La darsena di Milano: il mare in città

La darsena di Milano: il mare in città

Da centro della vita commerciale della Milano storica ad area semi abbandonata fino a diventare il nuovo centro della “Milano da bere”. Grazie ai lavori di riqualificazione portati dall’Expo nel 2015, che ho vissuto direttamente avendo seguito l’evento in modo “Total” (per sei mesi ho seguito l’evento dal punto di vista editoriale e Turistico), la darsena di Milano , con i Navigli è tornata protagonista in città, tanto per i turisti che per i milanesi! Consigli per i locali della Movida

La Darsena

Il quartiere della “Darsena” è il simbolo della movida milanese, e quindi della vita notturna del capoluogo lombardo. I cittadini milanesi, ma anche tanti turisti, infatti, amano passeggiare lungo i Navigli, e la Darsena, a partire dall’ora dell’aperitivo sino a tarda notte.

La zona dei Navigli dista solo 15 minuti a piedi dal Duomo di Milano e ci si può arrivare in metropolitana scendendo alla fermata “Porta Genova” lungo la linea verde M2. L’area dei locali si sviluppa a partire dalla Darsena lungo l’Alzaia e la Ripa del Naviglio Grande fino all’incrocio con via Valenza. Dal lato del Naviglio Pavese arriva invece fino all’incrocio con via Carlo Darwin.

La costruzione della Darsena: un po’ di storia

La Darsena fu fortemente voluta e realizzata dal governatore Pedro Enriquez de Acevedo conte di Fuentes.

La darsena fu fondamentale per lo sviluppo della città poiché permetteva ai vari canali di confluire e percorrere le vie dell’acqua di Milano ma anche di collegare la città alle regioni del nord Europa, a Venezia e all’Adriatico. Inoltre essa permise di rafforzare l’import-export con l’hinterland milanese che grazie ai Navigli iniziava a formarsi creando centri urbani sempre più ricchi.

A sua volta, per la darsena fu fondamentale il fiume Olona, che bagna il territorio dell’Altomilanese, che vi confluiva fin dal 1603 per mantenere costante il suo livello idrico.

Gli antichi romani furono i primi a deviare il corso dell’Olona, sia per aumentare la portata della Vettabbia che per avere un corso d’acqua che costeggiasse la via Severiana Augusta, l’antica strada romana che univa Milano al Lago Maggiore (al tempo “Lago Verbano o Verbannus Lacus).

Come immaginabile, questa via idrica era utilizzata per gli scambi commerciali perché permetteva di trasportare molte più merci con minori tempi e sforzi rispetto al trasporto via terra. Vedi anche via per il trasporto del marmo dalla Cave di Candoglia)

I Navigli: Grande, Martesana e Pavese

Esistono tre navigli, ognuno con un nome ed una storia differente: il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese e il Naviglio Martesana. Ad avere il primato di essere il più antico tra i tre è il Naviglio Grande, di cui si ebbe la prima testimonianza scritta nel 1209, anche se i lavori è molto probabile che risalgano a molti anni prima ovvero al 1177.

Durante i lavori di riqualifica della darsena per Milan Expo 2015, sono stati rinvenuti i resti del ponte medievale che attraversava il Cavo Ticinello, con la darsena. In realtà Milano all’epoca aveva altre due darsene, quella del laghetto di San Marco e quella del laghetto di Santo Stefano, realizzate per consentire il traffico fluviale da e per gli altri navigli già esistenti. Il Navigio Grande è stato utilizzato per “trasportare” il Marmo che dalla Cave di Candoglia arrivava a Milano per la costruzione del Duomo!

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I nostri consigli: Scoprili subito!

Movida

Locale alla moda con ottimi cocktail e vini serviti da personale gentile e competente. Insieme alla qualità del buffet ne fanno sicuramente un “must” Indirizzo: Via Ascanio Sforza, 41 – 20136 Milano
Info: Sito Internet

Manhattan Navigli

Locale carino e suggestivo con personale molto gentile e simpatico. Molto frequentato in orario dell’aperitivo, offre un buffet particolarmente abbondante e ricco di scelta.
Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 13 – 20143 Milano
Info: Pagina Facebook

La Prosciutteria

L’aperitivo preferito dagli amanti di formaggi, prosciutti esalami. L’ambiente è assolutamente informale e accogliente sotto tutti i punti di vista.
Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 53 – 20143 Milano
Info: Sito Internet

Cape Town

Storico cocktail bar con vista Darsena che propone ottimi cocktail di qualità con un servizio semplice e accogliente. Buona musica e serate di gruppo Indirizzo: Via Vigevano, 3 – 20144 Milano
Info: Sito Internet

Spritz Navigli Milano

Come si può capire dal nome lo Spritz è la specialità della casa, ma la scelta dei cocktail è comunque variegata. Sfiziosità…
Indirizzo: Via Angelo Fumagalli, 1 – 20143 Milano
Info: Sito Internet

