In questo periodo di Foliage, Alice Norcini, ha visitato Villa Necchi Campiglio a Milano per la mostra “Libri antichi e rari”. La dimora Storica del Fondo Ambiente Italiano, si mostra ancora più bella in questa stagione con l’esplosione di colori nel bel giardino in attesa di ”Colori d’Autunno” evento previsto per il 9 e 10 novembre. La bellezza a due passi da casa…
UNA DIMORA STORICA MILANESE: VILLA NECCHI CAMPIGLIO
Attratta dalla mostra dei “libri antichi e rari”,ho avuto l’ occasione di visitare villa Necchi Campiglio, una villa realizzata negli anni 30 ,nel centro di Milano, dall’ architetto Portaluppi.
Immersa in un ampio giardino privato con piscina e campo da tennis, rappresenta molto bene la ricca ed elegante borghesia industriale di cui faceva parte la famiglia Necchi Campiglio ed in questo periodo rappresenta il “Foliage” in città.
La villa presenta ampi spazi per ricevere gli ospiti, un susseguirsi di salotti di varie dimensioni con elementi di gusto decò, soprattutto nelle finiture, nei rivestimenti in marmo e nelle porte scultura.
Tutto ciò la rende un’ opera d’ arte totale, al di là della struttura architettonica.
La visita guidata ha messo in risalto anche alcuni elementi particolari come il magnifico “giardino d’inverno”, la sala proiezioni, gli ascensori e i monta vivande, i pavimenti in linoleum e le porte blindate scorrevoli.
I CAPOLAVORI CUSTODITI
La residenza custodisce poi straordinari capolavori d’arte, come quelli di Sironi, Modigliani, De Chirico, Picasso, Canaletto e Tiepolo.
In questa villa è stato ambientato nel 2009 il film “Io sono l’amore” di Luca Guadagnino.
La proprietà è stata donata al Fai nel 2001 dalle sorelle Necchi proprio con lo scopo di condividere con i visitatori le bellezze di questa dimora.
Oggi la villa ospita numerosi eventi. Il prossimo sarà “Colori d’autunno”( sabato 9 e domenica 10 novembre),una mostra mercato dedicata a piante e fiori autunnali.
Alice Norcini Villa Necchi Campiglio Via Necchi Campiglio , 14 Milano Biglietti intero 15€. ridotto (6/25) 15€ Iscritti Fai gratuiti Per l’evento “colori d’autunno” biglietto intero 17€. ridotto (6/25) 15€. Iscritti Fai 4€
Orgoglio, identità per la storia dei legnanesi attraverso circa 500 foto alla presentazione del libro “1924 Legnano Città 2024” di Daniele Berti, Adriano Garbo e Francesco Morello nel gremito @teatrotirinnanzi . Il ricavato alla @castorosport. Il racconto…(foto a cura di Dario Croci che ringrazio pubblicamente)
Intervento di Daniele Berti
La serata:identità della città
Presentata da @maxpisu la serata al @teatrotirinnanzi che ha fatto registrare il tutto esaurito per la presentazione del libro fotografico “1924 Legnano Città 2024” realizzato dal Trio: Berti, Garbo e Morelli per il “Centenario di Legnano città, 1924 – 2024”. La serata è stata un tripudio a “come eravamo” . E come dice un grande fotografo: “Le foto rappresentano un osservatorio della realtà e dei suoi cambiamenti”. E la serata ed il libro rappresentano questo. Con “garbo”, i tre hanno rappresentato un percorso iniziato 100 anni fa e che con oggettività racconta