Perchè “I viaggi di Enzo”?

Perchè “I viaggi di Enzo”?

La passione per il viaggio, per il turismo, l’amore per il territorio sono stati i miei compagni di vita (viaggio). Ecco perchè nasce il blog I viaggi di Enzo.


Nelle mie esperienze lavorative ho prediletto la passione per il territorio nelle sue diverse declinazioni dove raccontare cio’ che vivevo per avvicinarmi anche agli altri. Nel “mestiere” di Docente, prima, di consulente dopo, di giornalista e direttore della testata Sempione News ho inserito la bellezza, l’ambiente, le eccellenze del territorio trasferendole in opportunità.

Questa è l’idea del viaggio e il progetto “I Viaggi di Enzo” rappresentano l’applicazione di tutto cio’ e di tutta una vita.

Il viaggio è la metafora della libertà mentale: si puo’ anche viaggiare stando nella propria stanza. Ma è anche la vicinanza con gli altri Ovunque tu vada, vacci con tutto il tuo cuore” Confucio

Il progetto prevede la narrazione della mie esperienze sia a due passi da casa, sia in luoghi piu’ lontani con un unico denominatore: la valorizzazione di questo o quel territorio.

Abbiamo, ahimè realtà molto vicine a noi, come monumenti, chiese non sempre disponibili alla comunità!. Un esempio la Chiesetta di Santo Stefano a San Vittore Olona. Un gioiello del rinascimento monumento nazionale. In ben pochi la conoscono!

Allora “I viaggi di Enzo” vuole raccontare questa ed altre storie. ma vuole raccontare anche la vivibilità del territorio per fare comunità. Ad esempio i tanti eventi culturali, spettacoli musicali, teatrali che rendono il territorio attrattivo e vivibile e ci fanno affermare: “sono felice di vivere qui”.

Ci sarà sempre un momento di conoscenza, analisi basato sull’esperienza.

Il blog utilizza altri strumenti social come Facebook e Instagram per “arrivare” a Tutti e vivere insieme questa nuova e stimolante esperienza.

Seguitemi!

Oggi è nato il nuovo blog. “I Viaggi di Enzo”

Oggi è nato il nuovo blog. “I Viaggi di Enzo”

Oggi, 1 agosto 2023, due gioie per la mia vita e per il mio futuro: la nascita di Riccardo, mio nipote, e la pubblicazione di “I Viaggi di Enzo” , il mio “nuovo” progetto.

riccardo e mani di enzo

Mutuando Eleanor Roosevelt:  Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.

E proprio a questi due sogni, collegati tra loro, mi riferisco .
In primis la nascita di Riccardo(nato domenica 30 luglio 2023) , e di un bambino in generale, rappresentano la “continuità” della specie, continuità di valori che riguardano la famiglia, in questo caso il neo papà Federico e la neo mamma Ilenia. ma non solo. La nascita di una nuova vita riguarda Tutti noi. Una nuova vita coinvolge la famiglia ristretta ma anche l’intera comunità. Basti pensare al processo di crescita, al processo formativo, al processo produttivo ed alle interrelazioni che vengono a crearsi in un contesto di “intrecci affettivi”. Il tutto con una buona dose di coraggio.

E devo osservare che in questo periodo di “ragazzi” trentenni coraggiosi ne ho visto molti, compresi Fede ed Ilenia ai quali faccio i migliori auguri
(vedi articolo dedicato!).

Tornando al progetto del mio blog, in questo spazio voglio guardare al futuro. Fare e raccontare nuove esperienze che partendo dal passato, possano dare un valore in più per chi mi segue già e chi mi seguirà. (vedi art Perchè i viaggi di Enzo)

il progetto racconta dei miei viaggi, delle mie esperienze vicine e remote. Voglio soffermarmi anche sui “viaggi” “domestici”, ovvero narrare delle eccellenze e bellezze che ci sono a due passi da noi. Tanti sono i castelli, i musei, gli aneddoti , le peculiarità di questo stupendo territorio, l’Altomilanese crocevia di raccordi internazionali che ti fanno sentire “ciittadino europeo.

