” in Camargue (abbiamo avuto il piacere di fare diversi tour qualche anno fa con Federico, Rebecca ed allora i miei vecchi amici a 4zampe: in ordine Max, Mila, Lilli e l’attuale Aramis (il ns capo!).
Mi sto dilungando troppo…e allora mi fermo qui…
Il consiglio: Lione merita e Vi aspetta!
Santuario Notre Dame de Fourvière
La cattedrale de Lion San Giovanni Battista Saint jean