della trasformazione della città, da agricola, ad industriale ed ora predisposta ai servizi. E lo fa con orgoglio mai sopra le righe, oserei dire con Umiltà partecipando alle diverse presentazioni. Dopo la “Prima” al Leone da Perego, la seconda al Cinema-sala Ratti questa sera abbiamo avuto bisogno del @teatrotirinnanzi per soddisfare le richieste dei circa 600 legnanesi che non hanno voluto mancare. Questo aspetto è stato, tirato fuori da Max “giocando” con il Sindaco Lorenzo Radice“Queste fotografie, vengono presentate per la terza volta, arrivando addirittura, in questa occasione, a riempire un teatro: questa è la dimostrazione della passione verso la propria città”. Per questo il mio grazie lo moltiplico per tre. Grazie, Grazie e Grazie
Intervento del sindaco @lorenzoradice
I protagonisti
Le domande del noto attore @maxpisu sono state dirette, ironiche ed hanno coinvolto tutta la sala gremita, che a tratti è diventata un palcoscenico adatto più al cabaret che ad una presentazione tradizionale. Ha esordito lo schivo Francesco Morello, il fotografo che ha seguito l’ultima parte della preziosa opera: “Il mio contributo è stato minimale. Il grosso del lavoro l’ha fatto Daniele. D’altronde cosa potevo fare io se non le foto più recenti vista la mia età?”. Il riferimento era alle punzecchiate di Max per la presenza in sala e sul palco di alcuni anta (i sindaci del passato). Garbo ha aggiunto:” Dopo dieci anni di lavoro di raccolta e catalogazione di materiale fotografico, siamo giunti alla pubblicazione. Abbiamo con noi più di dieci mila fotografie, tra scatti vecchi e nuovi, 500 quelli che siamo riusciti ad inserire nel libro”. “Alcuni scatti d’epoca sono stati coloraticon l’intento di restituire quello che vedevano con i loro occhi i legnanesi del tempo”. .Ha chiuso daniele Berti: “La presentazione ha offerto dunque, una preziosa occasione per scoprire quello che la città è stata e come si è trasformata nel corso degli anni. Un punto di partenza per le generazioni future. Ogni libro ti insegna qualcosa, di sicuro questo non sarà l’ultimo“,
Intervento di @adrianogarbo
I presenti
Non potevano mancare sul palco i sindaci che hanno fatto una parte di questa storia “fotografica”. A partire dall’attuale Sindaco Lorenzo Radice. Poi Piero Cattaneo, Sindaco dal 1985 al 1990 con l’avvento della rete fognaria in città; Marco Turri che successivamente porterà le fognature anche nell’Oltrestazione e Alberto Centinaio che ha voluto ricordare: “L’orgoglio per la realizzazione del Teatro Tirinnanzi”, Altri protagonisti che hanno contribuito al progetto editoriale supportato anche da un video che sta spopolando in rete come Giancarlo De Angeli che ha realizzato il filmato. Poi sono stati citati Stefano Quaglia, la professoressa Carla Marinoni, Paolo e Sergio Rabolini. Un ringraziamento anche a Nicola Seguino, sponsor dell’evento. E poi alla Castoro Sport che si impegna per ragazzi speciali alla quale sarà destinato Il ricavato dalla vendita . Infine Elisabetta Tavalla Secondi, studente del Liceo Artistico Dell’Acqua di Legnano per il logo della città.