E poi il viaggio come “ scoperta” delle iniziative, degli eventi che accadono vicini e lontani da noi. Basti pensare ad  appuntamenti  come il Palio di Legnano, Il Rugby Sound, la Cinquemulini, Il Campaccio, La Coppa Bernocchi, le Olimpiadi invernali del 2026  Milano-Cortina,  per citarne qualcuno. Senza dimenticare le trasformazioni culturali vicino a noi: Mind, Bergamo-Brescia capitali della cultura 2023-24. Non posso non raccontare questi eventi che fanno socialità e comunità e rappresentano  “Bellezza”.

E la bellezza emergerà dalla mie esperienze internazionali. Ora ho in programma un “viaggio” in Francia ed uno un po’ più lungo a Tenerife…ma non posso “spoilerare” troppo e poi…il ruolo del nonno mi chiama e mi catturerà.

Buona visione…Seguitemi!

Enzo

enzo mari evidenza
E’ nato Riccardo!

E’ nato Riccardo!

Oggi è uno dei giorni piu’ felici della mia vita: Federico e Ilenia mi/ci hanno regalato Riccardo, la nuova vita! Sono Nonno!

pio x

Oggi, domenica 30 luglio 2023 al Pio x di Milano, è nato Riccardo Mari: felicità e riconoscenza a mio figlio Federico e Ilenia, mia nuora, ma al mondo intero!

E’ stato un periodo di attesa. Un periodo bello, emozionante ed a tratti stressante, non tanto per noi familiari, quanto per Ilenia e Federico. Come sempre si va qualche giorno oltre la data “prevista” ed a volte i medici non si rendono conto fino in fondo della tensione . Pero’ poi arriva il momento. Tutti pronti, grazie anche alla tecnologia. Potrei immaginare questa bella “avventura” vissuta in primis da Fede e Ilenia, ma anche dalla famiglia come un film dove ogni “frame” veniva catturato e inviato a tutta la family. E qui va un grazie a Fede che ci ha fatto sempre partecipe della evoluzione, ci ha coinvolto nelle visite ginecologiche, nei momenti delle ecografie.

Non posso dimenticare il primo battito (ancora piu’ emozionante per i genitori, ma assicuro anche per noi “nonni (Rocco e Rosa inclusi)…ma anche le strategie: si va a Legnano o a Milano…(poi ha vinto Milano…)
E poi il primo gemito che hanno vissuto i veri protagonisti ovvero fede e Ilenia, il momento del passaggio nelle mani e sul petto accogliente e dolce di Mamma Ilenia. L’emozione nel passaggio a Papà Federico.

Poi noi “nonni”. Arrivato il messaggio whatsapp, si “scappa” a Milano…di corsa ( anche se non ce ne sarebbe bisogno), Riccardo è già nato…E poi si corre dalle scale per abbracciare la Mamma, il neo papà e finalmente, senza troppa invadenza, Riccardo. Mi devo trattenere non poco a non avvicinarmi troppo, vorrei “acchiapparlo” e “coccolare”  quel batuffolo, quella nuova vita che da’ speranza e ci fa pensare al futuro in un modo diverso.


Mutuando la frase di Mark Twain I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché…Ma oggi non voglio “tediare” con il perché…


Oggi è festa per una nuova vita e per guardare al domani con entusiasmo, immaginando, il nuovo ruolo ovvero ognuno dei “nonni”, cosa fare per essere utile ad Ilenia e federico

brindisi nascita riccardo beneaugurante
i festeggiamenti nascita Riccardo

Mi fermo qui facendo un passaggio, un racconto su questi due ragazzi , e Riccardo, continuerà in questa direzione. Ne sono certo!
Questa bella storia d’amore, perché si tratta di questo, va narrata . Purtroppo noi giornalisti dovremmo parlarne di più… Ma a volte la cronaca trascura questi esempi.


