Mogán: un po di Venezia e di Capri alle Canarie

Mogán: un po di Venezia e di Capri alle Canarie

Dopo la bella scoperta e visita alla Playa des Amadores e Puerto Rico, una nuova eccellenza mi si è aperta alla vista. Sto parlando di Mogan, il secondo comune di Gran Canaria. Un po’ Venezia (molto poco), le fioriture che mi hanno fatto pensare a Capri e poi… Da visitare…

Mogan: fioriture e canali, ma anche Faro

Mogán è stata una nuova scoperta. Dopo la Playa des Amadores a Puerto Rico, ecco che un’altra bellezza mi ha coinvolto. Appena arrivi nella cittadina dal barranco Veneguera e Mogán, un bagliore ti appare.
La cittadina ha tutte le case bianche che ben si sposa con il blu dell’Atlantico. E poi le fioriture. In tutta la cittadina in stile Colonico, si apprezzano fioriture di fiori autoctoni, di colore smagliante come l’arancio, il viola, il bluette. Mi sembra di essere a Capri, dove le fioriture, quasi tutto l’anno, fanno la differenza. E poi un “simil” canale, che mi ha fatto pensare a Venezia dove gli aborigeni lo usavano come “scarico” delle forti mareggiate che colpivano il borgo. Poi il porticciolo e la spiaggetta centrale, adatta a tutti: famiglie e bambini perché protetta da golfo naturale creato dalle montagne che arrivano giù a picco!
Il porto marinaro è un’altra chicca, dove spunta il faro, ormai dismesso e che è diventato il restaurante @lafavoladelmar.  E poi un ritrovamento archeologico sul quale ho subito puntato.

Canyon/Canada di Los Gatos

La Zona Archeologica di Cañada de Los Gatos è stata un’altra scoperta. Il sito è un complesso nel campo dell’archeologia insulare preispanica costituito da varie enclavi che un tempo formavano un’unità; una località costiera che ebbe origine alla foce del burrone di Mogán e che crebbe fino a diventare un grande insediamento in cui si concentrava un importante centro abitato. Qui sono stati ritrovati scheletri di animali ed in particolare gatti (e cani). Dichiarata Bene di Interesse Culturale per il suo interesse scientifico, la sua importanza nel quadro cronoculturale delle popolazioni indigene e per il suo stato di conservazione, la Zona Archeologica di Cañada de Los Gatos è un insediamento prevalentemente costiero, situato in un luogo strategico, scelto da gli antichi abitanti dell’isola per le buone condizioni che l’ambiente offriva: buon clima per vivere, acqua corrente continua dal burrone, buona terra, buone condizioni climatiche per la coltivazione e una costa vicina..

Un po’ di Info

Mogan si trova a 93 chilometri di distanza dal capoluogo, Las Palmas de Gran Canaria. Occupa una superficie di 172,44 chilometri quadrati ed è il secondo comune territorialmente più grande dell’isola. Si trova a 22 metri sul livello del mare e raggiunge quote superiori nella zona dell’entroterra, precisamente nella Montagna di Sándara (1.583 metri).

La spiagge che si estendono lungo la costa di questa località si trovano in varie urbanizzazioni turistiche: Arguineguín-Patalavaca, Anfi del Mar, Puerto Rico, Amadores, Tauro, Playa del Cura, Taurito e Puerto de Mogán.

Il Porto di Mogán è un quartiere marinaro che ha dato origine a una delle urbanizzazioni più belle, grazie al luogo particolare dove sorge e alla sua bellezza naturale, ai vicoli delle case coloniche che vi si affacciano, alle spiagge attrezzate ed ai tanti bar e ristoranti . Di questi alcuni sono di proprietari italiani e questo è un orgoglio che non riesco proprio a sopire.