Nella bellissima cornice del Crespi Bonsai di Parabiago è andata in scena, all’interno della 16^ edizione di DONNE IN•CANTO , la cerimonia di consegna del Premio “Donne incanto 2024″, a Stella Pende, la nota giornalista-reporter con la motivazione: “Il suo impegno al servizio delle ultime e degli ultimi”. Poi gustosa serata musicale con i Desirèè Niero Trio in “Paris to New York”, dedicato alle donne di questa edizione Jaqueline Baker e Nina Simone ed al viaggio tra le due capitali del blues. E in conclusione l’annuncio della dedica alla edizione 2025 a Raffaella Carrà. Insomma una ricca serata…
Intervista a Stella Pende
“Donna In•canto” 2024: Stella Pende
Seguo da 16 edizioni DONNE IN•CANTO il Festival al femminile ideato da Giorgio Almasio. E seguo con piacere il Premio Donna IN•CANTO dedicato a Donne che si distinguono e si prodigano per gli altri da quando è stato istituito, ormai tre anni fa. Quest’anno con piacere è stato assegnato ad una collega che ha apprezzato il premio, ovvero un bellissimo Bonsai esclusivo donato dalla Famiglia Crespi presente con Susanna, (vedi intervista sotto), il patron Luigi, dal figlio Luca e consorte e i nipoti Matteo e Nicole, e non poteva essere scelta migliore. “Ringrazio Donne In.canto per questo magnifico regalo. Siete in un territorio ricco di bellezza. Questo luogo, il Festival al femminile che esalta la bellezza e l’arte al femminile in tutte le espressioni, il progetto Valigia di salvataggio messo in atto, il commovente concerto di oggi, non sono altro che elementi che fanno vivere bene in una comunità. Circa il premio, è facile ed è semplice vivere per gli altri. Non mi costa e non mi è costato. Bisogna crederci” ha affermato la premiata.
Intervento e Storia di Stella Pende
Biografia di Stella Pende
Nata a Roma, il 24 febbraio 1951, Stella Pende, nel 1974 entra a far parte del team editoriale di Panorama dove vi resterà fino al 1988 quando poi deciderà di passare a L’Europeo come inviata. Intanto nel 1982 si fa conoscere al mondo televisivo con la conduzione di “Sì però”, una rubrica all’interno del programma di Raidue “Mixer” di Giovanni Minoli. Nell’84 è la volta di “Sotto a chi tocca“, ospitata all’interno di “Blitz” condotto da Gianni Minà, ma viene presto allontanata dalla Rai a causa di una blasfemia pronunciata nel suo microfono da Leopoldo Mastelloni. Nel 1992 torna a scrivere per Panorama, sempre come inviata, e vi rimane fino al 2009. Degno di nota è il fatto che può essere considerata una dei pochi giornalisti italiani ad aver intervistato Gheddafi. Tra le altre conduzioni televisive di Stella Pende ricordiamo “Storie di Confine-Barriere Invisibili” e il programma che conduce attualmente su Rete4 “Confessione reporter”. E’ stata a lungo legata a Marco Tardelli, celebre calciatore e autore del gol decisivo dei Mondiali dell’82 da cui ha avuto il figlio Nicola. Attualmente ha adottato a distanza una figlia in Kenia
La storia di adozione del sindaco Cucchi
Cucchi e Pende: due storie che si incontrano La cerimonia di consegna del premio a Stella Pende è stata anche un’esperienza toccante per gli ospiti e afecionads di Donne in.canto che hanno gremito la sala educational del Crespi Bonsai. Nella consegna il Sindaco di Parabiago, Raffaele Cucchi si è abbandonato alla sua esperienza di padre “adottivo” di un bimbo , ormai adolescente africano. (Ora gli sta dando anche problemi in questo particolare periodo adolescenziale). A questo punto Stella, si è lasciata andare raccontando la sua bella storia di amore e di adozione a distanza (mica tanto) di una ragazza che ora lavora e che si dedica al 90% agli altri. “Ho potuto vivere questa bella esperienza grazie al mio compagno Tardelli che era con il nostro figlio in Italia”. Quindi due storie che si intersecano. Anche questo è DONNE IN•CANTO!