Da giovanissimi si sono conosciuti, scoperti, amati e hanno immaginato il loro futuro…la loro vita “insieme”. Sono andati a convivere, hanno investito sulla “loro casa” a soli 26 anni. Si sono sposati l’8 luglio dello scorso anno…in Chiesa. Federico non battezzato, per amore ha preso i “sacramenti” . Si è battezzato, cresimato e per scelta di entrambi si sono sposati nella Basilica di San Magno. Un anno dopo arriva la gioia loro e di Tutti: RICCARDO!…


Se non è questa una bella storia, un bel viaggio nella vita e per la vita…

Grazie Ragazzi, benvenuto Riccardo!

Santa Caterina al Sasso: bellezza e spiritualità a braccetto

Santa Caterina al Sasso: bellezza e spiritualità a braccetto

Oggi, 25 giugno, ho visitato, in occasione del concerto della FABIUS CONSTABLE’S HARP ORCHESTRA, l’Eremo di Santa Caterina al Sasso, ed è stata l’occasione per apprezzare tanta bellezza in una location straordinaria ricca di spiritualità, arte e natura…

La bellezza a 360° dell’Eremo di Santa Caterina

Il Concerto di FABIUS CONSTABLE’S HARP ORCHESTRA è stato l’occasione, per ascoltare un gradevolissimo concerto e ammirare la struttura, le opere e lo straordinario scenario dell’Eremo (in notturna la vista è “superlativa”!.

L’Eremo si può raggiungere dal piazzale sovrastante, ricco di ampi parcheggi, scendendo una panoramica scala di 268 gradini o via lago salendone un’ottantina. Ho avuto il piacere di scendere ed utilizzare la panoramica per immergermi nella bellezza del panorama: indimenticabile!

Si può, comunque, raggiungere anche per mezzo dell’ascensore con accesso nei pressi del parcheggio. L’ascensore è stato costruito di recente grazie ad un’opera straordinaria per far accedere anche disabili. Cosi alcuni hanno potuto partecipare al concerto senza difficoltà!

La struttura dell’Eremo

Dal punto di vista artistico e architettonico, superato lo stupendo loggiato, si raggiunge un atrio dal quale si accede alla Sala Capitolare che conserva un interessante lacerto di affresco con armigeri, probabilmente parte di una Deposizione dalla croce.. Il locale conserva sulla stessa parete un camino con l’emblema dei Carmelitani Riformati, sulla parte occidentale una Crocifissione con S. Caterina e S. Ambrogio e sulla parete nord un riquadro datato 1439 che rappresenta S. Antonio e S. Eligio che guarisce un cavallo. Dall’atrio un terrazzo conduce al conventino che ospitava la cucina, il refettorio e le celle. Altri resti di affreschi cinquecenteschi si conservano sulla parete sotto il portico. A est della facciata vi è il solido campanile con struttura muraria in pietra e copertura a tronco di cono.

La storia e l’arte a braccetto

Entrando nel merito della bellezza storica-architettonica, qui fanno mostra opere che vanno dal 300 al 500 lombardo-piemontese di grande rilevanza, come il Cristo, Santa Caterina, i dodici Apostoli , immersi in tanta storia….

In particolare dal punto di vista storico, si narra che l’Eremo sia stato fondato da Alberto Besozzi, un ricco mercante locale che, scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita.
Lì il Beato Alberto fece edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d’Egitto, attualmente visibile sul fondo della chiesa. La cappella, che risale al XII° secolo, fu presto affiancata da altre due chiese, quella di San Nicola e Santa Maria Nova, la cui esistenza è certa a partire dal XIV° secolo.
Il nome deriva dal fatto che intorno al 1700, cinque enormi massi “ballerini” precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910. Questi sassi “traballanti” diedero il nome alla Chiesa.