Ohana: un percorso di successo di Luca e Lucia a Maspalomas

Ohana: un percorso di successo di Luca e Lucia a Maspalomas

Ho incontrato, quasi per caso, Lucia e Luca i proprietari di Ohana Bar. Della Romania, Lucia e di Torino Luca, che conosce bene anche Biella, uno dei miei luoghi del cuore, che per “Quelli che vivono alle Canarie“, si raccontano. Non anticipo molto, ma sono un bell’esempio di equilibrio raggiunto…in coppia…

Luca e Lucia

La domanda classica per “rompere il ghiaccio”: Perché siete qui a Maspalomas? In più avete aperto Ohana bar?
Parte subito Lucia, che ha voglia di condividere. “Sono nata in Romania e mi sono trasferita a Torino. Qui i mestieri più “umili”: badante, cameriera, addetta in cucina. Ho chinato la testa e sono riuscita a trovare il mio “primo” equilibrio comprando la mia prima casa…Poi Cupido ha colpito
Luca: Sono un torinese doc. Avevo un’attività di famiglia nel settore edile. Purtroppo in Italia le preoccupazioni per chi ha un’attività, sono tante. Lo scorso anno, ma avevamo già analizzato la situazione, abbiamo deciso di venire a vivere qui ed aprire questa attività: bar-brunch-colazioni di fronte alla playa del Ingles. Lavoriamo in due, ma ora abbiamo trovato la serenità.
All’unisono chiosano: qui cè il clima che da’ energia positiva, abbiamo meno problemi e la mattina non ci svegliamo con le preoccupazioni.
In una sola parola: siamo sereni

VALORI

Riprende Lucia:

I valori che ho ri-trovato alle Canarie sono in primis la tranquillità mia e della mia famiglia. Abbiamo in affitto una casa modesta e viviamo in quattro: abbiamo due figlie di 8 e 11 anni. L’altro motivo e dunque un valore, dare alle nostre figlie, un futuro “giusto”. Mi spiego meglio, a Torino si viveva e ci facevano vivere con il di più: due macchine, vestiti firmati ecc. Qui, basta un sorriso per cambiarti la giornata e se poi esci, la gioia sale. Infatti, per scelta, lavoriamo fino alle 18. Poi io mi muove per portare e riprendere e bimbe a scuola.

Rincara Luca: “grazie a queste scelte, la sera, dopo aver cenato, complice le giornate lunghe, usciamo a fare un giro per “riunire” la famiglia. Questo per me è un valore insostituibile. Quindi: le canarie come miglioramento della qualità della vita.”

E gli aspetti negativi?

Lucia: “anche qui ci sono aspetti negativi, ma se sei “forte”, se sei sereno, le avversità si affrontano meglio. E se si è in due, ancora meglio! Grazie a Luca, alle bimbe, qui si possono superare anche le criticità

Luca: “certamente qui non c’è l’assillo fiscale, persone che cercano di fare i “furbi”: c’è ancora un buon rapporto tra le persone. Una criticità, che forse vale per tutte le Canarie: siamo noi italiani a fare, qualche volta, “casini”. Ma se ti comporti correttamente si aprono le porte. Ad esempio: ho aperto la partita Iva in dieci minuti ed all’undicesimo potevo già operare. Ci hanno aperto il C/C in cinque minuti e non ci hanno fatto tante formalità. Insomma da questo punto di vista è un “paradiso”, ma anche da altri punti di vista!!!

Un grazie di cuore a questi due nuovi amici: un esempio soprattutto per me!

Il Museo di Cristoforo Colombo: storia e orgoglio italiano alle Canarie

Il Museo di Cristoforo Colombo: storia e orgoglio italiano alle Canarie

Ho visitato il Museo de Colon, ovvero la casa-museo dedicata a Cristoforo Colombo per “I Viaggi di Enzo in camper”. Ancora una volta, le Canarie le sento molto ma molto vicino…

Il museo della scoperta dell’America

Sono arrivato a “cavallo” del mio D’Artagnan nel centro storico di Las Palmas de Gran Canaria, a Vegueta davanti al Mercato Coperto, che da solo merita una visita, perché è una “casbah”, per dirigermi alla Casa Colon, da li a soli 150 mt. Ebbene l’edificio, che si narra, abbia ospitato Cristoforo Colombo nel 1492, allora residenza del Governatore si presenta come un tipico e grazioso edificio in stile coloniale. Il Palazzo, come tutti i palazzi importanti , possiede anche un giardino, dove fanno da “mascotte” due graziosi pappagalli, che “danno” il benvenuto. Il Museo è dedicato alla storia delle isole Canarie dove, però, c’è una bella ricostruzione del navigatore e scopritore delle “Indie”(ovvero Americhe) con tre stanze dedicate.
In queste tre stanze c’è spazio per i quattro, che poi sono cinque viaggi di Colombo (mentre i libri di storia parlano di quattro),

Questo mi riempie di orgoglio e mi fa “rivivere” la storia anche in modo critico. Perché per queste scoperte abbiamo “sacrificato” tanti aborigeni-guanci. Purtroppo!…