Intervista a Susanna Crespi
Desiree Trio
La serata è stata “allegerita” con le note di jazz del Trio Desireè Niero ovvero Carmelo Tartamella e Jacopo Delfini alle chitarre Manouche (un po’ diverse dalle chitarre classiche) e dalla front Desirèè Niero. Il Trio ha coinvolto e convinto con una performance artistica di Jazz Manoche dedicato alla Baker e a Nina Simone e che ha percorso l’evoluzione del genere manounche tra Parigi e New York con brani “storici” fino al brano “Feeling Good” ripreso da cantanti straordinari come pure Nina Simone. . In scena nella prestigiosa cornice del Crespi Bonsai Museum, il Désiréè Niero Trio con un programma molto particolare tra Parigi e New York
Momento musicale con Desirèè (altri brani su canale YT IVE https://www.youtube.com/@iviaggidienzo)
Prima che arrivi la neve o il freddo, una bella passeggiata-escursione al Rifugio Madonna delle nevi a Piedicavallo, Biella x tutti (circa 60km da Milano). Io l’ho fatto con la famiglia e mio nipote Riccardo, di un anno, in Spalle(zaino x bimbi). Lungo il sentiero ben segnato E40, “Foliage” ma anche una vista estasiante sul “balcun” della valle Cervo . La consiglio…
Passeggiata Piedicavallo-Rifugio Madonna della Neve .Qualche giorno fa ho provato una bella esperienza ovvero l’escursione alla Madonna Delle Nevi alle Selle di Rosazza – 1480 metri. E prima che arrivi il brutto tempo, la consiglio anche per ammirare il Foliage scoppiato nelle aree montane, ed in Piemonte in particolare. Da qui si puo’ godere del “Balcun” ovvero un luogo magico dove si osservano le Selle, la valle Cervo che degrada verso la “bomboniera” Biella, il suo torrente Cervo e Piedicavallo. Breve e facile l’escursione su bel sentiero che ho/abbiamo fatto con la famiglia e con un bambino di 12 mesi, mio nipote Riccardo. Quindi “facile” anche se impegnativo per chi è “sedentario” . Lungo il percorso castagneti danno il benvenuto con faggeti man mano che si sale fino a raggiungere in cima, sul pianoro, prati dove rilassarsi e sostare in tranquillità. Per il pranzo si può approfittare del rifugio Madonna delle Nevi a conduzione familiare oppure gustare il pranzo a sacco. Al rifugio è possibile pranzare o cenare con prodotti locali, come salciccia e polenta, formaggi tipici, a partire dalla Toma. Poiché non c’è corrente, i prodotti sono inevitabilmente “Freschi”. Si può, infine, pernottare e ci sono a disposizione 15 posti (consigliabile la prenotazione al n. .015/6097000 – http://www.rifugiomadonnadellaneve.it/.
Percorso Per “salire” al Rifugio Madonna delle Nevi ci sono due percorsi: il Piedicavallo-Rifugio e l’altro da Rosazza al Rifugio. Io con la famiglia ho/abbiamo fatto il primo.
Dal posteggio al parco Ravere si attraversa il torrente Cervo sull’antico ponte in pietra a due arcate conosciuto come “punt ‘dla cua” e si svolta a sinistra per il sentiero segnalato con il segnavia E40, che è pure percorso della GTA. Dapprima in lieve discesa, poi in piano per un breve tratto, si raggiungono e si oltrepassano i casolari della Coda (900 m).
Successivamente, a pendenza moderata, ci si inoltra in un bosco di alti faggi, fino a uscirne nei pressi delle baite dell’Alpe Fornello (1060 m). Il percorso prosegue in zona aperta e attraversa il rio Coda . Con un lungo traversone nel bosco, ricco di diverse specie di alberi dove ammirare in autunno il “Foliage” , si giunge ad attraversare un secondo torrentello, il rio Jervas, per poi proseguire con alcuni lunghi tornanti sino a uscire dal bosco dove si raggiungono così le prime baite – quasi del tutto diroccate – delle Selle, dette “il Balcun” il promontorio a circa (1440 m circa). Lasciate le baite alle spalle e proseguendo a mezza costa nella zona prativa a ridosso di una elevazione erbosa, si raggiunge il secondo gruppo di baite: una è stata ampliata e ristrutturata a uso rifugio-ristoro, appunto il rifugio Madonna della Neve (ore 1,30). Si sale successivamente alla sovrastante chiesetta della Madonna della Neve (1480 m);
Indicazioni in auto/treno
Per arrivare in valle Cervo uscita Carisio o Santhia sulla A4 Torino-Milano a seconda della direzione da cui si proviene. Seguire direzione Biella, in città seguire le indicazioni per Andorno (s.p. 100) e successivamente Piedicavallo. Per chi arriva a Biella in treno è possibile utilizzare l’autobus di linea dell’ATAP n° 340, dalla stazione ferroviaria e arriva a Piedicavallo in un’ora
Itinerario 1 partenza da:Piedicavallo, parco Ravere (1037 metri) al Rifugio dislivello Piedicavallo: 443 m – 136 m tempo di percorrenza: ore 1.30 segnavia: sentiero E40-GTA, sentiero e tracce Accesso e parcheggio: Da Biella con la strada provinciale SP100 si giunge a Piedicavallo, in 18 chilometri. Prima di entrare in paese, si imbocca a sinistra la circonvallazione, arrivando al capiente parcheggio posto in prossimità del parco Ravere (1037 m).