Vista Darsena

Questo locale offre una vista molto suggestiva e si fa notare proprio grazie alla bellezza della location. Si preparano anche cocktail analcolici.
Indirizzo: Viale Gabriele D’Annunzio, 20 – 20123 Milano
Info: Sito Internet

Sacro Monte di Varese: tra sacro, arte e…natura

Sacro Monte di Varese: tra sacro, arte e…natura

Ho visitato il Sacro Monte di Varese più volte ed ogni volta sono attratto da un’aspetto. Oggi mi soffermo sugli artisti e sul borgo di Santa Maria del Monte. Te lo racconto…

Patrimonio Unesco dal 2003

Mi ha sempre interessato per questo riconoscimento ma anche per la spiritualità che si respira. E poi ho anche un’attenzione particolare verso i Sacromonti patrimonio Unesco (per essere riconosciuto c’è un iter ed una selezione molto ma molto impegnativo. Dopo San Francesco di Orta, Sacro Calvario di Domodossola che ho visitato, ora la mia attenzione è qui!).
Se consideriamo che è situato a circa un’ora dalle principali città, Milano oppure Como, diventa veramente accessibile e raggiungibile. L’ultima volta l’ho visitato in moto, partendo da Legnano, per “sfuggire” alla “calura della città. Chiaramente un salto al Borgo di Santa Maria è d’obbligo!

In moto, ma vale anche per l’auto (o eventualmente in Funiculare)  si puo’ percorrere dal basso verso l’alto partendo dalla prima Cappella  oppure viceversa dal Piazzale Pogliaghi, posto alle spalle del Santuario, in cima. Le quattordici le cappelle che ti accompagneranno durante la salita sono tutte dedicate ai misteri del Rosario e sono delle opere artistiche eccezionali

Le cappelle sono progettate dal valente architetto varesino Giuseppe Bernascone secondo modelli autonomi che conferiscono unicità a ogni cappella, in studiato rapporto con la natura intorno, sono animate da gruppi scultorei in terracotta policroma, realizzati da Francesco Silva, cui sono attribuite le sculture di ben dieci cappelle, Dionigi Bussola, Cristoforo e Marco Antonio Prestinari, Martino Retti, Carlo Antonio Buono.

Gli affreschi, che hanno la funzione di ambientare le scene, ora descrivendo un ampio paesaggio o l’interno di un tempio, rappresentando diversi momenti narrativi.

Superata l’ultima cappella, ti trovi dinnanzi alla salita che porta al Santuario e al borgo di Santa Maria del Monte.

Qui sarai accolto da un’enorme statua di Mosè e salendo la scalinata entrerai nel Santuario, dopo aver fatto tappa alla terrazza panoramica: non è molto grande ma ricco di affreschi da ammirare. Non perderti la cripta adiacente, restaurata e aperta al pubblico. Qui potrai ammirare i resti della chiesa altomedioevale ornata da stupendi affreschi trecenteschi.

Non pensare che sia tutto qui. Nel borgo di Santa Maria del Monte ci sono due bei musei che meritano senza dubbio una visita.  Il Museo Baroffio si trova a fianco dell’ingresso del Santuario e ospita sculture romaniche, codici miniati e dipinti donati al Santuario dal barone Giuseppe Baroffio.

Qui ti invito a fare una Tappa: merita!

Parlando del Sacro Monte non ci si può dimenticare dello scenario naturalistico nel quale è immerso. Collocato su una collina alle spalle di Varese, nelle belle giornate potrai ammirare da qui buona parte della Pianura Padana e le montagne lombarde fino a quelle della bergamasca e della Valtellina.

Dove si trova il Sacro Monte

Circa a 5 km dal centro di Varese (m. 383 slm). Il percorso pedonale del Sacro Monte (lungo circa 2000 metri) va dalla località Prima Cappella (m. 550 slm) a S.Maria del Monte (m.820 slm)

In auto

Milano: autostrada A8 “Milano-laghi” uscita Varese centro, Gazzada o Azzate.
Novara: autostrada A26 sino a Gallarate poi autostrada A8 uscita Varese centro, Gazzada o Azzate
Como: SS342
Indirizzi da inserire sul navigatore: Varese, Piazzale Pogliaghi (parte alta di Sacro Monte), oppure Varese via prima Cappella (inizio viale delle Cappelle)

Milano Nascosta: “il segreto” di San Satiro

Milano Nascosta: “il segreto” di San Satiro

Lo sapevi che a Milano esiste un segreto “prospettico” realizzato dall’architetto e pittore Donato Bramante? L’opera è stata ideata dal noto artista rinascimentale e che ha realizzato tante opere sul nostro territorio.

enzo san satiro

In via Torino a Milano, a due passi dal Duomo all’interno della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, esiste un’opera “ultramoderna”, se ci riferiamo al 1500,  realizzata da Donato Bramante:  l’Abside Prospettico.