Il palazzo che ospitò Colombo

Questa grande casa appartenne ai primi governatori di Gran Canaria e servì da alloggio a Cristoforo Colombo nelle occasioni in cui, a cominciare dai suoi viaggi verso l’America, fece scalo alle isole Canarie. Si narra che nel primo viaggio, 1492, Colombo ebbe un inconveniente alla “Pinta”, la seconda “caravella delle tre “Nina, Pinta ed Santa Maria e visse qui, per il periodo della riparazione.
Nelle stesse sale, ed in particolare nella prima, bello “lo spaccato” della Nina, con una ricostruzione alquanto fedele della “caravella”. Nella seconda, invece, si da’ ampio spazio alle quattro avventure. In effetti le spedizioni furono cinque, se si considera anche la spedizione di Diego da Salcedo, per conto di Colombo e qui, con un accurata ricerca-storica, viene evidenziato questa ulteriore spedizione.
Infine nell’ultima sala, attraverso visori multimediali, vengono ricostruite le cinque spedizioni. I bambini , ma anche noi grandi, siamo attratti da questa ricostruzione multimediale…
Ed anche qui, mi sono sentito più “italiano”

casa colombo a las palmas gran canaria (5)

Divisione e struttura del Museo

Il museo è suddiviso in cinque aree tematiche.
Per la prima area, si evidenziano nelle sale dedicate, , l’America precolombiana, e/o l’immagine del mondo attraverso i progressi cartografici. A latere del cortile dove c’è un “pozzo” ancora funzionante, esiste una biblioteca e un centro studi specializzato che “indaga” in modo scientifico su questa bella storia.
Nella seconda area, le tre stanze dedicate a “Colon” come viene chiamato in canario Cristoforo Colombo.
Di questo ne ho parlato nella parte precedente.

Un’area che mi ha “appassionato” è il ruolo che hanno avuto in passato le Isole Canarie ovvero ponte di spedizioni, di scoperte di nuovi mondi. Ed anche questo mi avvicina alla cultura Canaria: sapere che da qui, sono iniziate le grandi scoperte che hanno trasformato la vita di tutti noi, mi inorgoglisce e mi avvicina: Mi sento “canario”!

Le ultime sale sono dedicate alla Storia di Las Palmas. Attraverso una ricostruzione in legno, si vede l’espansione della città, nei secoli. E’ possibile utilizzare un indicatore geografico a led, per riconoscere l’”Attuale” ubicazione. “Analogicamente” Stupendo
Infine la parte dedicata all’arte Canaria e pittura che va dal 1400 al 1700. Chiaramente ci sono “infulenze” italiane come “Il Guercino”, ma anche tante infulenze spagnole e poi francesi. Per quello che attiene al 1500. Poi nel settecento una “modesta” scuola spagnola-canaria si mette in evidenza.

“Per quelli che vivono alle Canarie”: intervista a Wiky Show

“Per quelli che vivono alle Canarie”: intervista a Wiky Show

“Per quelli che vivono alle Canarie”, ho intervistato Wiky, che mi ha colpito per tanti motivi: per il suo personaggio, perchè ama l’Italia e la canzone italiana, e anche perchè…

Wiky Show

Non mi ha voluto svelare il suo nome, ma certamente Wiky è un personaggio.

Lui si “traveste” da “biondona” seducente per attrarre la gente.

E all’interno della sua performance, con la sua fedele fisarmonica, cerca di attrarre simpatie e qualche euro offrendo un “repertorio” internazionale e “On demand”.
Mi ha raccontato della sua scelta di vita, delle difficoltà di vivere alle Canarie per problemi di abitazioni (non se ne trovano, i prezzi sono altissimi e lui è “costretto” a vivere in tre in un appartamento molto piccolo).

Ma la cosa che mi ha colpito, che lui, nativo delle canarie, è stato in Italia, a Roma e qui , dopo essere arrivato in vacanza se ne è innamorato ed ha vissuto per cinque anni tra Roma e i Castelli. Di questo gli manca molto il vino di Frascati, la “porchetta” di Ariccia, la semplicità e la genuinità dei Romani.
Per motivi personali è ritornato a Las Maspalomas…Ma qui la vita sta diventando difficile. Ce lo racconta nel video sopra…
Grazie Wiky anche per il regalo de “O Sole mio”...