Itinerario 2 Partenze da Rosazza Rosazza (882m-1480m): Segnavia: mulattiera e sentiero E30, E32, GTA Da Rosazza seguendo il torrente Pragnetta fino a Desate. Dai pressi della chiesetta seguendo le indicazioni si esce dalle case e si prende una ripida mulattiera inizialmente delimitata da due muretti. Arrivati all’alpe Vernetto dopo un’ultima breve salita si arriva alla sella di Rosazza e quindi al rifugio
“Io sono”, trenta opere dell’amico di Mauro Bianchini, Azelio Corni, raccolte da Fermo Stucchi alla Galleria Dansei di Olgiate Olona. Un VIAGGIO versus la sua “essenza” creativa e umana …
“Io sono”: la personale dedicata ad Azeglio Corni
Olgiate Olona – Il titolo della personale “Io sono”, a cura di Fermo Stucchi in corso presso Spazio Danseei a Olgiate Olona, dedicata al ricordo di Azelio Corni, trae ispirazione da uno scritto dello stesso artista dove con articolata grafia definiva la sua essenza creativa e umana.
Le oltre trenta opere esposte testimoniano un percorso creativo che va dal 1988 al 2018.
Nei lavori di grandi dimensioni la dilatazione dello spazio induce a percorrenze pluridirezionali dando vita a ricerche simboliche e a tratti mistiche, il tutto dettato dalla totalità dell’impianto plastico. In quei primordiali territori si scorgono fermenti segnici che rimandano all’origine della creazione, in un limbo temporale dove l’attesa è data dall’avvento del soffio degli dei.
Il gigantismo fluttuante di Corni
Altri spazi, altri territori delimitati dalla presenza di tracciati simili a mura medioevali aperte a tratti sino a designare vie di accesso e di fuga, ma anche cornice aperta all’interno del perimetro dell’opera.
Il gigantismo fluttuante di lettere e numeri nel contesto di nere monocromie produce l’idea di un codice segreto in lenta dinamicità spaziale.
Strutturati a forma di contenitori, i reticolati di grandi dimensioni si compongono di micro tracce che nel loro succedersi paiono archetipi di mosaici svincolati da costrizioni fisiognomiche, mentre l’insieme nella sua maestosità testimonia l’agire del gesto e delle conseguenti soste nel momento in cui la mano, lasciati gli strumenti d’uso, con prudente tattilità attua un lieve svaporamento delle forme precedentemente definite.
Posti in sequenza gli uni accanto agli altri, una serie di disegni testimoniano come Azelio Corni lavorando su disarticolate geometrie sia stato in grado di conferire loro una tridimensionalità tale da porle in rilievo rispetto alla superficie piana.
Azelio Corni – “Io sono” – Olgiate Olona – Spazio Danseei, Via Oriani 62. Fino al 9 novembre 2024. Orario: sabato 16-19. Da lunedì a venerdì su appuntamento – 348. 5510909.