E’ in realtà un’illusione ottica, una prospettiva illusoria perché l’abside non esiste. Questo inganno è opera di Donato Bramante, uno dei più grandi architetti italiani, che ha fatto fronte allo spazio ridotto della chiesa per creare la finta abside che misura 97 centimetri invece di 9 metri e 70 previsti in quello che era il progetto originale. Quello che nacque come un impedimento alla diocesi che non aveva i permessi per costruire una chiesa di più ampie dimensioni si è evoluto poi in un risultato inaspettato, vero e proprio capolavoro artistico.

Il Bramante, sfidando le limitazioni, ha infatti creato l’illusione perfetta e la finta fuga prospettica di San Satiro è considerata l’antesignana di tutti gli esempi di trompe l’oeil che vennero successivamente: nella sua perfezione l’opera evidenzia anche l’influenza delle ricerche di Piero della Francesca e Donatello nel campo della rappresentazione illusionistica. Se si pensa che in origine tutto l’edificio era decorato in bianco, azzurro ed oro, ci si rende conto che l’impressione ottica, all’epoca, era davvero ricchissima.

Le altre opere a Milano di Donato Bramante, della scuola milanese

  • Presbiterio. Chiesa di Santa Maria presso San Satiro.
  • Battistero. Chiesa di Santa Maria presso San Satiro.
  • Tiburio. Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
  • Chiostro. Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
  • Cristo alla colonna che risiede presso l’Accademia di Brera.

E poi tante opere sul territorio della provincia milanese come la realizzazione della pianta della Basilica di San Magno a Legnano (attribuita) oppure la stessa al santuario di Saronno.

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Note su Donato Bramate (architetto e pittore)

Donato Bramante fu architetto e pittore italiano fra i maggiori del periodo Rinascimentale famoso, fra l’altro, perché gli fu affidata da Papa Giulio II la progettazione della Basilica San Pietro a Roma.

Nacque ad Urbino dove, con molta probabilità, si formò venendo a contatto con grandi artisti dell’epoca come Piero della Francesca, Melozzo da Forlì, il Perugino ed il Pinturicchio.

Su Bramante le fonti storiche sono piuttosto scarse e controverse come controverse sono le opinioni sulla attribuzione della paternità dell’artista di molte opere.

Più concordi, invece, le opinioni secondo le quali l’opera ed il genio di Bramante influenzarono buona parte della produzione artistica ed architettonica in Italia e a Milano.

Fu, insieme a Leonardo da Vinci, suo contemporaneo, un grande innovatore, stimato architetto e punto di riferimento in un periodo di grande ascesa e fermento culturale ed artistico.

Bramante giunse a Milano nel 1476 (secondo il Geymüller) o il 1480 (secondo il Malaguzzi-Valeri) per trovare fortuna e dove, presto, venne accolto nella corte di Ludovico il Moro per cui svolse diversi lavori.

Chiesa di Santa Maria in San Satiro

La Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, che ingloba il sacello di San Satiro di epoca medievale,  costituisce una delle attrazioni  milanesi tutta da scoprire. Oltre all’Abside prospettica del Bramante, contiene la facciata in stile neorinascimentale, con la sezione centrale suddivisa in due fasce orizzontali sovrapposte da un cornicione a loro volta separate in tre settori da lesene corinzie, il rosone, le due nicchie, la torre campanaria del IX secolo in stile romanico o la cupola con rosoni circolari ciechi a destare particolare stupore.

Bisogna varcare la soglia per poter ammirare, dietro l’altare, il grande spazio formato da un’abside regolare e ben completata da colonne e decorazioni: procedendo infatti verso l’altare, quasi a toccare con mano, ci si accorge che non si può passare, poiché c’è poco meno di un metro di spazio.

laterale destro san satiro

Una giornata al Lago di Ghirla

Una giornata al Lago di Ghirla

Per “rinfrescarsi” e non volere allontanarsi troppo dalla città, il Lago di Ghirla puo’ essere un’idea. Ho avuto il piacere di visitarlo domenica… con cane al seguito. Vi racconto la mia esperienza.

Come raggiungerlo

Da Milano, o da Legnano, la mia città, si raggiunge comodamente e facilmente in 40 min (ben segnalata dal navigatore) la Valganna, dove appunto si trova il lago e non solo. (badia di Ganna, Chiesetta di San Gemonio, Il Maglio).