Il Museo Canario: conoscere la storia è motivo di rispetto

Il Museo Canario: conoscere la storia è motivo di rispetto

Ho visitato il Museo Canario dopo la visita alla Catedral de Santa Anna, a soli due isolati tra loro. Ebbene, ne sono uscito arricchito e riconoscente. Ecco perchè…

Il Museo Canario

Il Museo Canario, ma sarebbe meglio dire delle Canarie, è un “concentrato” di storia delle Isole Canarie . In due piani sono racchiuse le news “giuste” per capire e far capire la storia e per avere “rispetto” del posto che ci ospita.

L’idea che mi sono fatto è che a volte non ci rendiamo conto di quanto c’è intorno a noi. Di quanta bellezza, fascino possiamo trovare in luoghi anche lontano da noi.

Non fa eccezione questo museo costruito da un gruppo di intellettuali guidati dal dottor Gregorio Chil y Naranjo, nel 1879 come incentivo per lo sviluppo scientifico e culturale di Las Palmas de Gran Canaria, rappresentando a sua volta una delle prime attrazioni turistiche della città.

Ringrazio il personale per l’accoglienza ed in particolare Laura ed Edwin, per la disponibilità. Grazie…(web site: https://www.elmuseocanario.com/en/home-2/)

Due piani di bellezza e ricerca

E devo dire che il risultato è entusiasmante. In due piani, ho attraversato secoli partendo dai primi insediamenti avvenuti a Gran Canaria, Tenerife ma anche a Lanzarote, dagli aborigeni locali detti “Guanci”.
Nelle sale a pian terreno, si da’ ampio spazio alla vita preistorica e della sua evoluzione. Ecco che le continue eruzioni dei Vulcani su tutte le canarie, creano rifugio a questi “primitivi” che si insediarono in caverne frutto del fenomeno magmatico.
Questo fatto mi ha fatto molto piacere, anche perchè per “indole” preferisco sempre “rifugiarmi” in anfratti/cavernette anche quando sono qui al mare (vedi Playa Fanabe a Tenerife o a Playa Papagajo a Lanzarote, oppure a Morro Jable a Fuerteventura…)
Un po’ mi sono ritrovato!

I piani superiori rappresentano le evoluzioni: l’uomo canario sociale, l’uomo canario “tecnico” per migliorare le sue condizioni di vita. Si parte dal giunco per proteggersi, poi per coprirsi e per vestirsi. Qui, al museo, si vedono anche le evoluzioni “tecnologiche ” di allora: la lavorazione del giunco, che poi diventerà palma (ricordiamo sempre l’utilizzo di “prodotti” autoctoni), ed a come manipolarli. I primi telai per la lavorazione di queste fibre, fino alla pelle. E anche qui, i diversi modi di “ordire” attraverso ossa che fungono da “aghi” per unire…
E poi la parte antropologica di ricerca con gli studi “affascinanti” sulle mummie e sarcofagi ritrovati sulle varie parti dell’isole. Interessante anche la colonizzazione degli Europei su queste terre a partire dal 1404 a Lanzarote. Insomma da vedere!!!

Un po’ di Storia

Per iniziativa di un gruppo di intellettuali guidati dal dottor Gregorio Chil y Naranjo, il Museo delle Canarie nacque nel 1879 come incentivo per lo sviluppo scientifico e culturale di Las Palmas de Gran Canaria, rappresentando a sua volta una delle prime attrazioni .turistico della città.

La nascita dell’idea di fondare un’istituzione come questa fu dovuta fondamentalmente a due circostanze: da un lato, l’interesse che le cosiddette “antichità canarie” avevano suscitato a metà del secolo tra la borghesia locale, che si appassionò a collezionare vestigia della vita e della cultura aborigena durante spedizioni ed esplorazioni informali; dall’altro, lo sviluppo della ricerca antropologica francese, poiché molti dei fondatori del Museo Canario mantennero stretti rapporti scientifici con alcuni dei pionieri di questa disciplina, come Verneau, Broca, Quatrefages, Hamy o Berthelot. A questa situazione favorevole si aggiungeva la scoperta dell’uomo di Cro-Magnon, che accrebbe l’interesse per il passato delle popolazioni insulari, poiché alcune caratteristiche fisiche portavano a credere, erroneamente, ad una stretta relazione tra gli antichi Canari e gli Europei del paleolitico. 

Tuttavia, la preistoria e l’antropologia non erano gli unici interessi originari del Museo Canario. 

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