La Chiesa

La chiesa presenta una struttura articolata frutto dell’accorpamenti di precedenti edifici ed ha una navata principale affiancata a est dalle cappelle laterali e a ovest da una stretta navatella di passaggio separata da pilastri e colonne. L’altare maggiore è collocato a lato dell’ingresso mentre il sacello di S. Caterina, corrispondente alla parte più antica della chiesa, collocabile alla fine del XIII secolo e ornato anche da dipinti cinquecenteschi, è ubicato al fondo della navata. La volta soprastante l’altare della cappella di san Nicola presenta una decorazione ad affresco assai sciupata con Cristo pantocratore in mandorla, affiancato dai simboli degli evangelisti. Nelle vele ai lati sono i Dottori della Chiesa in trono (ne sono visibili due, S. Gregorio Magno e S. Agostino), a completamento di un impianto iconografico comunque colto, legato al valore della parola divina e all’importanza del suo commento. Per quanto riguarda la collocazione culturale dell’anonimo frescante, è stato opportunamente avvicinato al Maestro di S. Abbondio a Como. L’altare maggiore ha un assetto seicentesco e ospita una pala del 1612 del pittore Giovanni Battista de Advocatis forse autore anche dei dipinti sulla volta e sulle pareti del presbiterio. La cappella dei Massi a lato del sacello di S. Caterina conserva un interessante ciclo cinquecentesco mentre le altre due cappelle sono ornate da decorazioni di fine Ottocento, opera del pittore Carlo Pianezza, che ricoprono anche le volte della navata.

Stresa Festival fa tappa a Orta

Stresa Festival fa tappa a Orta

Per coloro che non hanno avuto il piacere di partecipare agli spettacoli “internazionali” di Stresa festival, il festival-arcipelago sonoro senza confini, domenica 22 luglio ho partecipato al il Rigoletto di Verdi con la ”sperimentazione” di Giovanni Aliverta con Voce all’Opera…Seguitemi che ve lo racconto.

Un’atmosfera d’altri tempi

In un’atmosfera di altri tempi, la Villa Bossi di Orta e successivamente, nella seconda parte, sull’affascinante Isola di san Giulio, Giovanni Aliverta ha avuto la fortuna di avere due location straordinarie che ha adattato alla tragedia Verdiana.

Il regista che sa valorizzare le voci giovani dell’Opera Italiana, ha portato in scena artisti musicisti in numero “ridotto”, ottenendo sempre la stessa emozione di un’orchestra al completo collocandoli in una parte scenica e “acustica” della Villa.

E poi la sensazione di internazionalizzazione.

Infatti, nell’accogliente Villa siamo stati accolti dal brusio di ospiti , che in tutte le lingue, facevano apprezzamenti in Francese(tanti), tedesco (ancora tanti) ed in Inglese. Mi è sembrato di essere non in Italia…ma questa è bellezza: la cultura travalica le nazioni e ti fa sentire “veramente” cittadino Europeo grazie anche alla vision di Stresa Festival, che rappresenta un arcipelago sonoro senza confini.

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Entrando per un momento nell’Opera verdiana, Rigoletto è tragedia immersiva. Così l’ha pensata, immaginata e voluta il drammaturgo e regista Gianmaria Aliverta, che da oltre dodici anni con VoceAllOpera porta in giro per il mondo questo nuovo modo di fare opera valorizzando giovani talenti, alcuni cresciuti nella “sua” scuola di drammaturgia.

Al centro dell’azione c’è lo spettatore a stretto contatto con i cantanti: in questo modo si cambia totalmente la prospettiva del pubblico che viene catapultato con dolcezza all’interno della vicenda, potendo godere per la prima volta di tutte quelle sfumature che vivono i protagonisti ed eliminando quella barriera che c’è tra spettatore e palcoscenico. Gli artisti si sono mossi, sia in Villa Bossi sia sull’Isola San Giulio, cantando accanto al pubblico. In questo modo abbiamo vissuto l’opera in modo totale restando a un palmo dall’agonizzante Gilda.

Niente cambi scena, niente teli dipinti da illuminare: ma le due straordinarie location che Aliverta ha gestito ed utilizzato con maestria, valorizzando i giovani talenti…che stanno crescendo.

Per saperne di più

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