Il percorso/gita si riesce a fare (in modo “superficiale”) anche in un pomeriggio, partendo dalla Chiesetta di San Gemolo, che si trova sulla strada prima di giungere nel paese di Ganna.
La chiesetta è dedicata a San Gemolo che visse intorno al mille d.c. Gemolo era un giovane diacono in pellegrinaggio verso Roma che agli inizi del XI secolo venne decapitato ad opera di una banda di briganti. Secondo la leggenda Gemolo dopo essere stato ucciso raccolse la sua testa e cavalcò fino al luogo dove oggi c’è l’abbazia benedettina. (Badia di Ghirla).

Le spoglie del Santo oggi sono conservate e visibili sotto l’altare maggiore della Badia (si vede proprio lo scheletro ricostruito).

Una nota storica

La badia di Ganna è un monastero Benedettino attivo dal 1095 circa fino al 1556. La Chiesa Monasteriale, in stile lombardo è databile al 1100-1125, il campanile romanico è stato edificato tra il 1150 e il 1175. Il Chiostro interno, a due piani, è a forma pentagonale e realizzato in stile romanico-longobardo con un rifacimento successivo in stile seicentesco. Il museo della Badia contiene opere pittoriche e scultoree, oggetti sacri e una raccolta di reperti archeologici (ad oggi chiuso per restauro).  

Nel punto esatto dove avvenne il martirio, i monaci costruirono a ricordo del fatto, attorno al XIV secolo, una piccola cappella, restaurata nel 1600, ben visibile (grazie ad un cartello) percorrendo la provinciale prima di arrivare alla Badia dal lato del lago di Ganna.

Di fronte alla cappella si trova la fonte sgorgata al momento della costruzione delle cappella e a pochi metri di distanza, entrando verso il bosco potrete scoprire la “Fontana dei sassi rossi”, altra fonte così chiamata perché le pietre che contiene sono macchiate di un colore rosso vivo. La leggenda vuole che i sassi siano stati macchiati dal sangue di Gemolo, decapitato lì accanto … Questa piccola area (con tavoli di legno e pannelli didattici) vale una sosta magari prima di raggiungere l’abbazia o al ritorno.

Potete pensare anche di partire direttamente dalla Cappella di San Gemolo e a piedi continuare fino al Maglio di Ghirla, in questo caso il percorso è più lungo (circa 1.5 km in più) quindi la fattibilità dello stesso dipende dalla propensione dei bambini a camminare.

Le origini

Il Lago di Ghirla ha origine glaciale e la sua alimentazione deriva esclusivamente dal torrente Margorabbia proveniente dal lago di Ganna. Ricco di fauna ittica è caratterizzato da acque limpide . La sua unicità risulta data dalle sponde boschive e dai colori particolari che si specchiano nell’acqua del lago creando dei panorami fantastici.

LAGO DI GHIRLA

Note

Ristoranti: La trattoria del Lago, Bar/campeggio Tre Laghi, Tre Risotti, Laghetto
Pista ciclabile Suggerimento: Dalla Badia si puo’ raggiungere la pista Ciclopedonale fino al Maglio di Ghirla

Il Rugby Sound Festival compie 23 anni

Il Rugby Sound Festival compie 23 anni

Lo sapevi che il Rugby Sound Festival di Legnano, compie 23 anni? E’ il festival civic-local piu’ importante del nostro territorio.

Io lo seguo da 21 anni, da quando è partito a Parabiago, dove risiede la longeva squadra del Parabiago Rugby 1948, prima allo stadio Libero ferrario, poi al Marazzini- Venegoni e poi all’Isola del castello di Legnano. Dal festival son passati tanti artisti che grazie allo stesso da emergenti si sono affermati: da Salmo, a Sfera e Basta, per passare o dal legnanese Andrea che è diventato “Shiva”.

Anche quest’anno non potevo mancare ed ho seguito le prime tre serate.

Dopo la sosta di rito allo Street Food District e la coda alle casse per l’immancabile birretta, per la fiumana di gente che non ha voluto mancare alla prima del Rugby Sound Festival 2023 la serata con l’ingresso sul palco dei Planet Funk: un ritorno a Legnano, quello di una delle band italiane più blasonate ed amate nel mondo, che non poteva che essere trionfale. Ventitre anni di successi planetari condensati in un’ora e mezza di pura adrenalina, con il pubblico che non ha mollato la posizione conquistata nel prato neanche durante un violento acquazzone, ospite indesiderato ma previsto anche per questa edizione del Festival organizzato da Shining Production.

Io lo seguo da 21 anni, da quando è partito a Parabiago, dove risiede la longeva squadra del Parabiago Rugby 1948, prima allo stadio Libero ferrario, poi al Marazzini- Venegoni e poi all’Isola del castello di Legnano. Dal festival son passati tanti artisti che grazie allo stesso da emergenti si sono affermati: da Salmo, a Sfera e Basta, per passare o dal legnanese Andrea che è diventato “Shiva”.

Anche quest’anno non potevo mancare ed ho seguito le prime tre serate.

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